La celebre sedia Dior a medaglione rivive una nuova vita nella reinterpretazione di 17 designer, che in occasione del Salone del Mobile 2021 ne hanno ricreato una loro personale versione. Ma di quali personaggi stiamo parlando esattamente?
A rivistare la sedia Dior a medaglione la crème de la crème del mondo design internazionale.
Ci riferiamo a Pierre Yovanovitch, Joy de Rohan Chabot, Yansong Ma, India Mahdavi, Atang Tshikare e Oki Sato, Nendo, Sam Baron, Nacho Carbonell, Dimore Studio, Pierre Charpin, Martino Gamper, Constance Guisset, Linde Freya Tangelder, Jinyeong Yeon , Seungjin Yang e Tokujin Yoshioka. Ognuno di loro ha dato un tocco personale all’oggetto, trasformandolo in base a dei canoni molto più moderni e al passo con i tempi.
I progetti della “nuova” sedia Dior a medaglione sono stati presentati dal 5 al 10 settembre scorso e sono installati presso Palazzo Citterio. Si tratta, quest’ultima, della futura sede della collezione di arte moderna della Pinacoteca di Brera.
Come si è concretizzata, dunque, questa reinterpretazione?
La risposta è: in modi svariati, originali, a tratti rivoluzionari. L’architetto iraniano India Mahdavi ha per esempio deciso di regalare alla sedia un tocco decisamente audace, applicando ad essa le sue fantasie tessute a uncinetto. Riguardo al prodotto originale, Mahdavi ha commentato:
“È un pezzo emblematico della Maison Dior ma anche di un certo classicismo francese”.
Ed è proprio questo suo essere così intrinsecamente francese, con i suoi richiami lontani alle lussuose corti di Versailles, ad averlo reso così appetibile per chiunque volesse sperimentare. Questo per esempio è il caso del nostro Martino Gamper, designer italiano ormai trapiantato a Londra. La sua versione della sedia, smontata e ricostruita, è una delle più particolari viste al Salone del Mobile. A riguardo, ecco le parole del designer:
“Ho ridotto e rimosso alcuni strati e un po’ di complessità storica, per renderla più comoda e farne un ritratto contemporaneo della famosa seduta”.
Chi ha forse osato ancora di più è stata tuttavia Constante Guisset, che ha dato vita a quella che si potrebbe definire una sedia Dior a medaglione “nomade”. In barba alla staticità dell’originale, l’oggetto ideato della designer francese può infatti essere piegato e portato con sé.
Ma scopriamo meglio questo prodotto così straordinario e iconico.
Fu proprio su questo elemento d’arredo così elegante, nella sua semplicità, che Christian Dior faceva accomodare i suoi ospiti al numero 30 di Avenue Montaigne. Lo stilista, scomparso nel 1957 all’età di 52 anni, definiva la sedia (dalla forma ovale e decorata con un fiocco Fontagnes) la definiva “sobria, semplice e soprattutto molto classica e parigina”.
La sedia (disponibile nei colori oro, rosa, grigio e nero) è entrata nell’immaginario collettivo
proprio per le sue linee delicate e femminili. Il suo debutto la sedia lo fece sui flaconi dei primi profumi Dior e, successivamente, la ritroveremo nella boutique parigina inaugurata dallo stilista nel 1947. In barba a quello che ci potremmo aspettare da un mostro sacro come Dior, le rivisitazioni della sedia a medaglione sarebbero di certo piaciute al suo creatore originale. Proprio così, perché lo stilista, per quanto apprezzasse rigore, eleganza e soprattutto tradizione era dell’idea che, soprattutto nel mondo della moda, innovazione e sperimentazione fossero elementi di estrema importanza. Resta ora soltanto da capire se e quando queste 17 tipologie di sedie saranno effettivamente disponibili sul mercato mainstream.
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