Tanta potenza, un rumore e mille emozioni. Energia e dinamismo che sono sempre più al passo coi tempi per consentire di rispondere alle esigenze del mercato e alle richieste dei clienti. Oggi ormai un mezzo di spostamento non è più solo fine a se stesso ma rappresenta anche un elemento in grado di trasferire delle sensazioni. A tutto questo ovviamente è legato uno dei componenti principali di un’auto, ovvero il motore. In questa parte infatti risiede la potenza e il cuore del veicolo che permette all’auto di vivere e spostarsi. Tra le principali tipologie di motore senza dubbio abbiamo il motore elettrico, andiamo a scoprire la storia di questo motore e di come ha anche condizionato i motori ‘tradizionali’.

La storia del motore elettrico: le varie evoluzioni

Nel mondo attuale le auto elettriche sono sempre più di grande successo e un numero sempre crescente di persone le apprezzano per le loro molteplici qualità. L’apprezzamento è legato anche alla loro capacità di ridurre l’inquinamento ma al tempo stesso anche nella loro praticità di guida e per le eccezionali performance. Per ciò che riguarda la storia del motore elettrico tutto parte – stavolta come non mai è proprio il caso di dirlo – nella prima metà del 19° secolo con la prima carrozza elettrica di Robert Anderson. Bisogna però attendere fino al 1884 per ritrovare un primo vero prototipo di veicolo elettrico che porta la firma di Thomas Parker. La sua intuizione? Quella di utilizzare due batterie ad alta capacità pensate e prodotte ad hoc per l’occasione.

Diffusione delle auto elettriche: è subito successo

Questa tipologia di veicoli inizia a prendere piede e a diffondersi rapidamente tra la fine del 19° e del 20° secolo: a cavallo di questi anni infatti i mezzi con motore elettrico sono impiegati su larga scala grazie alla loro economicità e praticità alla guida rispetto a quelli a combustione interna. Inizialmente questi veicoli non vanno oltre i 32 chilometri orari anche se presto arriveranno a sforare i 60.

La storia del motore elettrico in Italia

Nel nostro Paese la pietra miliare in termini di motori elettrici risale al 1891. In quell’anno infatti viene progettato il primo modello di auto elettrica a opera del Conte Giuseppe Carli e dell’ingegner Francesco Boggio, entrambi legati in campo professionale al settore dell’energia elettrica. Nonostante il loro progetto non veda mai la luce in termini di realizzazione industriale e commerciale presenta comunque un veicolo con una velocità massima di 15 chilometri orari e un’autonomia di circa dieci ore.

Il funzionamento: tutti i dettagli

Capire come funziona un motore di un’auto e in questo caso un motore elettrico è molto facile. Partiamo dal fatto che riesce a sfruttare l’energia elettrica presente nella batteria e che è in grado di tradurla in energia meccanica, vale a dire quel particolare tipo di energia che poi permette al veicolo di muoversi. Tutto questo avviene per mezzo di un dispositivo che prende il nome di inverter. Si tratta di un componente che riesce a convertire la corrente continua dell’accumulatore in corrente alternata inviandola poi al motore: il punto decisivo di un motore elettrico consiste nella batteria, basti pensare che quelle al litio hanno un’autonomia tra i 200 e i 400 chilometri.

Ovviamente va sempre ricordato di caricare la batteria per non rischiare di andare incontro a spiacevoli inconvenienti. Tra le parti principali vanno sottolineate quelle che rendono un motore elettrico davvero unico. Infatti è presente uno statore, ovvero la parte fissa che crea dei campi magnetici rispetto a quelli del rotore, vale a dire la parte mobile e fornita di magneti permanenti. Da qui poi parte l’energia necessaria e fondamentale per far avviare l’auto.

Silenziosa ed efficace: tutti i pregi dell’auto con motore elettrico

Un rumore praticamente impercettibile: ecco un altro aspetto tra i più importanti nel caso delle auto con motore elettrico. Infatti la marcia del veicolo risulta fluida e soft e senza strappi di velocità. Qualcosa di assolutamente unico per tutti coloro che invece sono abituati a guidare delle auto tradizionali.

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