Fiori, piante e moda, un legame che affonda le sue radici più antiche fin dal Medioevo. Non è di certo un caso se i designer più famosi del fashion system si sono ispirati, almeno una volta nella loro carriera, al mondo vegetale o se i grandi brand hanno scelto un dettaglio botanico che rappresenti la loro identità. Scopriamo, quindi, quali sono i maggiori esempi nel corso della storia della moda.

Legame fiori e moda: alle origini del costume

Le prime tracce di natura come fantasia e dettaglio sugli abiti risalgono proprio al Medioevo. Il periodo dell’amor cortese, delle prose e delle poesie, ma anche delle vesti fiorite. Passando poi ai velluti devoré e ai ricami che ornavano mantelli e tappezzerie. I Preraffaeliti, con il loro movimento, sono stati forse i primi che hanno saputo dare la giusta importanza a piante e fiori sia nell’abbigliamento che nell’arredo. Le ere cambiano, i periodi storici pure e le mode di conseguenza, ma rimane una costante la volontà di aggiungere un tocco floreale al proprio look. Questo è stato il caso di Maria Antonietta, la consorte di Luigi XVI, la quale sperperò le casse dello stato francese per condurre uno sfarzoso stile di vita all’insegna dell’esagerazione. Esagerati gli abiti che si faceva creare su misura, ricchi di fronzoli e dettagli riconducibili al mondo di fiori e piante.

I designer che si sono ispirati al mondo della botanica

Nel corso della storia sono stati molteplici gli stilisti che hanno dato un tocco floreale alle loro collezioni e sfilate.

Il primo fu Christian Dior  quando introdusse la moda del  “vitino da vespa”, una silhouette dalla quale si poteva immaginare il profilo di una rosa o di una peonia. Successivamente Yves Saint Laurent che, asciugando la figura, quasi capovolgendola, ricorda l’aspetto di un tulipano. Marc Bohan lo omaggiò nella serie Brasile immergendosi nella vegetazione tropicale e riportandola su tessuti e linee. Gianfranco Ferrè portò la natura sulla sua ultima passerella e John Galliano nella collezione couture del 2007. Per non parlare della spettacolare scenografia messa in scena da Raf Simons per la collezione haute couture F/W 2012-2013. Ad oggi l’attuale direttrice creativa Maria Grazia Chiuri non smette di mettere in risalto questa tradizione del brand. Nel 2018 è impossibile dimenticare la creazione di Jeremy Scott per Moschino in cui fece sfilare Gigi Hadid come uno splendido mazzo di fiori freschi appena impacchettato.

Le immense strutture delle collezioni di Alexander McQueen che comprendevano gonne, giacche e corsetti ispirati alle creazioni del giovane Roberto Cappucci. E infine, non per importanza, i copricapi e gli straordinari ricami della collezione S/S 2019 di Schiapparelli.

Il mondo botanico come simbolo dei brand di moda

Sono molteplici i brand del fashion system che scelgono come simbolo della loro maison dei dettagli floreali.  Come non citare la famosissima camelia di Chanel,  fiore preferito della stilista, sinonimo di  luminosità ed eleganza, inodore e senza spine, delicato e raffinato come l’ideale di donna che voleva trasmettere, armoniosa ma indipendente, fuori dagli schemi e dalle convenzioni. La camelia compare per la prima volta in un vestito firmato Chanel nel 1923, da allora rimane impresso nella mente dell’acquirente, non solo per l’abbigliamento ma anche per il settore beauty.

La margherita di Marc Jacobs, tra abbigliamento e accessori, è diventata anche il nome di un eau de toilette.

Le “Flowerbomb” di Viktor&Rolf, l’orchidea nera di Tom Ford non presente in natura ma creata da un ibrido raffinatissimo; gli iris di Prada, il papavero di Issey Miyake e il giardino di Dries Van Noten. Moda e natura si intrecciano in un legame spontaneo, condividendo le quattro stagioni, un rinnovamento circolare e un’infinità di dettagli e colori.

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