Gli stadi tedeschi si accendono di colori arcobaleno in occasione di Euro 2020, per una buona (anzi ottima) causa. Ha fatto molto discutere a livello europeo (e non solo) la decisione UEFA di non colorare lo stadio di Monaco con i colori della bandiera rainbow in occasione del match Germania – Ungheria di Euro 2020. La richiesta, giunta da parte di molti attivisti della comunità LGBT e personalità del mondo dello sport, è legata a quello che, in queste ultime settimane, sta avvenendo in Ungheria. Il paese dell’est europeo, sotto la guida del leader di destra estremista Victor Orbán, ha di recente approvato una legge che di fatto mette al bando la propaganda LGBT e ogni sua manifestazione.
Ed ecco che, in tutta risposta, i sindaci di molte altre città tedesche hanno scelto di prendere una posizione, colorando i loro stadi in tinta rainbow. In concomitanza con la combattutissima partita Germania – Ungheria, molte strutture sportive teutoniche si sono così accese di mille sfumature, un gesto solidale fondamentale anche e soprattutto in funzione del fatto che siamo nel pieno della Pride Week.
La scelta di tingere Monaco dei colori dell’arcobaleno, fra le altre cose, l’ha presa anche il primo cittadino della città bavarese. Dieter Reiter ha definito il no della UEFA allo stadio rainbow “qualcosa di inaccetabile e vergognoso” e ha dunque deciso di fare da solo. Sui palazzi della città, compreso il Comune, sono quindi apparse le bandiere rainbow.
Ma quali stadi tedeschi hanno deciso di aderire all’iniziativa?
A tingersi di arcobaleno sono stati nello specifico l’Olympiastadion di Berlino, il Waldstation di Francoforte, il Mungersdorfen Stadion di Colonia e infine la Volkswagen Arena di Wolfsburg.
Ma non è finita qui.
La stessa partita fra Germania e Ungheria è stata caratterizzata da un’incredibile esplosione di colori. I tifosi, in particolare quelli tedeschi, si sono presentati allo stadio con indosso bandiere, mascherine e coloratissimi accessori. Fuori dallo stadio, inoltre, volontari e membri dello staff hanno distribuito gratuitamente bandierine ai migliaia di tifosi che hanno avuto la fortuna di partecipare all’evento. Fra i partecipanti (un’immagine decisamente inedita per uno stadio calcistico) è persino spuntata una drag queen.
La partita, infine, ha riservato due grosse (gradite) sorprese a tutti i supporters della causa LGBT. Subito prima del fischio finale, uno striker ha fatto irruzione sul campo con indosso la bandiera arcobaleno. A match quasi terminato, come se il messaggio all’Ungheria già non fosse stato abbastanza chiaro, anche Leon Goretzka ha voluto dare il suo contributo alla causa. Dopo i cori ingiuriosi provenienti dagli spalti, il giocatore ha dedicato ai tifosi ungheresi un gesto del cuore con la mano che è già entrato nella storia.
L’ondata, per non dire lo tsunami, rainbow ha nel frattempo travolto tutto il mondo del calcio e anche molti brand sportivi.
Al di là della stessa UEFA, che ha cambiato il suo logo a supporto della comunità LGBT, fra le strutture che hanno di recente scelto di colorarsi di arcobaleno troviamo anche la sede centrale di Adidas. La speranza della comunità LGBT, ovviamente, è che questo attivismo poi si concretizzi anche in azioni reali e non sia una semplice iniziativa di marketing destinata a sparire nel nulla con l’arrivo del mese di luglio. Il banco di prova per il mondo del calcio, in questo senso, saranno i prossimi Campionati del Mondo 2022 in Qatar, paese arabo dove l’omoessualità è ancora un reato e dove non esiste alcun riconoscimento giuridico per le coppie gay.
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