Un nome, una storia: Marinella, l’azienda sartoriale specializzata nella produzione di cravatte prestigiose si prepara all’uscita del docufilm in onore dei 107 anni di attività.
Prossimamente in onda sulla Rai e su Netflix il documentario racconterà Napoli, precisamente Riviera di Chiaia dove tutto ebbe inizio. Dal 1914, con l’apertura di una piccola boutique fondata da Eugenio Marinella nel cuore di Napoli, oggi il brand ha raggiunto Tokyo, il nord America, Barcellona, Parigi, l’Estremo Oriente. Quattro generazioni che hanno fatto letteralmente la storia, conquistando una clientela vasta ed elitaria: Kennedy, Bill Clinton, Re Juan Carlos, il Principe Alberto di Monaco, alcuni esponenti di casa Agnelli, Berlusconi, D’Alema e moltissimi altri. L’azienda di lusso è, oggi, nelle mani di Maurizio Marinella e il figlio Alessandro, che ci tiene a precisare:
“Sicuramente siamo orgogliosi di vestire questi nomi illustri, non è facile mettere al collo di queste personalità le proprie cravatte, ma ogni cliente che entra in negozio per noi ha lo stesso valore.”
È proprio quest’ultimo, il talentuoso e acclamato Alessandro che interpreterà il papà Maurizio negli anni della giovinezza nell’attesissimo docufilm.
Alessandro Marinella nell’intervista esclusiva a Life&People racconta la storia del brand di lusso
Come è nata l’idea di produrre un docufilm che racconta Napoli e i vostri 107 anni di storia?
“Una Vetrina che guarda il mare” non è un documentario celebrativo di un anniversario ma un’intuizione nata dall’incontro tra regista (Massimiliano Gallo), sceneggiatore (Francesco Pinto) e imprenditori (Maurizio e Alessandro Marinella). È la voglia di raccontare una storia, una filosofia che ha fatto di un cognome un marchio riconosciuto in tutto il mondo. La storia di una famiglia da oltre un secolo racconta anche il susseguirsi degli eventi storici di una città.
“Heritage”, è il nome della vostra collezione di punta, come si sviluppa?
Se c’è una cosa che definisce E. Marinella è sicuramente la fantasia. Originale ma calibrata, mai urlata, ha reso le sue cravatte un dettaglio personale, apprezzato dagli uomini di tutto il mondo. Lo ha fatto sin dalle origini, oltre un secolo fa, quando la passione per i classici brit del fondatore Don Eugenio Marinella, si trasformava in finezza italiana impeccabilmente riconoscibile. Da allora nel setificio inglese dove ancora oggi vengono prodotti i tessuti di tutte le cravatte, le fantasie sono sempre ottenute attraverso lo stesso procedimento: la serigrafia a mano. In questa lavorazione artigianale estremamente accurata c’è tutto lo spirito timeless del brand, il cui viaggio temporale è stato piuttosto scandito, decade dopo decade, dal variare di abbinamenti cromatici, proporzioni e soggetti sempre nuovi.
La collezione “Heritage”, ha voluto omaggiare gli stili del passato nello spirito del presente.
Ventitré fantasie suddivise in due linee, Heritage per l’appunto, e Heritage rétro. La prima propone disegni grandi con colori brillanti, soggetti particolari per chi ama distinguersi con grinta; la seconda riporta ai tessuti madder, in un equilibrio di toni tenui e sfumature calde. Morbide e flessuose, quasi vellutate al tatto, tutte le cravatte Heritage hanno una dimensione standard di 8,5 cm x 148 cm, ma come da tradizione possono essere realizzate su misura in base alle richieste del cliente.
Una delle vostre partnership importanti è quella con la fondazione Umberto Veronesi leader nella ricerca scientifica, cosa vi lega?
Tra noi e la Fondazione Umberto Veronesi c’è sempre stato un solido legame. Purtroppo negli ultimi anni i tumori si sono sviluppati maggiormente, ragion per cui ci siamo sentiti in dovere di essere attivi anche nel sociale. La Fondazione Veronesi è leader nel settore della ricerca scientifica, il nostro supporto all’ente è stato una scelta spontanea, di cuore.
Non solo cravatte prestigiose, Marinella produce anche accessori, foulard e pochette. Cosa racconta e come nasce la storia del vostro celebre marchio?
La storia del marchio E. Marinella risale al 1914, quando il fondatore Eugenio Marinella decise di aprire un negozio in Piazza Vittoria, sull’elegante Riviera di Chiaia a Napoli. Consapevole che all’epoca la moda maschile guardava soprattutto quella inglese, creò nel piccolo negozio di 20mq un angolo d’Inghilterra. Iniziò ad importare brand come Acquascutum, Briggs, i profumi di Penalygons e Floris. Acquistò due laboratori per la realizzazione di camicie e cravatte con sarti esperti, che realizzavano a mano e su misura camicie e cravatte.
Il negozio è passato attraverso avvenimenti storici importanti che hanno cambiato anche il corso della sua storia?
Le due guerre mondiali, il declino dell’antica nobiltà e la comparsa della nuova borghesia con l’avvento dei prodotti americani portano sostanziali cambiamenti della moda. In quell’epoca è mio padre Luigi a portare avanti con grande determinazione la produzione e le scelte del padre, mantenendo alti il nome e la reputazione di casa Marinella. La vera crescita si ha negli anni Ottanta, quando Francesco Cossiga, allora Presidente della Repubblica, diventa un vero e proprio ambasciatore del marchio prendendo l’abitudine di portare in dono ai Capi di Stato, nelle loro visite ufficiali, una scatola contenente cinque cravatte Marinella, da allora il marchio comincia a fare il giro del mondo.
Il G7 organizzato a Napoli nel 1994 vi spalanca definitivamente le porte al di là dei confini italiani.
Si proprio così… Gli organizzatori decidono, infatti, di offrire a tutti i Capi di Stato presenti, una scatola contenente sei cravatte Marinella, facendo, così, un’enorme pubblicità.Ad oggi, grazie al lavoro delle due generazioni prima di me e della quarta che è attualmente con me in campo, il marchio E. Marinella è conosciuto anche all’estero, dagli Stati Uniti al Giappone. Si è lavorato per conservare la scrupolosa attenzione alla qualità delle materie prime (le sete sono stampate a mano in Inghilterra secondo metodi tradizionali) e la fattura ancora oggi è rigorosamente artigianale.
Le prestigiose cravatte Marinella al collo di attori e principi reali, una relazione importante soprattutto con l’Inghilterra. Ce ne parli…
Di cravatte Luchino Visconti ne ordinava a bizzeffe, tutte con fondo blue o rosso, sfoderate come foulard che coordinava a fazzoletti da taschino coloratissimi di seta indiana. Aristotele Onassis ne comprava dodici alla volta, rigorosamente nere per scoraggiare gli interlocutori e non far mai capire di che umore era. Ancora oggi, come all’inizio del secolo, le cravatte di Marinella sono al collo degli uomini più eleganti e famosi: il libro delle firme custodito gelosamente in bottega annovera gli autografi di molte teste coronate e Presidenti di Stato, alti esponenti della politica e dell’imprenditoria, della cultura e dello spettacolo. Le nostre cravatte sono state al collo di tutti i presidenti americani da Kennedy in poi, compreso Bill Clinton, dono della moglie Hillary.
Oggi tra i blasonati clienti ci sono Re Juan Carlos e il principe Alberto di Monaco, diversi esponenti di casa Agnelli, ma anche Cossiga, Berlusconi e D’Alema…
Uomini dotati di buon gusto, che non vogliono rinunciare alla cravatta confezionata su misura da mani esperte, uomini per i quali una cravatta Marinella è un vero “nodo d’autore”. Il mio bisnonno decise di aprire a Napoli un piccolo angolo di Inghilterra e di proporre alla nobiltà napoletana esclusivamente prodotti inglesi. Il legame con l’Inghilterra per noi molto forte e continua ancora oggi, le nostre sete provengono da lì così come altri prodotti che offriamo.
La cravatta è sinonimo di d’eleganza: quale è la scelta giusta?
La cravatta può essere usata in vari contesti. Certamente le posso dire che per le cerimonie, matrimoni e serate eleganti, si rivolgono a noi; ma anche chi le indossa ogni giorno. Abbiamo una vasta platea di clienti che ci considerano un punto di riferimento.La cravatta classica in seta stampata a mano è la nostra creazione di gran lunga più venduta. Sono molto apprezzate anche le 7 pieghe: una cravatta pregiata che ha una lavorazione differente, dove lo spessore lo si ottiene piegando su se stesso il tessuto 7 volte.
Ci sono molti modi di realizzare un nodo…
Dipende come lo preferisce o lo indossa la persona: più largo, più stretto, un nodo corposo. Ci sono articoli che spiegano come la forma del nodo e il suo spessore siano legati alla personalità delle persone, esprimendone l’indole e il carattere. Personalmente, ritengo che non sia importante il tipo di nodo, basta che sia ben eseguito, che le due pale siano alla stessa altezza ad un dito dalla cintura e, se piace, ci sia una scanalatura proprio al di sotto del nodo, che regala un po’ di movimento, ma al contempo, ha anche una funzionalità: consente al nodo di non allentarsi.
Con questa intervista Alessandro Marinella ci porta in un magnifico viaggio: attraversando le origini, gli sviluppi e la storia siamo in grado di comprendere quanta dedizione e quanto impegno si celano dietro l’operato di questo prestigioso brand. La celebre Maison Marinella, le cui cravatte sono state esposte persino al MoMA di New York, farà presto il suo debutto anche in Tv. Non ci resta che aspettare l’uscita del docufilm e assaporare ancor più da vicino la filosofia di un brand che ha fatto la storia della sartoria di lusso in tutto il mondo. E, come afferma lo scrittore Oscar Wilde:
“Una cravatta ben annodata è il primo passo serio nella vita”.