Se c’è un concetto che appare immediatamente chiaro, visitando l’ADI Design Museum di Milano, fresco di inaugurazione, è quello di apertura. Apertura verso la città, in cui si inserisce e con cui interagisce in modo “naturale”, grazie ad una location particolarmente indovinata, un’area ex industriale degli anni ’30 recuperata, fra il quartiere Paolo Sarpi (la “Chinatown milanese”, con il suo melting pot multiculturale in continuo fermento), la Fabbrica del Vapore, sede di mostre e iniziative culturali, e la Fondazione Feltrinelli, monolitica e inconfondibile. Ma anche apertura al mondo del design internazionale, di cui Milano è capitale indiscussa. Oltre 5000 metri quadrati, destinati a esposizioni, servizi (caffetteria, bookshop, luoghi d’incontro), conservatoria museale e uffici, una piazza-giardino accoglie i visitatori.

Premio Compasso d’Oro: l’ADI Design Museum segna il primo vero evento di ripartenza post pandemia per la città.

Un evento all’insegna di una delle sue peculiarità, il design, in vista del Supersalone, l’edizione 2021 del Salone del Mobile.

Museum Compasso d'Oro ADI Life&People Magazine LifeandPeople.it

Gestito dalla Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, ADI Design Museum prende forma attorno al repertorio di progetti della Collezione storica del Premio Compasso d’Oro, nato nel 1954 da un’idea dell’architetto e designer Gio Ponti per valorizzare il design made in Italy, considerato il più antico e istituzionale riconoscimento del settore a livello mondiale. Un patrimonio unico, illustrato dalla mostra permanente “Il cucchiaio e la città”, che consta di 2500 progetti fondamentali per la storia del design italiano, riconosciuti fra l’altro “di eccezionale interesse artistico e storico” dal Ministero dei Beni Culturali.

ADI Design Museum: apertura, accessibilità, sostenibilità

Oltre alla collezione permanente, gli spazi dell’ADI Design Museum sono pensati per ospitare mostre temporanee di approfondimento, come le tre in corso in questo momento, ma anche iniziative trasversali e incontri rivolti al grande pubblico. Obiettivo: diffondere e valorizzare la cultura del design a livello nazionale e internazionale. Inoltre il museo è stato concepito seguendo i principi del Design for All, metodologia progettuale volta alla realizzazione di edifici, prodotti e ambienti fruibili da ogni categoria di persone.

Sostenibilità

Apertura e accessibilità, dunque. Concetti a cui si aggiunge quello di sostenibilità, che ritroviamo nell’adesione di ADI Design Museum a un innovativo modello di sviluppo, quello delle “ Città dei quindici minuti”, basato su una serie di azioni che consentano ad ogni cittadino di raggiungere in 15 minuti, a piedi o in bicicletta, i servizi essenziali, compresi quelli culturali.

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Mostre temporanee

A testimoniare l’estrema versatilità del concept del museo, tre mostre temporanee, che si dipanano in un percorso espositivo semplice, ma mai banale: “Giulio Castelli. La cultura imprenditoriale del sistema design”, “Uno a Uno. la specie degli oggetti”, “Renata Bonfanti. Tessere la gioia”.

Dedicata all’imprenditore Giulio Castelli nel centenario dalla nascita, la prima esposizione celebra uno dei padri fondatori dell’associazione stessa, nonché suo primo presidente, ma anche creatore di Kartell, azienda leader nella produzione di oggetti di design in materiale plastico. Una figura, quella di Castelli, centrale nella formazione del “sistema design” italiano e nella “legittimazione” della professione del designer. La seconda mostra propone progetti che hanno vinto il Premio Compasso d’Oro, esposti affiancati tra loro nelle versioni più significative, per documentarne l’evoluzione nel corso degli anni e in base ai loro progettisti. La terza delinea il percorso compiuto dall’artista vicentina Renata Bonfanti nell’ambito del design italiano, attraverso alcuni dei suoi tappeti,  creazioni che l’hanno resa uno dei riferimenti nel textile design in Italia.

Tempo libero

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