La griffe Gucci festeggia 100 anni e si conferma al primo posto per la terza volta nella storia nella classifica dei ‘Most Valuable Italian Brands’ (marchio italiano di maggior valore).
Gucci dopo 100 anni, conta quasi cinquecento boutique in tutto il mondo, la sua storia inizia nel 1921
a Firenze, al civico 7 di Via della Vigna Nuova, quando Guccio Gucci inaugura una piccola bottega di pelletteria, guanti, valigeria e accessori per equitazione, con laboratorio annesso.
La maison Gucci celebra questo importante anniversario con un fashion film che, nel presentare la nuova collezione, ‘Aria’, si snoda come un vero e proprio omaggio a tutta la storia del marchio, a partire da quella, personale, del suo fondatore Guccio Gucci e ne svela, in parte, il futuro. Il cortometraggio, co-diretto dal direttore creativo Alessandro Michele e da Floria Sigismondi, videografa e artista poliedrica non nuova a collaborazioni col brand, porta in passerella, codici, capi e accessori iconici, mixati a ispirazioni post-sovietiche e citazioni aperte a Balenciaga.
Da Londra a Firenze, sotto la cupola del Brunelleschi
Guccio Gucci dal 1921 importa lo stile inglese e crea un heritage che conquista tutto il mondo.
Passa molti anni a Londra, il giovane Guccio (1881-1953): lavora come fattorino e lift boy al Savoy Hotel. È in questo cuore pulsante della città, crocevia del jet set internazionale e del mondo aristocratico londinese, che assimila i codici dello stile inglese, veicolati dall’equitazione: selle, morsetti, legamenti, staffe e briglie che si trasformeranno presto in un vocabolario di pattern e motivi decorativi unici e riconoscibili.
Quando torna nella sua Firenze, dopo il matrimonio con Aida Calvelli nel 1921, Gucci fonda la sua prima azienda: nella sua bottega produce accessori di pelletteria e accessori per l’equitazione. Nel giro di una decina di anni lo affiancano i figli Ugo, Aldo, Vasco e Rodolfo. A frequentare la bottega artigiana, inizialmente, l’esigente aristocrazia locale, nel giro di qualche anno inaugurano le boutique a Milano e Roma. Nel 1955 la griffe apre a New York, sulla 58° strada, il successo del marchio ormai è internazionale.
Dalla Bamboo Bag al foulard Flora: dagli anni Cinquanta Gucci diventa la griffe preferita delle celebrities.
Prima It-bag del brand, la Bamboo Bag, immortalata al braccio di Ingrid Bergman nel 1954 in “Viaggio in Italia”. Nelle boutique della griffe, da Audrey Hepburn a Liz Taylor, da Vanessa Redgrave a Sophia Loren, da Jack Lemmon a Yul Brynner, le celebs sono di casa. Le collezioni sono un must have per il jet set, come dimostra il successo della borsa G1097, nata nel 1958, modello amatissimo da Jaqueline Kennedy e per questo ribattezzata Jackie bag.
Pochi anni dopo, nel 1966, il foulard Flora disegnato da Vittorio Accornero viene donato alla Principessa Grace di Monaco da Rodolfo Gucci, in visita a Roma. Il successo è tale che Gucci inizia a utilizzare la fantasia “Flora” anche per accessori maschili come le cravatte e abbigliamento, miniabiti e camicette. Fa la sua prima apparizione in questi anni anche il simbolo iconico con le due G incrociate, disegnato da Aldo Gucci, che però solo nel 1992, con la direzione artistica di Alessandro Michele, compare ufficialmente nel marchio aziendale.
Dagli scandali degli anni Ottanta, al rilancio del brand, fino ai nostri giorni.
Gli anni Ottanta segnano il periodo degli scandali, dei tradimenti, della cronaca nera e la cessione dell’azienda alla finanziaria anglo-araba Investcorp International. A riconsolidare il brand ci pensa lo stile glamour e minimale dello stilista texano Tom Ford, direttore creativo di Gucci dal 1994 al 2004. Nel 1998 viene presentato il nuovo logo: la doppia G con carattere graziato lapidario, molto spaziato; e la Maison, nel 1999 viene acquisita dal gruppo francese Pinault-Printemps-Redoute (Kering). Del 2019 è il nuovo monogramma, l’ultimo, con le due G sovrapposte e rivolte entrambe a destra.
Nel 2021, in occasione dei cento anni della griffe fiorentina arriva nelle sale “House of Gucci”, diretto da Ridley Scott, con Al Pacino e Jared Leto, Lady Gaga, Jeremy Irons e Madalina Ghenea, che si basa sul volume pubblicato dalla giornalista americana Sarah Gay Forden. Non poteva mancare un documentario: “Lady Gucci”, la storia di Patrizia Reggiani, andato in onda su Discovery+.
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