Muore all’età di 98 anni il grande stilista francese, precursore della moda del futuro e primo sarto della maison di Christian Dior. Ha dedicato tutta la sua sua vita all’arte e alla ricerca di uno stile sempre all’avanguardia.
Celebre firma della couture, stilista visionario e pioniere del prêt-à-porter, nasce proprio in Italia, in provincia di Treviso, il 2 luglio del 1922.
Addio a Pierre Cardin, inimitabile genio della moda
, questo il suo nome di battesimo. I genitori all’avvento del fascismo decidono di lasciare l’Italia, così lo stilista cresce in Francia.
Debutta nel 1946 disegnando i costumi di La Belle et la Bête (La Bella e la Bestia) dell’artista Jean Cocteau, che aveva conosciuto a Parigi, dopo la Liberazione.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale si trasferisce a Parigi dove lavora presso l’Atelier di Elsa Schiaparelli per poi passare a quello di Christian Dior nel 1947.
Fonda la sua prima casa di moda nella capitale francese, alla fine degli anni ’50, inaugurando le sue prime boutiques e realizzando una collezione confezionata per i grandi magazzini parigini.
«L’abito è un’opera d’arte. Il corpo è un liquido che prende la forma del vaso»,
così descrive il suo impegno in ambito stilistico.
Diventa designer e mecenate; promotore di cultura e imprenditore del lusso, di un brand famoso in tutto il mondo.
Space Age è il nome della collezione del 1960, ispirata allo spazio.
Gli abiti bianchi hanno forme geometriche, cut-out.
Bellissime sono le aderentissime tute catsuit lavorate a maglia, mentre i pantaloni sono rigorosamente di pelle e i maglioni con le maniche a pipistrello.
Nel 1971 apre a Parigi L’Espace Pierre Cardin, che è un luogo leggendario:
comprende un teatro, un ristorante e una galleria d’arte. Qui, vanno in scena le sfilate più esclusive.
Nel 1978 sbarca in Cina, sfilando per primo sulla Grande Muraglia. Conquista il mercato asiatico e, nel 1986, arriva in Unione sovietica.
Cardin sa rompere gli schemi, in tutti i campi. Prefigura non solo mode e look futuristici, con mega spalle, ma anche modi di fare business.
Per le donne inventa calzamaglie e bubble dress, mentre per gli uomini calzamaglie e giacche senza collo.
Chi dimentica le iconiche divise dei Beatles, quelle con abito nero e colletto alla coreana?
Tante sono state le celebrità che hanno amato il suo stile: Brigitte Bardot, Mia Farrow e Liz Taylor, fra le prime.
Cardin continua a sperimentare tutta la vita, a immaginare gli abiti del futuro, con genuinità e slancio.
Torna spesso in Italia: ama Venezia e acquisterà il Palazzo Ca’ Bragadin.
Riceve numerosi riconoscimenti negli anni: la nomina di Commendatore dell’Ordine del Merito della Repubblica Italiana nel 1976 e la nomina di ambasciatore dell’Unesco nel 1991.
A lui si deve anche il restauro del castello abitato dal Marchese De Sade, a Lacoste, che oggi è la cornice di un festival estivo di musica per artisti emergenti.
Il mondo lo ricorderà per sempre come lo stilista che inventò il pret-a-porter, la moda di abiti chic, fatti in serie, da indossare tutti i giorni.
«House of Cardin», il genio della moda e la sua eredità in un documentario.
Il docufilm sull’iconico stilista è stato presentato lo scorso anno alla Mostra del Cinema di Venezia.
Il modo migliore per conoscere e ricordare questo monumento dello stile e della modernità nel giorno in cui ci ha lasciato è rivedere l’unica biografia che abbia davvero autorizzato.