Baldassarre Castiglione e Raffaello alla corte di Urbino. Palazzo Ducale, Sale del Castellare 19 luglio – 1 novembre 2020Urbino investe sul suo sistema culturale e turistico decidendo di aprire dal 18 luglio “Baldassarre Castiglione e Raffaello. Volti e momenti della vita di corte”.
La mostra è curata da Vittorio Sgarbi e Elisabetta Soletti
Il progetto è promosso dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei cinquecento anni dalla morte di Raffaello, dalla regione Marche e dal comune di Urbino.
Attingendo alle testimonianze del tempo (lettere etc.), la mostra ricostruisce la vicenda del Castiglione ponendola, correttamente, nel contesto del suo tempo, accanto a figure altrettanto complesse ed affascinanti.
50 anni di vita distribuiti tra battaglie, salotti, testi letterari, artisti, papi, generali e principi.
Una vita che passa dai Gonzaga a Ludovico il Moro, dai Montefeltro dove trova il suo luogo felice, il Palazzo Ducale di Urbino, alla Spagna di Carlo V.
Quelle di Guidobaldo da Montefeltro, di Urbino, di Leone X e Giulio II, dei Medici, degli Sforza, dei Gonzaga e della Duchessa Elisabetta Gonzaga da Baldessar venerata (fu vero amor?).
E ancora, dell’Imperatore Carlo V e di artisti, Raffaello innanzitutto ma anche Leonardo, Tiziano, Giulio Romano, e di fini intellettuali come Pietro Bembo e di studiosi come Luca Pacioli.
Sette sezioni fitte di opere importanti, utili a dare la dimensione dell’epoca raccontata.
Integrate attraverso soluzioni multimediali che ampliano il racconto, offrendo ulteriori chiavi di lettura.
Una mostra ampia, complessa, imponente e stimolante. Scrigno d’arte ma anche di arti applicate: gli abiti per feste, tornei e parate, le armi, le antiche edizioni e i manoscritti, la musica.
Una grande mostra che trova il suo naturale complemento nel Palazzo Ducale dei Montefeltro e nell’intera città di Urbino.
Contenitori e al contempo contenuto di un’esposizione che fa della corte urbinate uno dei suoi fondamentali punti di interesse.
Baldessar Castiglione è l’uomo che oltre a tessere rapporti diplomatici e azioni militari è scolpito (si fa per dire) nella storia dell’arte italiana e dunque mondiale, in un ritratto da cui pietroso e misterioso esce in tutta la sua autorevolezza grazie alla macchina fotografica Raffaello Sanzio.
L’urbinate, che è in uno dei suoi momenti migliori, a circa cinque anni dalla morte e pochi anni prima della sua ‘Fornarina’,
lo ritrae in abiti ‘cortegiani’ perché cortegiano è Baldessar anche sulla carta.
Nel suo testo più famoso, il Cortegiano, segna i caratteri fondamentali del comportamento perfetto di un uomo e di una donna di corte. Due sole regole fondamentali: grazia e sprezzatura.
Il Cortegiano sia il “moderno erede della pedagogia umanistica» ovvero «un uomo versatile e aperto, duttile e completo; è esperto di armi e di politica, ma sa anche di lettere, filosofia ed arti, è raffinato ma senza affettazione, è coraggioso e valente, ma senza ostentazione».
In sostanza, un vero e proprio trattato di pedagogia rivolto a chi vive nel mondo ristretto ed elitario delle corti.
La stesura e pubblicazione del suo trattato il Cortegiano, sostenuta anche da Bembo, fu la sua ultima preoccupazione, ben premiata.
Stampato a Venezia divenne un successo editoriale tradotto in spagnolo, portoghese, francese, inglese, tedesco, polacco. Un successo che conobbe una profonda e duratura fortuna fino al sec. XVIII”.
La tensione con il Papa che gli rimproverò di non aver previsto il Sacco di Roma è ormai esaurita e il Castiglione è riabilitato dalla curia.
Sempre considerato insigne figura dall’imperatore Carlo V che ne disporrà la sepoltura nella Cappella Sant Idelfonso , la chiesa dei Gesuiti, de Toledo. Le febbri nel febbraio 1529 ne interrompono la vita.
Yo vos digo que ha muerto uno de los mejores caballeros del mundo.
Un caballero nato per la bellezza e cresciuto insieme ad essa alla corte del Palazzo Ducale di Urbino che tanto amava.
Si può essere più chiari?
Pensa a quale sia l’origine di questa grazia. Non considerando quelli che l’hanno dalle stelle, basterebbe fare un piccolo sforzo quotidiano ( auguri a chi ci prova in questi giorni in questi luoghi in questi media) in ogni piccola azione.
Evitare il pericoloso scoglio dell’ostentazione. In fondo la classe è come ‘quella massa scura’…viene a galla senza fatica. Quasi senza pensarci.
Si può essere più chiari?
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