Fake news senza più speranza, si spera presto. Il lettore ha diritto di sapere con assoluta certezza chi è l’autore della notizia che sta leggendo, data e luogo e se possibile per chi è stata scritta.

Oggi spesso non è possibile. La pensa così Marco Piccaluga, giornalista a cui è venuta la brillante idea di certificare l’informazione attraverso la blockchain, una sorta di registro digitale.

Fake news nell’era digitale, un male da combattere…

Un termine inglese che viene utilizzato per definire articoli che presentano informazioni sbagliate e ingannevoli e rese virali attraverso internet.

Marco Piccaluga, ha fatto un passo avanti rispetto alla sola verifica delle notizie, ha pensato alla verifica di chi scrive per mettere il lettore nelle condizioni di ottenere quante più informazioni possibile.

I contenuti certificati in blockchain, permettono grazie ad uno smartphone, di ottenere tantissime informazioni.

Inquadrando il codice si avrà accesso ai dati del contenuto, nome dell’autore, ora e data di caricamento, l’hash code che identifica in maniera univoca la registrazione, e perfino l’IP usato per l’operazione.

Un bollino di garanzia contro le bufale della rete

Utilizzare questo “bollino di garanzia”, sarà molto più che avere il segno di spunta utilizzato dai social network per garantire l’ufficialità dei profili.

Tutti gli altri saranno semplicemente non-attendibili.

Il lettore lo saprà. Anche all’ Ordine dei Giornalisti, la discussione sul progetto è aperta.

Marco Piccaluga, dove nasce la sua idea e quale importanza ha certificare la firma di un giornalista e l’informazione con la blockchain?

L’idea mi è venuta due anni fa, durante il Fintech Forum di Milano, evento a cui partecipavano le migliori aziende tecnologiche al mondo, in tema di blockchain.

Mi colpì subito il potenziale enorme di questa tecnologia nel campo delle certificazioni.

Chiesi a uno degli esperti:

“Se si può certificare una filiera o un’opera d’arte, perché non si può fare la stessa cosa con le notizie?”.

“Perché no?!” rispose.

Da quel giorno non ho fatto altro che studiare il modo per mettere in pratica la mia idea.

A settembre sono entrato in contatto con Lirax, azienda leader in questo settore.

Mi hanno dato molte idee, grazie alla loro piattaforma sono riuscito a certificare la mia identità e creare una demo della certificazione della mia firma, passo fondamentale per la creazione di contenuti tracciabili.

Creare contenuti tracciabili significa mettere un bollino di garanzia sui nostri articoli, in modo che il lettore possa sempre risalire a chi l’ha scritto, per chi, quando e dove.

Nell’epoca del fake journalism, degli anonimi e delle intelligenze artificiali è un passo enorme.

Blockchain: struttura condivisa di dati e registro digitale, come funziona questa tecnologia?

La blockchain non è altro che un enorme registro digitale diffuso.

Le informazioni sono scritte a gruppi (blocchi) concatenati (chain) in ordine cronologico, in modo sicuro, verificabile, permanente e garantiti dall’uso della crittografia.

L’aggiunta di un nuovo blocco è regolata da un protocollo condiviso a livello globale.

I dati, per essere registrati, devono essere certificati dagli autori della transazione.

Una volta scritti, non possono più essere alterati.

La verifica delle fonti è elemento fondante della deontologia del giornalista.

Le Fake news: un virus da combattere… Perché è così diffuso questo irresponsabile fenomeno?

Un tempo, giornali, radio e tv erano gli unici titolati a diffondere informazioni e notizie. Poi è arrivato il web.

In breve tempo la massa ha preso coscienza dell’enorme potere che può derivare dal diffondere informazioni.

Chiunque si è sentito in diritto di aprire un blog, un sito, un magazine, una pagina facebook.

É stato allora che le fake news hanno fatto la loro comparsa, nel momento preciso in cui chiunque ha avuto tra le mani lo stesso potere dei giornalisti, senza però averne gli stessi titoli e gli stessi doveri:

completamento di un praticantato, superamento dell’ esame di Stato, iscrizione a un Albo, rispetto degli obblighi derivanti dalla legge e dalla deontologia professionale.

Un’informazione certa e certificata non più manipolabile per eliminare le fake news con un solo click. Quanto è importante andare in questa direzione oggi?

Non è importante, è vitale.

Non ci sarà più alcuna informazione se non provvediamo subito a marcare una differenza tra contenuti verificati e non.  

Arriverà un futuro (per certi versi ci siamo già) in cui sul web non si potrà più distinguere tra informazioni vere e bufale on line.

L’unico modo per farlo è mettere un bollino di garanzia (PIC) sui contenuti prodotti dai professionisti dell’informazione.

Basterà inquadrare con lo smartphone quel bollino (in foto) per avere accesso al documento originale certificato in blockchain, in fondo al quale troverà data e ora di creazione, oltre al nome dell’autore.

Provi lei stesso…

Un progetto ambizioso e importante il suo che ha sottoposto al nostro Ordine dei Giornalisti: creare notizie e contenuti tecnologicamente certificati.

Lei pensa riusciremo a raggiungere risultati positivi in tal senso?

L’Ordine ha capito subito l’importanza di un progetto di questo tipo.

Ne stiamo parlando e la discussione va avanti. Del resto la lotta alle bufale in rete è da sempre uno degli obiettivi in agenda.

Troppe fake news in rete ma anche troppi blogger, influencer e figure non professionali che pubblicano junk news o contenuti copiati per ottenere qualche click.

Quale rimedio e come debellare tale fenomeno visto che l’Ordine dei Giornalisti non può intervenire in tal senso?

Con la blockchain spariranno presto ladri e ciarlatani.

Il copia/incolla non sarà più possibile. Gli attuali furti di idee e contenuti cominceranno a diventare difficili.

L’informazione di un professionista sarà distinta e distinguibile da quella di tutti gli altri.

Mettere il PIC, ossia il bollino di garanzia sulle nostre notizie significa avvertire il lettore: questa notizia/foto/video è stata prodotta in una data definita, in un luogo certo e un’ora registrata.

In più è stata prodotta da un Giornalista, che per dovere e per legge è soggetto alla verifica scrupolosa delle fonti e al rispetto della deontologia professionale

Domani questo avrà un valore… Tutto il resto sarà semplicemente tutto il resto.

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