Telegram, la più veloce app di messaggistica sul mercato, nasconde al suo interno 21 canali e 43mila iscritti che diffondono materiale pornografico.
Una scoperta scioccante che è diventata l’oggetto di una campagna di Anonymous Italia.
L’app gratuita di Telegram diventa un incubo: lo spettro della vendetta
Gli utenti che popolano questi canali sanno bene come nascondersi.
Nickname impossibili da decriptare, foto false o del tutto assenti, profili del tutto anonimi per garantirsi la sicurezza e l’impunità.
Nelle chat migliaia di foto e video privati di vittime inconsapevoli.
Il materiale preferito di chi vive queste chat è composto proprio da immagini private in buona parte appartenenti ad ex compagne, fidanzate, mogli di cui ci si deve vendicare. Da qui nasce il revenge porn.
Revenge porn: il fenomeno
Una delle vittime più note del revenge porn è stata Tiziana Cantone.
La donna di Mugnano di Napoli, poco più che trentenne, nel settembre 2016 si è tolta la vita dopo la diffusione sul web di alcuni suoi video pornografici amatoriali.
Come Tiziana, tantissime altre ragazze, di tutte le età, si ritrovano violate nella propria intimità.
Sono vittime di uomini senza scrupoli che, al termine della relazione, scelgono deliberatamente di vendicarsi rendendo pubblici video erotici.
Telegram non lascia scampo: Anonymous all’attacco
Da quando gli anonymous hacker hanno scoperto il revenge porn su Telegram, hanno deciso di intervenire in difesa di tante vittime.
Hanno lanciato una campagna in cui, letteralmente, dichiarano guerra a questi uomini senza cuore e senza cervello.
La campagna, intitolata #Revengegram si pone come obiettivo quello di smascherare chi si nasconde dietro i profili senza volto e senza nome.
Il messaggio di Anonymous
“Se non possiamo difendere le vittime, state pur certi che le vendicheremo. E’ necessario agire affinché si fermi una volta per tutte lo scambio di contenuti privati e intimi condivisi senza il consenso del proprietario”,
ha fatto sapere il gruppo di hacker italiani.
“Solamente grazie al vostro aiuto potremo sfruttare appieno i nostri strumenti. Riuscendo così a estrapolare i nomi e i cognomi associati agli account dei criminali”,
hanno spiegato chiedendo agli utenti di Telegram di segnalare nomi e gruppi che partecipano a quei canali.
Il messaggio di Anonymous si chiude in grande stile:
“Stiamo venendo a prendervi”.
Prima dell’avvento dei canali su Telegram, il revenge porn è diventato reato in Italia.
Nel luglio del 2019, con 197 sì e 47 astenuti, il Senato diede il via libera al ddl, atto a disciplinare le fattispecie di reato di violenza domestica inquadrando anche il revenge porn.
Un grande passo avanti per il nostro Paese che, con il cosiddetto Codice Rosso, la legge voluta da Alfonso Bonafede e Giulia Bongiorno, stabilì regole precise per tutti quei reati inerenti la violenza di genere e la sfera sessuale.
Tra questi proprio la vendetta pornografica definita reato punibile con il carcere.
Il reato prevede da 1 a 6 anni di reclusione e multe fino ai 50.000 euro.
Ma Telegram non è solo un app ma molto altro.
Non sarebbe giusto, però, parlare di Telegram come un covo di persone senza rispetto poiché l’app, nata in Russia nel 2013, è gratuita e consente la messaggistica istantanea come Whatsapp.
Se su Whatsapp ci sono gruppi, Telegram ospita canali che possono essere sia pubblici che privati e possono ospitare anche fino a 100mila membri.
I canali di Telegram possono anche essere utilizzati come una newsletter per l’invio di contenuti.
Un utilizzo sano e ragionato dell’app può solo portare benefici.
Per chi invece pensa ancora di trattare una donna come un bene di proprietà, le ore sono contate.
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