Anche la letteratura si fa spazio sul web per creare storie su Instagram e riallacciare idealmente due epoche. Il Trecento e la nostra epoca, ugualmente segnate da paura e senso di incertezza. “Triennale Decameron” si potrà seguire in streaming fino al 30 aprile sul canale Live Instagram Triennale di Milano.
Un’idea “Decameron streaming” partita dallo spunto del Decamerone di Giovanni Boccaccio
Narra di un gruppo di giovani che nel 1348 per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera e a turno si raccontano delle novelle per trascorrere il tempo.
Artisti, designer, architetti, intellettuali, musicisti, cantanti, scrittori, registi, giornalisti invitati ad “abitare” gli spazi vuoti della Triennale di Milano. Uno spazio dove prende vita una narrazione personale dialogando con i curatori della trasmissione.
Ogni giorno “una novella” di Triennale Decameron viene trasmessa in diretta.
Tra i nomi che hanno aderito gli architetti e designer Michele De Lucchi e Cino Zucchi. Il pianista Roberto Prosseda, il filosofo Emanuele Coccia, i giornalisti Giulia Innocenzi e Pierluigi Pardo.
Le artiste Silvia Bertocchi, Goldschmied e Chiari. Ed ancora il musicista Saturnino, Lella Costa, la coreografa e danzatrice Annamaria Ajmone, Giovanni Agosti, storico e critico d’arte, Linus, lo scenografo Damiano Micheletto.
È stato ricordato lo scrittore Alberto Arbasino recentemente scomparso. Apertura con Fedez e Luis in anteprima della puntata speciale del podcast Muschio Selvaggio dal Museo del Design Italiano.
Ecco altri esempi di quelli che sono stati fin ad ora importanti ed apprezzati contributi del Decameron streaming
Anna Franceschini, in dialogo con il curatore Davide Giannella, ha presentato il suo video “What time is love?” Il video, tra documentario e finzione, ha raccontato un percorso che segue lo svolgimento del test indagando il concetto di “idoneità”.
Antonio Decaro, in dialogo con Lorenza Baroncelli, direttore artistico della Triennale di Milano. Ha svolto un’analisi dell’attuale situazione di emergenza sanitaria a partire dall’impegno di Anci nella gestione dell’erogazione dei bonus spesa ai cittadini in difficoltà.
L’artista Tomás Saraceno, si muove tra varie discipline, tra cui arte, scienza e scienze sociali. All’incrocio tra questi mondi si collocano le sue sculture galleggianti, i suoi progetti per la comunità e le sue installazioni interattive.
Saraceno ha dialogato con Joseph Grima, Direttore del Museo del Design Italiano della Triennale, a partire da alcune domande del sociologo, antropologo e filosofo francese Bruno Latour.
Arrivando poi a ipotizzare chi e cosa “mettere in quarantena” permanentemente nell’era Covid19. Joseph Grima è sempre stato attento alle l’impatto dei media e della tecnologia sulle relazioni sociali e in questo momento, più che mai, a tutte le forme d’arte via web.
L’architetto Andreas Angelidakis in conversazione con Paola Nicolin, storica dell’arte e dell’architettura ha affrontato il tema del ruolo di internet nella costruzione e definizione delle istituzioni culturali prima e dopo il Coronavirus.
Da sempre interessato a un’idea “espansa” dell’architettura, Angelidakis si confronta nella sua pratica quotidiana con l’arte contemporanea e l’insegnamento.
Sabina Guzzanti ha affrontato in dialogo con Leonardo Caffo, curatore del Public Program della Triennale
I temi del postumano e dell’ecologia, saranno al centro del prossimo film dell’ attrice che ne ha dato una generosa anteprima.
Michela Murgia, in dialogo con Leonardo Caffo, filosofo e tra i curatori del Public Program della Triennale, ha affrontato il tema “Essere Morgane nel 2020, il femminismo dalla fine del mondo”. Michela Murgia, oltre a essere una celebre scrittrice, è anche una delle attiviste femministe più radicali, attente, del panorama italiano.
Che ruolo ha, se ne ha qualcuno, il femminismo “alla fine dei tempi”?
In questa conversazione ha raccontato cosa significa essere una “Morgana” nel 2020. Dato che un tipo di mondo crolla per l’emergenza sanitaria e un altro pare debba venire a costituirsi.
Infine il designer e architetto Michele De Lucchi, in dialogo con Paola Nicolin, ha trattato il tema dello spazio di lavoro, dal modello Olivetti allo smart working.
Il tutto ispirato alla vita e all’opera di messer Giovanni Boccaccio.