La dimensione del design di Karim Rashid ha connotazioni eclettiche e originali, pensate per un pubblico multiforme.

Professionista di fama mondiale, d’origini egiziane e britanniche, ha studiato in Canada, presso la Carleton University di Ottawa, per poi specializzarsi con un mentore dell’italian style: Ettore Sottsass, che ha formato e ispirato un gran numero di designer di successo, come l’italiano Stefano Giovannoni.

Si è diviso a lungo tra Amsterdam e New York, basando il suo quartier generale nella West 54th Street della Grande Mela e plasmando un team distribuito, una rete d’arte e ingegno, che copre quasi 40 paesi.

Le sedie di Karim Rashid per Bonaldo Life&People Magazine lifeandpeople.it

                 La serie di sedute di Karim Rashid per Bonaldo

Un’attività prolifica e premiata

Rashid vanta più di 4000 progetti realizzati o in produzione e ha ricevuto centinaia di riconoscimenti. Tra i più prestigiosi, troviamo il Good Design Award del Chicago Athenaeum, l‘I.D. Award dell’Annual Design Review, il Red Dot Design Award e l’International Design Excellence Awards dell’IDSA.

Ha collaborato con marchi importanti dell’interior design, ideando mobili, accessori, punti luce, packaging per il fashion e hi-tech. Si è posizionato sia sull’alta gamma (Alessi, Chateau d’Ax, Prada, Riva 1920 e Lamborghini, Yves Saint Laurent, Veuve Cliquot, …), che a favore di target più diffusi.

Nel suo portfolio, troviamo i prodotti di molte aziende italiane, come Artemide, Bonaldo, Cappellini, Martinelli, Umbra, Scavolini e le già citate Alessi, Prada, Riva 1920 e Lamborghini.

Il suo segno è riconoscibile anche in spazi di grandi dimensioni, come il ristorante Morimoto di Filadelfia, il Semiramis hotel di Atene, il  nhow hotel di Berlino o la Stazione Università della metropolitana di Napoli.

Karim tiene workshop e seminari un po’ in tutto il mondo e insegna in contesti accademici come l’OCAD University di Toronto o il Corcoran College of Art & Design di Washington.

Il ristorante Morimoto disegnato da Karim Rashid Life&People Magazine lifeandpeople.it

Gli spazi interni del ristorante Morimoto disegnato da Karim Rashid

Prodotti iconici

Parlando di Karim Rashid, è praticamente impossibile, nello spazio di un articolo, porre un focus obiettivo sui prodotti più significativi di una così intensa produzione. Mi piace citare solo qualche oggetto, nato dalla sua mano e dalle sue intuizioni e scelto sull’onda di un’emozione: Blend cupboard, Cyborg, Fiamma, Snoop e Symbolic.

Blend cupboard – ovvero “miscelare l’armadio” – è un guardaroba pensato per Horm, un mobile in laminato sottile MDF dai profili incurvati e dai pattern originali.

Cyborg è una lampada da tavolo concepita per Martinelli Luce e divenuta figura iconica per la forma, profilata come un’astronave.

Fiamma è una lampada da terra, prodotta da Riva 1920, che prende vita come una scultura in legno massello, su un unico volume, richiamando il guizzo di una lingua di fuoco.

Symbolic è una collezione di complementi d’arredo sviluppata per Bitossi Ceramiche. È un set d’oggetti, per lo più da tavolo, pensati permutando e ricombinando segni e simboli di diverse culture.

Alcuni schizzi di Karim Rashid per prodotti iconici Life&People Magazine lifeandpeople.it

Serie di schizzi (mood “Democratic Design”) di Karim Rashid

La dimensione del design di Karim Rashid

Karim Rashid concepisce il suo lavoro come un’espressione poetica, che cammina sulle linee d’incontro dell’esperienza umana e dei comportamenti sociali, a livello globale.

Karim pensa che il design non debba fermarsi a soluzioni funzionali di problemi, ma migliorare le nostre vite. Gli spazi vanno armonizzati alla contemporaneità, con giochi d’intuizione che liberino da nostalgie e rituali.

Espressione artistica, moda, visual e suoni devono avvolgere e ispirare, con un tocco piacevole, i contesti che ci circondano, raggiungendo il maggior numero possibile di soggetti.

Questa linea a tendere del design diffuso è ben esplicitata dalla sua celebre frase:

… per lungo tempo il design è esistito solo per un’élite e per una cultura circoscritta. Io ho lavorato duramente, negli ultimi anni 20 anni, per portare il design a una dimensione pubblica

 

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