Roma, con la sua meravigliosa atmosfera coltivata nei secoli, accoglie la 14esima edizione del Festival del Cinema. Un programma nutrito che ha regalato emozioni, colori, sapori, sensazioni e riflessioni.
Dieci giorni tramati in performance e proiezioni, in incontri con i grandi personaggi d’oltreoceano, con i protagonisti della nostra terra che da sempre dà attori d’eccellenza.
Un parterre enorme di nomi celebri e giovani, di anziani protagonisti e nuove leve, alla ricerca di uno spazio da occupare. Tutti fortemente uniti dall’amore assoluto per il cinema, la macchina da presa, la suspense, il racconto visivo d’immagini stimolanti emozioni e sensazioni.
È una vera e propria festa, nulla è lasciato al caso, tutto si coniuga con maestria all’interno di momenti spensierati, leggeri, sognanti, nonostante Roma, come si sa, è una città profondamente ferita.
Questo Festival del Cinema regala dieci giorni amalgamati nell’atmosfera curiosa, affascinante,
coinvolgente, eroica, leggera che solo il tempo dell’adolescente sa regalare.
I divi immortali si coniugano con le giovani promesse.I registi del livello di Martin Scorsese riconoscono le capacità dei giovani registi, componendo un discorso unico.
I punti vivi di questa straordinaria edizione sono: l’Auditorium della musica, il Villaggio del Cinema costruito per l’occasione, il Maxxi cui sono seguiti il Teatro dell’Opera, la Casa del jazz, la Casa del cinema, Palazzo Altemps, Piazza di Pietra, via Condotti, ponte Sant’Angelo, l’isola Tiberina, la multisala Barberini e il My Cityplex Savoy.
Questi luoghi romani sono come spazi che impreziosiscono una città già preziosa per la sua storia. Ospitano performance, proiezioni, Red Carpet, incontri e mostre. Un insieme variegato di eventi che incuriosiscono e fanno penetrare nell’infinito, affascinante mondo della macchina da presa.
È una festa nella festa, in una città che sta andando alla deriva per la non curanza di chi dovrebbe averne cura, che nonostante tutto sa riprendere il cammino fiera di sé, della sua storia e della sua grande bellezza.
Non dimentichiamoci che la città eterna da sempre è un set a cielo aperto per film importanti e serie TV coinvolgenti. Pochi anni fa Paolo Sorrentino le ha reso merito con il suo film “La grande bellezza” aggiudicandosi pure un Oscar.
Antonio Monda, direttore artistico, sottolinea con ardore che il Festival del Cinema di Roma ha un carattere leggero e sereno,
curioso e internazionale, dal rigore assoluto tanto che: «con un tocco di angostura nell’amaro di certe storie, ma con un retrogusto dolce o piccante nella scelta dei protagonisti in arrivo a Roma» tutto diventa assolutamente unico, perché unico è il luogo, dove da 14 anni approda questa manifestazione.
Definizione migliore non potrebbe esserci per dar un volto a questa straordinaria kermesse dal livello assolutamente internazionale.
Alla conferenza stampa di chiusura Antonio Monda esordisce dicendo: “Siamo molti entusiasti, i numeri parlano chiaro… Gli eventi hanno riscosso tutti molto successo”. È davvero stato così. Un successo inatteso ma assolutamente meritato.
L’edizione quest’anno si apre con il film: “Motherless Brooklyn. I segreti di una città”, di Edward Norton. Segue “The Aeronauts” diretto da Tom Harper. Il film narra la storia di Amelia Wren e del meterologo James Glaisher, che nel 1862 vogliono far progredire la conoscenza del tempo atmosferico.
Il regista Lulu Wang presenta “The Farewell”. Troviamo una strepitosa Catherine Deneuve, diretta da Cédric Kahn, protagonista della pellicola “Fête de Famille”, in cui una famiglia si riunisce per festeggiare il settantesimo compleanno della madre Andréa.
Come in tutte le riunioni familiari qualcosa è sempre sgradevole, qui l’incantesimo tranquillo è rotto dall’arrivo inatteso della figlia minore, Claire, scomparsa alcuni anni prima.
Lorene Scafaria presenta “Hustlers. Le rafazze di Wall Street”, con una splendida Jennifer Lopez.
Non poteva mancare Martin Scorsese che con la sua maestria firma una pellicola che ha molti commenti favorevoli: “The Irishman”.
Il cast è di tutto rispetto, troviamo i grandi del cinema americano: Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci e Harvey Keitel. La pellicola racconta, nel corso dei decenni, uno dei più grandi misteri irrisolti della storia statunitense, la scomparsa del sindacalista Jimmy Hoffa.
Non manca nemmeno l’esplosiva Renée Zellweger diretta Rupert Goold.
Chi non la ricorda negli abiti della sfigatissima Bridjet Jones?
Eppure, lei è riuscita a uscire da quel personaggio recitando con successo in molte altre pellicole. Un’ulteriore prova della sua qualità di attrice.
Non mancano le pellicole italiane. Viene presentato “Il ladro di giorni” diretto da Guido Lombardi, con Riccardo Scamarcio e Massimo Popolizio. Grandi attese per la pellicola italiana.
C’è un film colombiano che ha smosso molte critiche non solo negative ma anche positive: “Tantas almas” del regista Nicolás Rincón Gille. Un film crudo ma al tempo stesso narra della vita in una terra bella ma pericolosa.
José rientra nella sua casa in mezzo alla giungla dopo una lunga pesca notturna e scopre che le forze paramilitari hanno ucciso i suoi due figli. È l’inizio di un viaggio solitario per recuperare i corpi e dare loro una degna sepoltura.
Queste sono solo alcune delle tante pellicole che accompagno questa kermesse romana, anche se molta curiosità si aggira intorno al primo film da regista di Bruce Springsteen.
Bruce Springsteen debutta come regista con “Western Stars”, versione cinematografica del suo ultimo disco. Firmato a quattro mani col suo collaboratore fedelissimo Thom Zimny…
Peccato solo che Bruce Springsteen non è a Roma. Un’assenza, la sua, assolutamente sentita.
Come a ogni Film Festival non manca il Red Carpet, accolto e impreziosito dai grandi del cinema
C’è Martin Scorsese, Bret Easton Ellis, Fanny Ardant la francese tutta charme, Ethan Coen, Benicio del Toro, Kore-Eda Hirokazu, Edward Norton, Bertrand Tavernier.
Sul Red Carpet John Travolta da il meglio di sè. Sceglie un look decisamente particolare, camicia bianca tutta rouches, persino sui polsini lasciati sbottonati, mocassini senza calze, che lo rendono un uomo glamour. Sfoggia un total black (camicia a parte), diciamo il solito outfit da “non sbaglio mai”.
Troviamo la stravagante Jia Zhangke e Zhao Tao, Mira Sorvino l’americana bionda e slanciata. Imelda Staunton e la magnetica Michelle Dockery entrambe in Valentino come la bizzarra Frances McDormand, mentre Bill Murray total white firmato Laura Biagiotti.
Le nostre attrici italiane tra cui Martina Stella che indossa un abito con ampie aperture sul décolleté e sui lati, non deludono mai. La showgirl Alessia Fabiani sorprende con il suo look eccentrico e estremamente sensuale, una tuta attillatissima piena di lustrini.
L’inarrestabile Sandra Milo vestita da gran sera come si compete alla vera diva, e poi Nicoletta Mantovani, total black.
Rocío Muñoz Morales la troviamo sul Red Carpet di “Judy”, vestita in maniera semplice, una maglia (scollata sulla schiena) con maniche a sbuffo e pantaloni. Elegante senza esagerare.
Una tra le stelle più affascinati di questa kermesse è Gugu Mbatha-Raw, con il suo abito firmato Gucci. Lina Sastri non manca di presentarsi con la sua autentica sobrietà osando una piccola stravaganza con un gilet luccicante al posto della camicia che le dà uno stile rock, abbinato a stivali in camoscio.
In questo girotondo di abiti preziosi, di donne bellissime e famose, di attori internazionali, di registi assoluti e visionari, Cristina Comencini chiude il Festival del Cinema di Roma presentando il suo ultimo film “Tornare”.
Una storia intensa, emozionante. La storia di Alice che torna nella sua terra, dopo aver vissuto in America.
Incontriamo una bravissima Giovanna Mezzogiorno. È lei la protagonista tanto voluta dalla Comencini. Il messaggio di “Tornare” smuove nello spettatore un’infinità di emozioni, sensazioni, ricordi intimi, domande. Possiamo dire che “Tornare” è un thriller dell’inconscio e un film sul tempo.
Pierfrancesco Favino e Carlo Verdone chiudono l’ultima giornata del Festival del Cinema di Roma.
Favino consegna il Premio alla Carriera all’attrice statunitense Viola Davis, già Premio Oscar.
Ma ecco che arriva il vincitore di questo Festival del Cinema Roma: Alessandro Piva
Il pubblico lo proclama vincitore. A lui il Premio del Pubblico BNL per “Santa Subito”. Un film intenso, profondo, crudo che lascia un ampio spazio di riflessione. Il film racconta la storia di Santa Scorese, giovane attivista cattolica pugliese barbaramente uccisa da uno stalker nel marzo del 1991.
Il premio per il miglior film è andato a “The dazzled” di Sarah Suco. Un film travolgente, emozionante, stimola riflessioni su aspetti spesso lasciati in ombra. Premio per la miglior regia A Lorenzo Mattotti va il premio per la miglior regia per la pellicola: “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”.
La motivazione per l’assegnazione del premio recita: “Una favola senza tempo destinata ad adulti e bambini raccontata con efficacia, delicatezza e maturità. Una regia che eredita lo straordinario talento compositivo delle illustrazioni di Lorenzo Mattotti ed immerge lo spettatore nella magica Sicilia di Buzzati”.
La giuria come sempre assegna il Premio speciale, quest’anno se lo aggiudica “Son-mother” di Mahnaz Mohammadi.
Un premio assolutamente meritato con una motivazione di tutto rispetto: “per la messa in scena lucida e partecipe di emozioni profonde e coinvolgenti, calate in una dimensione di denuncia culturale, sociale e politica. Un film in cui l’assenza di parole è un urlo alla libertà d’espressione”.
Eva Cools riceve il Premio Timvision per la sua pellicola “Cleo”, con la seguente motivazione: “Cleo è un film drammatico e autentico che sceglie la strada più difficile per raccontare l’elaborazione del lutto e il senso di colpa incrociando sullo stesso piano la vittima e il carnefice”.
Questa edizione è stata senza dubbio particolarmente intensa, ricca, significativa … non resta che aspettare con ansia le prossime.