Stare bene? Basta un clic. E già, pare che la tecnologia possa venirci in soccorso anche per permetterci di vivere meglio, di avere un corpo più sano che, si sa, è il primo requisito perché anche la mente resti presente. Il benessere olistico degli anni Duemila sembra essere sempre più “connesso”: fra dispositivi indossabili (i cosiddetti wearable) e intelligenza artificiale, la forma fisica è ormai a portata di tutti, anche di chi ha poco tempo o poco denaro. Uno smartphone e un collegamento internet sono tutto ciò che serve: via via che si familiarizza, si possono spalancare porte (virtuali) dietro le quali troveremo una schiera di professionisti cibernetici pronti a prendersi cura di noi. Dal nutrizionista al maestro di yoga, dal personal trainer al guru della meditazione, tutto, ma proprio tutto, è ormai davvero a portata di un clic. Si chiama smart life e ci semplifica la vita.

Due tendenze parallele

Eppure, fra le tendenze del benessere olistico in questi forsennati Duemila, si ritrova proprio il “digiuno digitale”: ridurre al minimo tecnologia e connessioni pare essere diventato il lasciapassare per una vita lunga e felice. D’altronde, fin dalla notte dei tempi, il progresso ha sempre avuto due facce: da un lato ti semplifica la vita, dall’altro te la ingabbia. Si propone come un generosissimo benefattore, ma dietro quelle spoglie si cela in realtà un predatore scaltro ed egoista. Sicché, mentre ci crediamo interconnessi e ormai vicini a tutto, da Phoenix a Timbuctù, scopriamo di essere molto più soli e lontani da noi stessi e dal mondo.

smat life vita digitale - Life&People Magazine

I due volti della smart life

Ecco che oggi a parlare di “smart life” – alla lettera “vita intelligente” – si rischia il corto circuito comunicativo. Ci sarà chi pensa a una vita ipertecnologica, supportata da devices e assistenti virtuali e chi invece immagina un buen retiro lontano da tutto, soprattutto da celle telefoniche, antenne e frequenze GHz. I primi hanno ormai vita semplice: quel famoso clic è sufficiente per avviare un programma di alimentazione personalizzato, una sessione di meditazione guidata, un’ora di fitness bruciacalorie, ma anche una festa in videocall o un matrimonio virtuale, con tanto di invitati Avatar e torta nuziale Zero Grassi. I secondi devono invece darsi da fare per trovare, fra una rete e l’altra, spazi di disconnessione possibili.

Disconnect to reconnect

In loro soccorso arrivano weekend e vacanze di disintossicazione digitale, al grido di “disconnect to reconnect”. Fra le mete più stabili ci sono il deserto del Gobi, le Simien Mountains in Etiopia, la Cordigliera peruviana, Nepal, Galapagos, alla ricerca del tempo e della natura perduti.

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  • … nel Regno Unito

Per chi teme l’isolamento totale e prolungato, ci sono poi soluzioni più a portata di mano: nel cuore delle campagne britanniche si trovano per esempio le casupole pensate da Unplugged per aiutarvi a guarire dallo stress digitale. All’arrivo, vi verrà chiesto di depositare in cassaforte telefoni, tablet e portatili, che resteranno blindati per almeno 72 ore, il tempo necessario, dice la scienza, per migliorare il tono generale, la qualità del sonno e tutti gli altri sintomi da intossicazione tecnologica (ansia, difficoltà di concentrazione, scarsa memoria). Ogni vacanziero viene munito di un kit di sopravvivenza comprendente mappe (di carta!), macchina fotografica old style e perfino un vecchio telefonino da bacucchi, utile soltanto per comporre numeri telefonici. Sembra molto crudele, ma chi resiste per quei fatidici tre giorni, giura che non vorrebbe più tornare in modalità online.

  • … in Francia

Stessa esperienza praticabile anche in Francia, nel cuore della rigogliosa Valle della Loira: nelle Loire Valley Lodges si può usufruire anche di massaggi, passeggiate artistiche, bagni sonori, sessioni di yoga nel bosco e di silvoterapia, per imparare a respirare con gli alberi. Un pacchetto di 3 giorni tech-free è proposto anche in Algarve: al Pine Cliffs, il telefono viene requisito all’arrivo, per evitare tentazioni. Basta notifiche e colli piegati: meglio godersi una tisana ayurvedica (magari in Jacuzzi) o un massaggio con pietre e cristalli riscaldati!

  •  … o in Messico con le star di Hollywood

La vacanza tech-free attrae ormai anche le star. Se volete incontrarne qualcuna, salite su un volo per Mexico City: nella penisola di Punta Mita, su una scogliera coperta di verde, si trova il lussuosissimo Glamping Resort Naviva: 47 acri di terra sull’Oceano Pacifico, con 15 tende superaccessoriate che permettono – grazie alle architetture completamente aperte – una esperienza di full immersion nella giungla tropicale. Ecco che si realizza la più completa e benefica delle connessioni, quella con Madre Natura.

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