Siamo soliti utilizzare strumenti di lavoro senza conoscerne le origini, pensando forse che queste informazioni non servano. Ci sono invece esempi che dimostrano il contrario, ovvero come questo approccio analitico e storico aiuti a realizzare progetti diversi, a capire, cercare e promuovere innovazioni. Un esempio arriva da un piccolo strumento maneggevole e facile da utilizzare, – quasi magico – che dagli anni ’80 è ritornato alla ribalta. Stiamo parlando dell’uncinetto, piccolo, pratico, comodo e di facile impiego e trasporto, utile non solo per lavori e prodotti ad uso familiare ma anche strumento per creare oggetti fashion tanto che, il mondo della moda lo ha accolto prima con curiosità e poi con interesse. Ma come, dove e perché nasce l’uncinetto? Qual è la sua storia e le sue origini?
Piccolo strumento tornato protagonista
Grazie all’ handmade (“fatto a mano”) domestico, alcuni metodi di lavorazione, – ad esempio – sono eredità di un passato molto antico, di epoca egizia o nord europea, in territorio vikingo, come nel caso del cd. “viking” una lavorazione adottata non solo per produrre gioielli utilizzando il rame, grazie alla sua morbidezza ma anche per realizzare parti dell’abbigliamento. Altri metodi di impiego si rifanno ad una storia più recente, a partire dal XVI secolo per riproporsi in modo nuovo intorno agli anni Venti con il “finger knitting” (“lavorazione con le dita”) che ha visto un breve ritorno d’interesse a fine millennio. Sono inoltre numerosi gli studiosi che hanno analizzato e cercato prove e documentazioni sul reale luogo di nascita dell’uncinetto e le ricerche hanno prodotto risultati purtroppo discordanti seppure interessanti.
Grazie alle indagini della studiosa statunitense Mary Thomas,
l’origine dell’uncinetto sarebbe da ascrivere all’area egizio-sumerica o alla penisola araba; indicazione legata al ritrovamento di reperti provenienti da scavi archeologici effettuati proprio in area egizia, nei quali sarebbero rinvenuti uncini in osso di grandi dimensioni. D’altronde il ritrovamento in zone posizionate vicino a luoghi frequentati da pescatori, avrebbe indotto gli studiosi a supporre che tali grandi uncini fossero strumenti di lavoro impiegati per riparare le reti danneggiate dalla pesca, sia sui fiumi che in mare aperto.
Gli strappi dovevano avvenire con una certa frequenza tanto da rendere necessario un procedimento non più solo manuale ma anche con strumenti che servissero a rendere più rapido e preciso il recupero della funzionalità delle reti stesse. E ciò sembrava avvalorare la conclusione secondo cui questo uncino, riconosciuta la sua utilità, sia adattato con dimensioni diverse e più ridotte, per diventare anche utile strumento per lavorare filati di canapa e altri materiali come il cotone con cui venivano realizzate vele, coperte, ceste, stuoie e tutto quanto risultava utile alla vita quotidiana principalmente per i pescatori e le loro famiglie.
Se consideriamo però il ritrovamento di certi oggetti fatti con questi uncinetti
– ante litteram – come bambole, cappelli, copricapi rituali o mantelli e gonnellini per parate militari, scopriamo che questi arrivano da paesi più diversi e lontani, dalla Cina alla Penisola dello Yukatan, dall’Africa alla Turchia, dalla Scozia al Sud America. Proprio dai popoli sudamericani, arriva un’ informazione importante per tracciare la storia dell’uncinetto: si tratta dei primi abiti realizzati grazie ad un uso innovativo dell’uncinetto servendo alla realizzazione degli abiti per le cerimonie iniziatiche che celebravano l’ingresso dei ragazzi nell’età adulta. Dobbiamo attendere però il XVI secolo per verificare la reale e capillare diffusione dell’uncinetto che avvenne in chiese e conventi dove le suore erano impegnate ad arricchire di decorazioni i paramenti e ornamenti sacri.
Erano decori molto raffinati di dimensioni molto ridotte
da richiedere strumenti molto piccoli e delicati, assimilabili a quelli dei pizzi. Un periodo importante per la storia dell’uncinetto sarà la metà del 1800 quando, la prima rivista spiegava come usarlo in funzione del progetto da realizzare. A fondarla fu la francese Eleonoire Riego de la Blanchardiere (1828 – 1887) che, visitando un convento di Dublino, rimase colpita dalla bellezza di alcuni lavori.
Alla luce di tale esperienza, – fondamentale nella divulgazione di quella che era ormai già diventata un’ “arte”- Eleonoire Riego de la Blanchardiere fu colei che inventò il “pizzo d’Irlanda”. Sulla storia dell’uncinetto non poteva mancare anche una piccola leggenda: si narra che in un paesino della Baviera una brava donna – che realizzava lavori artigianali – si fosse meravigliata per la bellezza dei fiocchi di neve che scendevano dal cielo. Prese allora filo e ago curvo realizzando le forme dei fiocchi; da questo ago curvo pare sia nato l’uncinetto e il suo utilizzo.