Inaugura oggi la retrospettiva dedicata all’artista colombiano Fernando Botero, la mostra è ospitata a Palazzo Bonaparte, a Roma, fino al 19 gennaio 2025. Un grande nome che apre una stagione espositiva altisonante degna della Roma Caput Mundi, in vista del Giubileo dell’anno prossimo e del 25° anniversario dalla nascita di Arthemisia, la società curatrice. Un anno in cui la Capitale ospiterà grandi firme dell’arte internazionale partendo proprio dall’amatissimo pittore e scultore colombiano, scomparso il 15 settembre scorso, a novantun’anni. Una vita per l’arte come lui stesso ammise:

“La mia ambizione era di essere un pittore, e soltanto un pittore. Ho cominciato a dipingere a quattordici anni e da allora non c’è stato nulla che sia riuscito a farmi smettere. Vivo con una costante fame d’arte. Aspiro a esplorare i problemi fondamentali della pittura. Non ho mai trovato altro nella vita che mi causi altrettanto piacere.”

Mostra Fernando Botero a Roma - Life&People Magazine

L’enigma delle forme

120 capolavori, tra cui dipinti, acquarelli, sculture e alcuni inediti accompagneranno il visitatore in un universo esuberante, leggero, quasi magico. Popolato di fisicità prorompenti, visi rubicondi, gambe tornite, pance pingui mai rivolte a sottolineare la tematica del sovrappeso ma incentrate sull’aspetto del volume:

Mostra Fernando Botero a Roma - Life&People Magazine

“Quando dipingo una natura morta dipingo anche con il volume, se dipingo un animale è volumetrico, anche un paesaggio» spiegava lo stesso Botero in un’intervista al quotidiano El Mundo «Mi interessa il volume, la sensualità della forma. Se dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, lo faccio sempre con questa idea del volume, non è che ho un’ossessione per le donne grasse”

Opere di medie e grandi dimensioni che rappresentano la sontuosa rotondità del suo universo femminile, restituito con effetti tridimensionali e colori spesso sgargianti, ma tutt’altro che sinonimo di sensualità o di estetica naïf, primitiva. Realizzazioni che catturano l’essenza della vita quotidiana, mixando ambiguamente umorismo e profondità emotiva, dolcezza e sensualità, per tratteggiare tematiche sempre attuali, iperrealiste, mai fedeli a ciò che sembra al primo sguardo. Botero dipinge, scolpisce e crea con un preciso obiettivo:

«Dare all’uomo momenti di felicità, lasciare che l’arte costituisca un rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana» sosteneva «Invece gli artisti oggi preferiscono lo shock e credono che basti provocare scandalo. La povertà dell’arte contemporanea è terribile, ma nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo!»

Influenze e divergenze

Ma nella più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata a Fernando Botero non mancheranno le versioni di capolavori della storia dell’arte, come le Menine di Velázquez e la Fornarina di Raffaello, il celebre dittico dei Montefeltro di Piero della Francesca, i ritratti borghesi di Rubens e van Eyck. Cimentarsi nel confronto con la tradizione e nella reinterpretazione dei grandi capolavori del passato, i nudi, i ritratti di religiosi, la corrida, la natura morta, il circo, la gente e la vita latino-americana è sempre stata una sua fissa, sin dal primo viaggio studio in Europa, a soli 16 anni, pagatosi con la conquista del secondo premio al IX Salone degli artisti colombiani, organizzato presso la Biblioteca Nazionale di Bogotà.

Mostra Fernando Botero a Roma - Life&People Magazine

«La storia dell’arte è la storia della bellezza e della sua creazione. Se dipingo un quadro che ha lo stesso tema di un pittore famoso, io sono parte della stessa tradizione»

E ancora, temi classici come il circo e la corrida, quest’ultimo forse il tema più interessante perché interpretato attraverso il filtro della tradizione ispanica molto sentita nell’arte, da Goya a Picasso. Una sala è dedicata, infine, alla più recente sperimentazione tecnica del maestro che, dal 2019, dipinse con acquerelli su tela: opere quasi diafane, frutto di un approccio delicato, forse senile, ai temi familiari di sempre.

Mostra Fernando Botero a Roma - Life&People Magazine

Mostre per dialogare non per esporre 

Viaggiatore nell’anima e coi piedi, una vita raminga spesa tra la Colombia, il Messico, New York, Parigi e Pietrasanta, in Toscana, dove di trasferì nel 1983 per essere vicino alle cave di marmo e attingere la materia prima per le sue  voluminose sculture, e dove realizzò anche due affreschi sul tema del Paradiso e dell’Inferno nella chiesa della Misericordia. Per Botero dipingere e scolpire è una necessità interiore, ma anche un’esplorazione continua verso il quadro ideale che non si raggiunge mai.

«Nell’arte il segreto per crescere è confrontarsi. Un’esposizione in un museo è una opportunità per confrontare un’opera con un’altra che è sempre la migliore lezione di pittura. Occorrono occhi freschi, liberi da ogni pregiudizio» ammetteva «Fortunatamente l’arte ha una grande dote, quella di essere inesauribile. È un processo senza fine, nel quale non si smette mai di imparare»

Condividi sui social