Zaino sulle spalle e testa leggera si cammina senza mappe sulle tracce di antichi pellegrini lungo percorsi millenari. Camminare per scoprire angoli d’Italia inediti, fuori dai tracciati più battuti. Oppure per addentrarsi nella propria mente, ad ogni chilometro un po’ più in profondità dentro se stessi. C’è anche chi cammina per dimenticare, per rigenerarsi, per staccare dalla frenesia quotidiana e riconnettersi all’essenzialità, alle proprie priorità. Andare per cammini in estate può rappresentare una valida alternativa anche per coloro che vogliono chiarirsi le idee e ricominciare in qualche ambito della propria vita: ogni bivio, ogni salita e ogni difficoltà allena la mente alle scelte di percorso e alle fasi alterne dell’esistenza.
Disconnettersi per riconnettersi
Lo zaino stesso rappresenta per i pellegrini una croce, un peso reale – ed emotivo – con cui convivere durante il tragitto. Come lo zaino si alleggerisce man mano che ci si avvicina alla meta, così anche i pensieri e i problemi si dipanano strada facendo. Lo zaino è anche simbolo di casa: in un piccolo spazio da 50 litri occorre stipare tutto l’occorrente per affrontare il percorso: un cappello a falde larghe, una borraccia, un impermeabile, cerotti, calze e pochi, selezionatissimi, indumenti. Lungo il percorso non si indossano vestiti ma pensieri: il cammino è l’occasione giusta per esaminare, sfaccettare, consumare ogni giorno una riflessione nuova. Lo si può fare in solitaria o confrontandosi con altri camminatori conosciuti lungo il tragitto. Spesso sui sentieri nascono amicizie indissolubili, qualcuno ha incontrato addirittura la propria anima gemella e non se n’è più separato.
Camminare in estate per guarire con le piante
Sui cammini si guarisce. Nel silenzio delle foreste di montagna o delle campagne in collina, sui crinali appenninici o sulle rive di un lago il corpo acquisisce ritmo, regolarità, forza. L’anima si riconnette al cuore abbracciando gli alberi, ascoltando il canto degli uccelli, bagnando i piedi nei ruscelli, annusando i fiori o facendosi carezzare dal vento. Lo dice anche la medicina forestale, nuova frontiera della ricerca green, che camminare nella natura ha valenze terapeutiche. Mentre l’umore migliora, la pressione del sangue si normalizza, la glicemia si abbassa e la creatività si scatena, con la diminuzione della “pressione” esterna.
A ciascuno il proprio cammino
Per questo motivo anche in Italia sta esplodendo il trend delle vacanze green e dei tour operator che guidano e accompagnano gli escursionisti lungo i cammini sparsi per il Bel Paese. Possono fornire assistenza lungo il percorso, proporre guide escursionistiche esperte del territorio, fare trasporto bagagli per alleggerire le fatiche e potenziare il rendimento dell’esperienza. Dalla via Francigena, regina dei cammini con il suo itinerario europeo, a decine di bellissimi sentieri da percorrere a ritmo lento, attraversando paesaggi marittimi, antiche vie religiose, percorsi montani. Si possono affrontare in varie tappe per più giorni o a tratti per escursioni di un giorno o un weekend. E una volta intrapreso un cammino, cresce la voglia di nuove tappe da conquistare e di territori da esplorare.
Identikit del camminatore seriale
Si diventa pellegrini di cammino in cammino. I camminatori sono turisti che amano prendersi i propri tempi, fermarsi e sostare ogni volta che incontrano luoghi nuovi. Viaggiatori che non vogliono adeguarsi alle scadenze prefissate, ma anzi interpretano il tragitto come un’occasione di incontro, conversazione, ascolto. Turisti che preferiscono mangiare nei locali tipici o nelle trattorie lungo la strada e fare acquisti nei piccoli negozi di quartiere o nelle botteghe-di-tutto-un-po’. Un viaggio che si trasforma in scoperta di se stessi e degli altri. Sempre più internazionali e intergenerazionali, i pellegrini compulsivi vanno dai 16 ai 75 anni. Tutti accomunati dalla voglia di scoprire l’Italia lentamente, rispettosamente e consapevolmente.