Lo stereotipo dei fotografi di moda non è sempre il più positivo. Le maestranze che gravitano intorno a questo meraviglioso e complesso mondo diventano sovente figure ben note, protagoniste a loro volta del carosello fashion globale. Stilisti, sarti, fotografi e registi: la mente creativa che partorisce ogni passerella e ogni collezione, pittori sulla bellissima tela del corpo delle modelle. Steven Meisel è senza dubbio un personaggio che incarna il protagonismo che si nasconde spesso dietro le quinte ma che riesce comunque ad emergere con forza.
La personalità di questo fotografo è complicata ma davvero affascinante: sfuggente ed ineffabile, noto a tutti ma allo stesso tempo inarrivabile; quando ci fu un cocktail party per celebrare la sua ultima collezione firmata per Zara, a Lower Manhattan, c’erano tutti tranne lui. La Greta Garbo dei fotografi, come spesso lo hanno definito, divenuto celebre per i suoi trent’anni di collaborazione con Vogue, per la quale ha firmato tantissimi servizi e copertine, nonché per il celeberrimo libro fotografico “Sex”, che nel 1992 ritraeva la cantante Madonna in pose decisamente osé, entrate poi prepotentemente nell’immaginario collettivo di moltissimi adolescenti.
Dopo gli studi in disegno
alla High School of Art and Design di New York, Steven si approccia alla fotografia quasi per caso, scattando qualche foto-provino alle modelle di Elite. Da qui la carriera di fotografo di Meisel è decollata rapidamente, portandolo ben presto a realizzare campagne per marchi prestigiosi come Prada, Versace, Valentino, Dolce & Gabbana e Calvin Klein, tra gli altri. Cura le copertine di album di successo come Like a Virgin di Madonna nel 1984 e Daydream di Mariah Carey nel 1995. Meisel viene ricordato similmente per aver lanciato la carriera di molte modelle famose, tra cui Linda Evangelista, Karlie Kloss, Naomi Campbell e Lara Stone. Il preferito di ciascuna di esse, l’unico in grado di catturare la loro vera essenza primordiale e selvaggia attraverso l’obiettivo.
Il coffee table book Sex lo lancia nell’olimpo dei fotografi di moda grazie al suo stile controverso ed irriverente: Madonna viene ritratta poco vestita, o come mamma l’ha fatta, in tantissime pose diverse tra loro, una più provocatoria dell’altra. Un punto di riferimento per tantissimi colleghi, grazie al suo stile che non scende mai a compromessi. Nel portfolio di questo artista, tantissimi tributi cinematografici, come quello a Blade Runner (marzo 1998); l’omaggio all’iconografia hollywoodiana degli anni ’40 e ’50 in Pulp (luglio 2004); An Undiscovered Musical, progetto che nel 2015 reinventa il duo Ginger Rogers e Fred Astaire; il suo personalissimo Horror Movie (2014), un tripudio di macabre atmosfere thriller che diventano lo strumento per una potente dichiarazione contro la violenza sulle donne.
Vita privata inarrivabile, intervistarlo è praticamente impossibile
Attualmente, Meisel vive e lavora a New York, e le sue fotografie continuano a comparire in importanti campagne pubblicitarie e su riviste di fama mondiale. Il suo lavoro è caratterizzato da un impegno costante verso la ricerca di una visione estetica davvero unica, in grado di scatenare dibattiti accesi e accendere conversazioni su temi sociali importanti. La sua dedizione all’uso della fotografia nella moda come piattaforma per commentare questioni sociali più ampie è esemplificata dal suo pregevole lavoro, inscalfibile con il passare degli anni; editoriali memorabili che sfidano le narrazioni convenzionali. Questi progetti riflettono l’ambizione di Meisel di non limitarsi a catturare la bellezza, ma di comporre opere d’arte che risuonino al di là dell’industria fashion, facendogli guadagnare un posto di rilievo tra i più grandi fotografi di moda della storia.
«Il lavoro è qualcosa che faccio semplicemente d’istinto, mi viene spontaneo. Si tratta di immagini che ho in testa fin da quando ero bambino».
Un processo creativo spontaneo e genuino, istintivo e mai artefatto: Steven Meisel dirige l’obiettivo sulle modelle come fosse un pennello intinto in una tavolozza di colori, pronto a sprigionare tutto il suo genio e a rappresentarlo sotto forma di fotografia. Un talento unico e forse irraggiungibile, la voce fuori dal coro di cui l’industria ha sempre più bisogno.