Creative, versatili, uniche e oscure, le righe, hanno attraversato i secoli da assolute protagoniste del fashion system. Sullo sfondo dell’instancabile Dolce Vita italiana, i tessuti a righe hanno sempre trovato terreno fertile, nella culla della moda estiva, concedendosi nelle collezioni primavera estate il ruolo di protagoniste che meritano. Lo sa bene Miuccia Prada che, fautrice dell’estetica ugly chic, celebra questa soluzione tessile con la coerenza che la contraddistingue e con la ricerca del contrasto che da sempre caratterizza la sua visione artistica.
Con la loro storia le righe paiono instancabili,
che esse siano verticali, orizzontali, asimmetriche o irregolari, non smettono di trovare spazio nelle collezioni estive proposte dai più celebri designer. Uno sguardo al passato verso l’ispirazione futura, ma come sono arrivare le righe sui tessuti? Come sono approdate sulle passerelle del fashion system? Le prime tracce di tessuti a righe risalgono all’antico Egitto, dove il lino, ampiamente utilizzato, veniva tessuto in motivi a righe. Anche nella Grecia e Roma antiche, sebbene meno comuni, queste comparivano nelle trame intrecciate per realizzare toghe e altri abiti, spesso come indicatori di uno status sociale o professionale. Durante il Medioevo europeo, le righe avevano una connotazione prevalentemente negativa: erano associate a gruppi marginalizzati come prigionieri, servi e giullari. L’uso delle righe in questo momento storico aveva lo scopo di distinguere questi individui dagli altri membri della società, rimarcando così la loro esclusione e subordinazione.
Solo con il Rinascimento europeo, le righe iniziarono a perdere una buona parte della loro connotazione negativa
e cominciarono ad apparire più frequentemente, specialmente tra i marinai e i lavoratori. Sono proprio i marinai francesi a scegliere le righe, propagando nel tempo una tradizione scolare che continua ancora oggi. D’altronde, queste risultavano piuttosto utili, facilitando l’identificazione dei membri dell’equipaggio in mare aperto. È il 1858 quando la Marina francese formalizza l’uso della maglia a righe: la marinière. La svolta è compiuta, e questo tessuto diventa un simbolo distintivo della cultura marinaresca, ma non solo: esse iniziarono a comparire anche nella moda infantile e nell’abbigliamento da spiaggia, rappresentando quella freschezza e quella informalità tanto richieste nell’epoca Vittoriana.
L’ulteriore step verrà poi compiuto da Coco Chanel. Colei che si impossessò della stampa a righe rendendola iconica e, ad oggi, un classico intramontabile. Simbolo distintivo di modernità, introdotto negli anni 20’ del Novecento, le righe prendono piede anche nella Parigi degli artisti, dipinta da Pablo Picasso e Henri Matisse.
Inseritasi nel culto occidentale,
la riga nel XX secolo ha subito purtroppo anche dei momenti di forte crisi, che le hanno conferito una connotazione negativa. In particolare durante la seconda guerra mondiale, quando le righe contraddistinguevano tristemente i prigionieri ebrei nei campi di concentramento nazisti. Una parentesi oscura, che ha irrimediabilmente macchiato l’avvenire della riga verticale. Ma la catastrofe internazionale non rappresentò la fine definitiva di questo trend; a testimoniarlo le tantissime soluzioni striate presenti nelle collezioni di moda contemporanee.
Creative, versatili e contemporanee
Come elemento popolare imprescindibile, il mondo della moda contemporanea ha saputo rendergli onore celebrandole e rinnovandole con estrema creatività. Eleganti e informali a seconda del contesto, amate per la loro capacità di reinventarsi continuamente e intercettare le necessità del suo pubblico, le righe sono sempre protagoniste. Hanno rappresentato ordine e disciplina ma anche ribellione e anticonformismo. Sia nel mondo dell’arte che della moda, sono simbolo di stile senza tempo, apprezzate per la loro semplicità e versatilità. Con la loro storia ricca e complessa si sono dimostrate in grado di riflettere i cambiamenti culturali, sociali e artistici delle diverse epoche. Dall’essere simbolo di marginalizzazione sono diventate punto di riferimento dello stile mondiale, attraversando i secoli nel bene e nel male, reinventandosi, rimanendo sempre rilevanti, potenti e simboliche, ma soprattutto alla moda.