È forse già abbastanza sorprendente scoprire che, nella città più turistica d’Italia, – Venezia – nella meta riconosciuta nel mondo come prima irrinunciabile destinazione per i viaggi in Europa dopo Disneyland Paris, esiste ancora un’oasi di pace intonsa, neppure troppo lontana dal centro. Un bastione che resiste da secoli sì alle invasioni dei nemici, ma anche a quelle dei visitatori più maleducati. Se poi aggiungiamo che qui si realizza anche uno dei vini più esclusivi e ricercati della penisola, lo stupore non può che aumentare fino a tramutarsi in forte curiosità. Si tratta dell’Harmonia Mundi, prodotto a San Francesco della Vigna, sestiere Castello.

Harmonia Mundi | Life&People magazineMoltissime le testimonianze che lo consacrano come il vigneto più antico di Venezia, attivo addirittura dal 1235, sopravvissuto a così tante epoche basandosi su una gestione esclusivamente ecclesiastica, almeno fino ad oggi. Una ricetta, una tradizione che va avanti da quasi un millennio e che recentemente inglobata in quella che è un’altra importantissima storia vinicola veneta: stiamo parlando di Santa Margherita, marchio storico della regione che ha deciso di investire importanti risorse nel recupero degli antichi vigneti urbani.

Al riparo dagli sguardi indiscreti dei turisti

e dalle fotocamere dei loro smartphone, adiacente ad una chiesa cinquecentesca dalla inconfondibile facciata in stile palladiano, si cela un monastero francescano in cui si coltiva vino da oltre otto secoli. Una liturgia compiuta dai monaci quasi con la stessa solennità di quella eucaristica, in cui pure il vino ha un ruolo decisamente centrale, che adesso si fregia di una nuovissima cooperazione, il cui risultato è un prodotto davvero unico distribuito in sole 1107 unità. Santa Margherita ha presentato i frutti della collaborazione relativi all’annata 2022, il primo esito dell’innesto dei vitigni nobili di Glera e Malvasia proprio a San Francesco, avvenuto nel 2019 per mano dei suoi più esperti agronomi.

Harmonia Mundi Santa Margherita | Life&People magazineNumerologia religiosa a parte, le poche bottiglie numerate simboleggiano ancora di più il carattere mistico ed eccettuativo dell’Harmonia Mundi, generato e non creato in quegli stessi luoghi in cui si narra che San Marco stesso abbia sostato, profetizzando la nascita e la fondazione di Venezia. Qui Santa Margherita ha deciso di impegnarsi altresì a restaurare la vicina cappella di San Marco, nonché l’importantissima biblioteca che sorge nel convento, un altro luogo sacro fin troppo poco pubblicizzato contenente quasi centomila volumi di cui almeno tredicimila “testi antichi” dal valore inestimabile, ricercatissimi specialmente in ambito ecumenico e francescano.

Coltivato rispettando le tecniche più tradizionali,

con una paziente lavorazione a mano in vigna a partire da viti ad alberello, con l’impianto delle più belle varietà di fiori perenni tra i filari, che arricchiscono il vigneto con le loro infiorescenze colorate, questo vino riesce ad incarnare perfettamente la sua storia secolare, ma anche a strizzare l’occhio al mondo moderno. Lo fa, ad esempio, attraverso il suo packaging davvero ricercato: bottiglia serigrafata arricchita da ombre e sfumature di blu e dorato che richiamano i caratteristici colori della Laguna, racchiusa in un cofanetto realizzato da resti di imbarcazioni e briccole dismesse, quelle piccole strutture in legno diffuse lungo il basso corso dei fiumi impiegate per indicare le vie d’acqua. Un segnale forte e non scontato per la sensibilizzazione alla salvaguardia dell’ambiente, che con i suoi cambiamenti climatici è sempre più tristemente al centro dei dibattiti di settore vinicolo.

 Harmonia Mundi | Life&People magazineHarmonia Mundi si presenta come uno spumante prodotto a metodo Charmat, che si basa sulla fermentazione del mosto di uve piuttosto aromatiche. All’assaggio, presenta un gusto sapido e dinamico, con una singolare ampiezza e complessità donata anche dal lungo affinamento sui lieviti della durata di almeno sei mesi. Un prodotto ricco di gusto e di storia, tra i più interessanti ed esclusivi degli ultimi anni: in sintesi,  l’ennesimo fiore all’occhiello della già ricchissima cultura enogastronomica veneta.

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