The Tortured Poets Department, l’ultimo album di Taylor Swift, pubblicato da appena un mese, sta frantumando ogni record streaming e di vendite, confermando l’immensa influenza della super star statunitense sulla cultura pop contemporanea, di cui è diventata la regina incontrastata. Il nuovo lavoro percorre un sentiero narrativo tipico della cantautrice, in grado di raccontare un universo di liaison impossibili, tipi umani deprecabili, come il protagonista di The Smallest Man Who Ever Lived, e di una sequela di bad guys che non meritano il suo amore. Un’elegia sentimentale cadenzata dal caratteristico sound Synth Pop che costituisce il fil rouge della produzione degli ultimi anni e che prosegue nelle canzoni di questo album che assume i toni di un  un memoir intimo e graffiante della vita sentimentale, immaginaria e non, della cantante.

The Tortured Poets Department

I 31 brani della tracklist dell’album nella versione Anthology costituiscono la summa dello stile e dei temi che hanno fatto di Taylor Swift la referente globale di un pop sintetico nel sound, ma totalmente genuino nei contenuti. Nonostante il successo travolgente che l’ha proiettatata appena diciottenne nel gotha della musica mondiale, Taylor riesce a rimanere intimamente quella ragazza con la chitarra che racconta con versi taglienti, appassionati e diretti i sentimenti che le passano nel cuore, sulla pelle e tra le dita che infine compongono melodie semplici e universali, spesso relazionate con la sua storia personale che si eleva a topos. 

Fin dal primo ascolto, gli Swifties, i fan della pop star,

si sono scatenati proprio alla ricerca di riferimenti

più o meno espliciti alla vita privata, – al presente e al passato di Taylor -, nell’intento di capire a chi si riferiscano le canzoni dell’album. Dai milioni di post che hanno invaso la Rete e i Social Network in questo moto esegetico collettivo, appare evidente che gli Swifties ritengono che il pezzo So Long, London sia dedicato a Joe Alwyn, il fidanzato storico, con cui ruppe nel 2023 dopo sei anni di relazione, che in molti pensavano sarebbe stato l’unico protagonista di questa antologia di amori sbagliati e difficili.

Ma ecco che appaiono un golden retriever nel testo della title track e il protagonista di Guilty as Sin?

che sarebbero identificabili con l’eclettico frontman dei 1975 Matty Healy con cui Taylor ebbe una breve e tormentata relazione proprio all’indomani della rottura con Alwyn e poco prima di innamorarsi del suo campione Travis Kelce. Al compagno attuale, il giocatore dei Kansas City Chiefs, vincitore del Superbowl 2023 – evento che consacrò la relazione con la Swift – sarebbe invece dedicata The Alchemy, l’unico pezzo con happy end presente nell’album.

The Tortured Poets Department | Life&People MagazineLe interpretazioni dei fan attendibili o meno, – ciò che è certo è che i cattivi ragazzi, quelli che trovano “le ragazze normali noiose” -, sono la fonte principale di ispirazione di questo doppio album, così esteso e intenso da essere definito dai critici del “The New York Times”, Matt Stevens e Shivani Gonzalez, ‘eccessivo’ e ‘sovraccarico’ per la quantità di canzoni e per la tematica di base che non varia quasi mai. Considerazioni condivise da altri critici importanti, come Rob Sheffield di Rolling Stone, secondo cui l’album è un progetto ‘selvaggiamente ambizioso e gloriosamente caotico’ o Chris Willman di Variety che lo etichetta come  ‘audace e stravolgente’, fino alla stoccata di Laura Molloy di NME che parla di ‘un album per lo più privo di cambiamenti o evoluzioni stilistiche degne di nota’.

D’altra parte, è la stessa cantautrice ad ammettere

quanto la tematica sentimentale autobiografica sia il pozzo creativo da cui attinge da sempre per produrre la sua musica che, piaccia o no, è un fenomeno globale inarrestabile che si nutre proprio della riconoscibilità dei testi e del flow musicale inconfondibile. Una coerenza stilistica che si rivela vincente nei fatti, come dimostra una volta di più il grande successo che stanno riscuotendo i concerti evento del The Eras Tour arricchiti da sette brani tratti dal nuovo album in occasione del lancio: But Daddy I love him, So High School, Who´s Afraid of Little Old Me?, Down Bad, Fortnight, The Smallest Man Who Ever Lived e I Can Do It With A Broken Heart. 

Il fenomeno Taylor Swift non accenna a placarsi e questo ultimo lavoro

rappresenta una effettiva opus magna

per la mole e la qualità dei pezzi raccolti che meritano un ascolto attento e profondo e non solo volto a scovare le tante citazioni e gli indizi disseminati nelle canzoni. I testi delle 31 tracce saranno anche ripetitivi, poco aulici, poetici o innovativi, come sostiene una parte della critica, ma si rivelano sempre capaci di calare l’ascoltatore in una intimità quotidiana, fatta di dialoghi e situazioni così ben tratteggiate da rendere evidente il talento poetico di Taylor Swift.

The Tortured Poets Department | Life&People MagazineUna scrittura immediata e senza pretese messianiche, ben riassunta da uno dei versi della canzone che dà titolo all’album, The Tortured Poets  Department, che recita: ‘Tu non sei Dylan Thomas e io non sono Patti Smith, questo non è il Chelsea Hotel e noi siamo due idioti moderni’. Proprio questa lucidità ironica nel pesarsi e nel definirsi ‘idiota moderna’ racconta un’artista la cui potenza comunicativa affonda le radici nella poesia contemporanea americana, di cui oggi Taylor Swift è probabilmente la rappresentante più fulgida, avendo trovato la formula della semplicità narrativa che dà accesso al privilegio dell’universalità.

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