L’heritage della maison d’alta gioielleria più importante al mondo brilla in Via Condotti. Fino a metà maggio è possibile visitare la nuova mostra gioielli Bulgari allestita nella storica boutique di Roma. Un patrimonio artistico eccezionalmente accessibile a tutti grazie al taglio cabochon, una delle tante invenzioni rivoluzionarie che hanno contraddistinto la storia della casa romana.
Il taglio cabochon è il filo conduttore
nasce dalla mente di Costantino e Giorgio Bulgari a metà degli anni Cinquanta, dunque in uno dei momenti di massima popolarità del negozio di Via Condotti, al tempo punto di riferimento della vita mondana. L’idea fu quella di compiere un ulteriore passo in avanti nella creazione dei preziosi, proponendo inediti abbinamenti cromatici tra le pietre.
Da questo presupposto nasce l’intuizione di creare una gemma ispirandosi alle cupole delle chiese di Roma e utilizzando la tecnica caboche (testa in francese). Una novità che lega ancor di più la storia della casa di alta gioielleria alla città eterna, costante fonte d’ispirazione in grado di far convergere la maestosità del passato, l’attualità del presente e la visione avanguardista del futuro. Da un punto di vista tecnico, il tipo di taglio, al contrario di altri, impedisce alla luce di penetrare in modo angolato donando così al prezioso una brillantezza più forte, esaltata dalla combinazione di gemme e pietre. La mostra arriva in un momento delicato per la maison. Lo scorso 14 febbraio è infatti scomparsa all’età di 93 anni Marina Bulgari, figlia di Costantino; una figura chiave, le cui grandi ambizioni la portarono a fondare nel 1976 un nuovo brand, Marina B. A lei si devono diverse tecniche rivoluzionarie come il “giunto cardanico”, utilizzato per legare tra loro le pietre.
Risplende la “sala degli argenti”
Non è casuale la scelta di allestire l’esposizione all’interno della Domvs Arena, area del negozio di Via Condotti conosciuto per più di cinquant’anni come “Sala degli argenti”, spazio dedicato alla collezione di argenteria artistica della famiglia. Un luogo costruito per omaggiare il fondatore Sotirio e lasciare allo stesso tempo scolpita nella memoria l’origine della maison, semplice boutique d’argenteria fino a diventare haute joaillerie.
La sala è nata nel 1934 per volontà degli eredi Giorgio e Costantino, subentrati alla morte del padre avvenuta appena due anni dopo l’apertura del negozio. Da quel momento gli arredi in legno e le vetrine sono rimasti fedelmente legati agli interni originali. La Domvs Arena è ormai punto di riferimento fondamentale per il racconto di Bulgari, come dimostrano diverse altre mostre, tra cui spicca quella sulla collezione Serpenti. In passato lo spazio ha accolto anche retrospettive dei grandi artisti del Novecento come Giacomo Balla, principale esponente del movimento futurista.
Una testimonianza importante
Nel percorso espositivo Bulgari racconta la propria evoluzione dagli anni Trenta all’epoca recente. Tra gli innumerevoli pezzi di valore spicca una collana d’oro impreziosita da diamanti e pietre colorate custodita nella collezione privata della Principessa Yasmin Aga Khan. Presente poi un sautoir in oro, rubini e diamanti con un imponente smeraldo cabochon da oltre 300 carati.
Splendido inoltre l’anello in platino e diamanti incastonato con zaffiro a forma pan di zucchero, oltre che la collana arricchita da un pendente ottagonale con zaffiro cabochon appartenuta ad Elizabeth Taylor. Il gioiello era uno dei preferiti della diva statunitense che decise di indossarlo per la festa dei 50 anni dell’amato Richard Burton. Da menzionare infine una collana in oro con ametiste, citrine, smeraldi, diamanti e zaffiri (1991), un bracciale Kilim in oro e pietre colorate (smeraldi, ametiste, diamanti e rubini) oltre che una grande varietà di spille, dove ne svetta una a forma di cigno, anche questa in oro con onice, ametiste e smeraldi.
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