C’è un elemento che accomuna le principali sfilate di moda nel mondo, ed è legata alla presenza delle K Pop Star nel front row durante le fashion week; da Milano a Parigi, i brand più importanti coinvolgono sempre più personalità sudcoreane, spesso in qualità di brand ambassador. Una scelta specifica, profondamente legata al marketing e all’industria.

Il fenomeno K-Pop in numeri

Per capire l’enorme portata del fenomeno basta estrapolare alcuni numeri esemplificativi. Nel fashion show recentemente presentato da Dior alla settimana della moda di Parigi l‘attrice e cantante Jiiso ha letteralmente dominato la scena, generando più di $8.1 milioni in MIV(Mercato telematico degli Investment Vehicles), strumento in grado di rilevare l’impatto di una condivisione sui profili social. Una delle tante presenze utili ma, al contempo anche “scomode”: il volto delle star, fotografatissime sia nel front row che nel classico photocall, sono diventate talmente virali da mettere in secondo piano anche le sfilate stesse, le quale hanno bisogno di un’ulteriore copertura mediatica da parte della stampa specializzata.

 k pop star fashion weeek modaL’aspetto più interessante è che la maggior parte delle volte la star non fa sostanzialmente nulla per scaturire così tanto clamore, se non essere presenti. L’hype è infatti creato esclusivamente dai fan tramite la pubblicazione delle foto in migliaia di pagine dedicate agli idol ricche di prime impressioni, di repost e di hasthag.

Un “effetto trainante” nato nel 2018

Ma quando è cominciato questo fenomeno? L’anno “zero” dell’invasione K-Pop nella moda è datato 2018, grazie al successo clamoroso dei BTS, band capace di spopolare anche in Occidente dando avvio ad una vera e propria rivoluzione culturale, spinta in primis dalle alte cariche istituzionali sudcoreane. A differenza di Stati chiave come il Giappone e la Cina, tendenzialmente più chiusi a livello di export culturale, la Corea del Sud ha avuto l’ambizione di presentarsi come il Paese più “occidentale” d’oriente, spingendo fuori dai propri confini i propri talenti, talvolta finanziandone i progetti. Non a caso l’exploit del K-Pop è andato di pari passo con la diffusione di prodotti audiovisivi di successo come “Parasite”, film pluri-premiato uscito nel 2019, o la serie tv “Squid games”, esplosa nel 2021.

 k pop star fashion weeek modaIl fashion system ha dunque colto la palla al balzo, puntando proprio su uno degli elementi che più di altri ha spinto il K-Pop in alto: l’estetica. Tra lo stile dolly, tipico delle star femminile, a quello più fluido e androgino degli idol maschili, i brand hanno trovato nuova linfa per le proprie campagne pubblicitarie, garantendosi in questo modo nuovo pubblico, dunque nuovi potenziali clienti. Anche per questo motivo le sfilate di moda sono sempre più popolate da artisti sudcoreani che, presentandosi all’evento con un capo firmato dalla maison, ne promuovono direttamente le creazioni sui social, offrendo dunque una vetrina da milioni di follower.

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K-Pop e Fashion Week: un sodalizio che paga 

E, “l’invasione” delle star sudcoreana potrebbe proseguire ancora per tanto tempo. Analizzando i dati emersi dopo le ultime fashion week di Milano e Parigi si rivela un interesse sempre maggiore verso le due settimane della moda, scaturito da una presenza sempre più copiosa di star orientali. Nella città meneghina gli inviti sono aumentati del 300%, mentre a Parigi hanno superato il 100%. Tra gli idol coinvolti spiccano  Younghoon e Rowoon, PR Ian, Hyunjae, IU, Jay Park, oltre che altre componenti delle Blackpink.

 k pop star fashion weeek modaAl momento l’interscambio paga quindi i dividendi, in nome di un “Do ut des” che accontenta tutti: da una parte i brand fanno incetta di visibilità ottenendo attenzioni anche in oriente, dall’altra gli idoli K-Pop espandono la propria musica e il proprio personaggio anche all’estero. Come tutti i rapporti, anche questo sarà destinato ad esaurirsi una volta che l’interesse verso gli idol coreani comincerà a venire meno. Ma la moda affascina proprio per la sua capacità di leggere i movimenti, sopra e sotto la runway.

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