Un libro fotografico che raccoglie le immagini più belle di alcune case può descrivere pienamente la personalità, la follia e il genio di uno stilista? Sì, se il nome risponde a quello di Karl Lagerfeld. Non tutti sanno che il Kaiser della moda mondiale, scomparso purtroppo ormai quasi sei anni fa, era un grande amante di interior design: passione sviscerata senza freni nelle sue dimore, talmente belle da essere diventate oggi parte integrante di un volume d’arte: “Karl Lagerfeld: A Life in Houses”, coffe table book che mostra tredici delle tante abitazioni dell’artista situate tra Parigi e Montecarlo.
“La casa più bella è sempre la prossima”
Per descrivere l’amore di Lagerfeld per l’arredamento occorre raccontare un aneddoto che svela parte del suo carattere imprevedibile. Una volta consolidata la propria condizione economica, lo stilista famoso per i suoi meravigliosi lavori nelle maison Fendi, Chloè e Chanel comincia ad acquistare con frequenza nuove abitazioni seguendo uno schema ciclico. Karl individuava la casa, la comprava e, contemporaneamente, prenotava tutti i pezzi necessari per arredarla. Poi, una volta terminato il lavoro, spesso la vendeva per cercarne subito un’altra. Da qui il suo detto “La casa più bella è sempre la prossima”, divenuto uno dei suoi aforismi più famosi.
A rimanere nella memoria furono le grandi intuizioni avute da Lagerfeld in veste di collezionista. Con il passare degli anni il designer ha infatti raccolto decine e decine di oggetti dal valore inestimabile; la sua casa di Parigi situata in Rue de L’Universitè vantava per esempio una delle creazioni più famose del dadaista Man Ray: la lampada a sospensione, a cui si aggiunge la poltrona “Elda”, acquistata anni prima che diventasse di tendenza. Tra gli stili più amati dal tedesco spicca il cosiddetto “Transitional Style”: una combinazione tra moderno e contemporaneo che tocca il rococò di Luigi XV e il neoclassicismo.
I “musei privati” di Karl Lagerfeld
Più che di semplici case sarebbe più opportuno dunque parlare di piccoli “musei privati”, come dimostra un’altra dimora comprata dallo stilista con vista su Place Saint-Sulpice che, al proprio interno, ospitava meraviglie come un prezioso portagioie Cartier e antiche poltrone degli anni Trenta.
Ad entrare nell’iconografia popolare anche la famosa libreria 7L, fondata da Lagerfeld a Parigi in Rue de Lille nel 1999. Lo spazio è ancora oggi aperto al pubblico, tuttavia al suo interno era stata costruita una biblioteca studio ad uso esclusivo del designer. La particolarità dello spazio sta nella disposizione dei libri, esposti in orizzontale su scaffali metallici.
I rifugi di Karl
Particolarmente suggestivo poi il Pavillon de Voisnis, casa di campagna dello stilista sita a Louveciennes, a pochi chilometri dalla Capitale francese. In questo caso l’artista non pensò ad una collezione specifica per arredare gli interni, bensì selezionò pezzi già in suo possesso e conservati durante gli anni.
Tra le camere più belle impossibile non citare il salotto blu, elegante tonalità messa in contrapposizione con il tessuto a righe delle pareti e con il velluto del divano, degli sgabelli e delle sedie. All’interno è possibile trovare anche piccole chicche e una serie di manifesti pubblicitari tedeschi risalenti agli anni Venti. Diverso lo stile del “futuristico” rifugio sul lato sinistro della Senna, lungo Quai Voltaire, nel VII arrondissement. La casa in questo caso segue un tema molto più contemporaneo, arricchita da lussuosi sgabelli in metallo dell’inglese Jasper Morrison e da sedie argentate di Marc Newson. Un tocco di eleganza che certifica l’incredibile visione a tutto tondo dello stilista, in grado di saper leggere prima degli altri la bellezza e il valore di oggetti ed abiti, esaltandone a pieno la magnificenza e la grazia.
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