Una fabbrica di cioccolato, ma anche un grande magazzino; anzi, il grande magazzino del lusso per antonomasia: quella di Harrods è una storia fuori dal comune, in quanto lega due mondi apparentemente lontani grazie al genio del fondatore Charles Henry, il primo a gettare le fondamenta per far convergere due mondi con due sedi speculari distanti solo pochi metri l’una dall’altra. Ma quale è il lato meno conosciuto del colosso britannico?
L’intuizione del fondatore
Tutto ebbe inizio nel XIX Secolo, quindi nel mezzo della rivoluzione industriale che investe Londra in uno dei momenti più floridi della sua storia, complici anche i vantaggi di un’espansione coloniale che consentiva la scoperta di prodotti considerati all’epoca “esotici”: tra questi le spezie, il tè e, non ultimo, la cioccolata. È proprio grazie alla politica espansionista che i Grandi Magazzini Harrods, all’epoca un classico emporio di generi alimentari, nel 1870 cominciano a vendere le prime tavolette, dando il la ad una grande idea che porterà il negozio situato nel quartiere di Knightsbrisge a diventare uno dei punti di riferimento mondiali del mercato del lusso globale.
La svolta arriva nel 1897, anno in cui Charles Henry Harrods intuisce la potenzialità commerciale del cioccolato, avviando una produzione in proprio con l’obiettivo di innalzare la qualità del prodotto. Per farlo, l’imprenditore, si rivolge ai migliori maitre chocolatier francesi, chiamati a sfoderare tutta la loro creatività per realizzare dolci rivolti ad una clientela esigente e aristocratica con una cura nel dettaglio che, oltre al palato, mirava a soddisfare anche la vista, come dimostrano i meravigliosi packaging, tutti decorati con dovizia di particolari.
L’azienda si allarga
Il grande riscontro di vendite porta l’azienda ad ampliare i propri spazi. Nel 1920 infatti nasce l’Harrods Furniture Depository, edificato sempre a Brompton Road, a pochi metri dai Grandi Magazzini. Anche se nella pianificazione iniziale la struttura era destinata a fungere esclusivamente da deposito, il progettista William Hurt volle costruire un edificio speculare a quello “storico”, dunque con un’altezza di cinque piani, con le stesse decorazioni e con le fasce in pietra e mattone rivestite in maiolica.
Lo spazio ospitava gli uffici legali del Direttore nonché i magazzini e le produzioni del marchio, i té e lievitati. La famosa fabbrica di cioccolato Harrods era sita invece al quarto e quinto piano della struttura: dal 1920 agli anni Settanta uscirono dallo stabilimento più di cento tonnellate di cioccolato (tra praline, tavolette, uova pasquali e torte): l’attività era talmente proficua che, per le produzioni speciali destinate ai Reali d’Inghilterra o altre celebrità, fu creato un tunnel segreto per sviare la folla ed il traffico.
Negli ultimi quarant’anni tuttavia l’edificio subisce svariati cambiamenti. La produzione infatti dai piani alti viene trasferita al piano terra, sede dell’attuale Chocolate Hall, lussuosissima sala creata da David Collins per accogliere show cooking, chocolate tasting ed esposizioni dei più grandi Maitre Chocolatier. Presente anche un’area shop, dove era possibile acquistare ad esempio il To’ak, ovvero il cioccolato più raro al mondo estratto dalle fave dell’Ecuador con un prezzo che si aggira sui 600 euro per tavoletta.
Appartamenti lussuosi al posto della Fabbrica
Con il passare del tempo la restante parte dei piani ha subito diverse modifiche e prove di rinnovamento. Allo stato attuale, negli ultimi due piani un tempo dedicati alla Fabbrica di Cioccolato, sono ubicati due appartamenti da seimila metri quadrati con tre sale da ricevimento, cucina aperta su una terrazza destinata alle colazioni e zona notte collegata al piano superiore con suite. Un vero trionfo luxury venduto pochi giorni fa alla cifra stellare di diciotto milioni di sterline, nulla se rapportate all’inestimabile valore di un luogo che ha scritto la storia del Regno Unito e della pasticceria mondiale.
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