La storia continua: dopo tre anni di chiusura riapre il Museo della Moda e del costume, nella Palazzina della meridiana di Palazzo Pitti a Firenze. A seguito dello stop dettato dalla pandemia, lo suggestivo spazio espositivo toscano torna a mostrare le meraviglie del made in Italy (e non solo), offrendo ai visitatori una visione completa dell’immenso patrimonio culturale italiano. Tra gli abiti esposti le creazioni Giorgio Armani, Prada, Elsa Schiaparelli ma anche Coco Chanel e John Galliano.
La storia del Museo
La prima apertura del museo risale a quarant’anni fa. Era il 1983 quando, sotto la direzione di Kristen Aschengreen Piacenti, venne fondata la galleria dove vi era esposta una collezione di circa 6000 manufatti. Al suo interno era possibile visionare costumi teatrali e cinematografici entrati nella memoria collettiva oltre a diversi esemplari provenienti dagli stilisti più influenti del mondo come Valentino, Gianni Versace e Yves Saint Laurent.
Nel corso del tempo lo spazio espositivo ha presentato abiti sempre più ricercati, acquisiti grazie a donazioni pubbliche e private, utili al fine di raccontare la vita di personaggi influenti della storia del costume; esempi ne sono Eleonora Duse o la nobildonna siciliana Franca Florio. Fiore all’occhiello di tutto lo spazio è l’abito funebre di Cosimo I de’ Medici, proposto insieme a quello della moglie Eleonora di Toledo e del figlio Garzia, scomparso alla sola età di quindici anni dopo aver contratto la malaria. Non può mancare inoltre una certa attenzione verso la città di Firenze, vera culla della moda italiana nonché sede delle prime Fashion Week prima dell’avvento di Milano.
La riapertura con dodici nuove sale
Sfruttare i momenti difficili e trasformarli in opportunità: questo il modus operandi che ha permesso al Museo di riaprire dopo più di tre anni di attesa. Approfittando della chiusura forzata imposta dal periodo pandemico, i responsabili degli Uffizi hanno pensato di reinventare gli spazi di Palazzo Pitti, avviando lavori di manutenzione ed innovazione nell’area della Palazzina della Meridiana. Il risultato ha portato all’inaugurazione di dodici nuove sale, dunque ad un aumento dell’offerta artistica, ora più completa ed impreziosita da abiti importanti per la storia del nostro Paese.
Punto forte dell’importante re-opening è la collezione permanente dedicata al Novecento: l’allestimento (curato con stile essenziale da Tommaso Lagattola) comprende l’esposizione di cinquanta abiti e numerosi accessori come scarpe e cappelli.
Da Mariano Fortuny a Patty Pravo
Degli anni Venti è possibile ammirare pezzi come il Delphos in tonalità cipria di Mariano Fortuny, il manto vellutato di Paul Poiret con pizzo d’oro e decorazione floreale, oppure l’iconico abito “flapper” di Coco Chanel. Presenti, inoltre, veri e propri capolavori moderni indossati dalle dive più rappresentative del pop. È il caso del capo realizzato da Gianni Versace per Patty Pravo negli anni Ottanta ornato da motivi geometrici e stravaganti, oppure dell’immortale guaina nera di Jean Paul Gaultier che ha contribuito al successo iconografico di Madonna. Tra le meraviglie sartoriali quelle di Elsa Schiaparelli, Gianfranco Ferrè, John Galliano e tanti altri.
La nuova collezione permanente è soltanto il primo atto di una lunga serie di altre inaugurazioni. La mission è chiara: rendere Palazzo Pitti principale punto di riferimento a livello mondiale, seguendo così l’esempio di altri luoghi particolarmente attenti alla storia del costume e alla moda come il Victoria & Albert Museum di Londra. In tal senso è importante sottolineare l’invito del Direttore degli Uffizi, Schmidt, il quale durante la presentazione ai media ha lanciato un appello a tutti i personaggi dello spettacolo esortandoli a donare alcuni capi del proprio guardaroba: un modo sostenibile per far crescere ancor più l’archivio del Museo.
Leggi anche: La moda di Victor e Rolf in mostra: a Monaco la retrospettiva surrealista