Due indizi fanno una prova. Sia Louis Vuitton che la maison Dior presenteranno le rispettive pre fall 2024 uomo ad Hong Kong. Non certamente una scelta casuale per i due brand più influenti del menswear mondiale che, una volta terminata l’emergenza sanitaria anche nella regione autonoma cinese si apprestano a conquistare nuovamente il mercato a colpi di fashion show spettacolari. Un progetto che, dietro al fascino artistico, nasconde una mossa quasi disperata da parte del settore del lusso alle prese con una crisi difficile da gestire.
La differenza nella tempistica
Louis Vuitton ha mosso per primo le acque, annunciando l’organizzazione della prima “Resort” firmata Pharell Williams in una delle location più spettacolari della città: la Avenue of Stars di Hong Kong Sar, corrispettivo orientale della più nota Walk Of Fame hollywoodiana, situata sul lungomare di Tsim Sha Tsui. La data dello show è quella del 30 novembre.
Una vera location di culto, dove si trovano centinaia di impronte appartenenti alle celebrità più rappresentative dell’Asia Centrale. Il defilé, dalle caratteristiche mastodontiche, verrà trasmesso in diretta streaming nelle principali vie della metropoli, con l’obiettivo di coinvolgere cittadini e turisti. È ancora invece avvolta nel mistero la data e la venue della sfilata Dior, la cui pre fall 2024 andrà in scena il prossimo anno. Per la casa di moda francese guidata da Kim Jones si tratta di un ritorno in Oriente dopo il fortunato fashion show del 2018 di Tokyo, a cui poi sono seguite mete molto diverse come il Cairo, sede dell’ultima resort svoltasi sotto le meravigliose Piramidi di Giza.
Perché Hong Kong? Le mosse di LVMH
Ma cosa ha portato due brand “competitor” a scegliere contemporaneamente una metropoli così peculiare come Hong Kong per la stessa tipologia di collezione? Dietro alla scelta di Louis Vuitton e Dior ci sarebbe la mano del gruppo LVMH, colosso che sta facendo i conti con la crisi del settore lusso, al momento in fase di stallo. Le intenzioni della multinazionale francese sono quelle di sedurre nuovamente il mercato asiatico, rimasto in difficoltà per la pandemia. Ricordiamo infatti che in Cina (Paese da cui è partita l’infezione di Covid-19) la cosiddetta “normalità” è tornata soltanto pochi mesi fa, nel gennaio 2023, con l’apertura delle frontiere.
Il rallentamento della poderosa macchina produttiva del Paese del dragone ha portato la clientela asiatica ad allontanarsi dai prodotti di lusso occidentali. L’intervento di Louis Vuitton e Dior servirà dunque anche a cercare di riconquistare una fetta di mercato fondamentale per tutta la filiera. I dati forniti da LVHM in fondo parlano chiaro: nell’ultimo trimestre si è verificato un incremento dei ricavi del solo 11%, briciole se paragonate al +34% registrato in precedenza.
Preoccupa il rallentamento cinese
Da un punto di vista economico, la flessione dell’interesse verso i beni di lusso sta spaventando in modo considerevole tutta la fashion industry. Questo perché in alcuni casi i ricavi di alcuni brand dipendono da ciò che succede nella Repubblica Popolare, come accade ad esempio ai marchi di prestigio Hermes, Moncler e Burberry, i quali prendono dall’oriente quasi il 50% dei ricavi.
Non a caso, in attesa di riaccendere i rapporti con la Cina, parte dell’industria sta guardando con molta attenzione un altro mercato in forte ascesa, quello indiano; Paese che sembra dare in prospettiva risposte molto positive, dettate soprattutto dal benessere della generazione millennials, fascia d’età disposta a spendere vantando redditi più alti della media. Non è da escludere dunque in tempi futuri uno spostamento d’attenzione verso l’Asia meridionale come già fatto qualche mese fa da Maria Grazia Chiuri. Sarà Mumbai la nuova Pechino?
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