Nati per fornire ai piloti dell’aviazione una protezione ottimale dai raggi solari, sono diventati nel tempo un simbolo di stile. Gli occhiali Ray-Ban sono i protagonisti di una storia che li rende ancora oggi un accessorio di moda imprescindibile.

L’inizio di una fantastica storia chiamata Ray-Ban

Nel lontano 1936, l’azienda americana Bausch & Lomb produttrice di lenti e prodotti oftalmologi introdusse gli occhiali Ray-Ban sul mercato con l’obiettivo di fornire massima protezione solare agli aviatori durante le loro missioni. Pochi sanno che le menti creative dietro il nascente marchio Ray-Ban sfruttarono l’ingegno di designer e ingegneri esperti per creare occhiali che potessero garantire non solo una visione ottimale durante i voli ma che rappresentassero per il mercato dell’epoca una vera e propria opera d’arte. Così fecero con il primo modello denominato “Aviator”, divenuto famoso per la sua peculiare e caratteristica forma a goccia che derivava per l’appunto dalla necessità di coprire un’ampia area visiva durante le operazioni aeree.

| Life&People MagazineL’estetica degli occhiali Ray-Ban fu plasmata dai visionari Raymond Stegeman e il tenente John Macready, ma spesso è ignorato il grande contributo di Dorothy Shaver, prima donna presidente di un importante magazzino americano che, con la sua influenza giocò un ruolo  fondamentale nell’introdurre i Ray-Ban al grande pubblico, arrivando così a conferire fama ad un marchio destinato a dominare la scena degli accessori.

Perché il nome Ray-Ban?

Fu proprio la Shaver, ritenuta una figura influente nel settore moda, a comprendere il potenziale di questi occhiali battezzandoli con un nome che richiamasse la loro funzionalità principale: “bannare i raggi solari”. Il nome Ray-Ban rappresenta la fusione di due parole: “ray” che sta ad indicare i raggi solari e “ban” che suggerisce l’azione di bandire. Nati, quindi, per “bandire i raggi solari”, riflettevano appieno la loro origine, ossia quella di proteggere gli occhi di chiunque li indossasse per vezzo o per necessità dai sempre più dannosi raggi UV.

Il boom della popolarità negli anni ’60 e l’era della rebel culture

Gli occhiali Ray-Ban salirono alla ribalta negli anni ’60 grazie alle loro apparizioni cinematografiche. Audrey Hepburn li rese iconici in “Colazione da Tiffany”, conferendo loro uno status di eleganza e glamour. Ma non erano solo sinonimo di eleganza, poiché divennero anche simbolo culturale associato ad un certo spirito sovversivo. Indossati da icone della musica e del cinema incarnarono perfettamente lo spirito libero di un’epoca rivoluzionaria: il marchio guadagnò una reputazione globale, consolidando la sua posizione nella storia della moda. storia origini occhiali ray ban | Life&People MagazineIl modello Aviator divenne strumento della cultura pop. Indossati da celebrità come James Dean e ribelli di tutto il mondo, conquistò la moda non solo per la sua forma, ma anche perché tale oggetto meraviglioso era composto da materiali innovativi. Per l’epoca, l’uso della plastica nelle montature, in particolare l’acetato, contribuì a definire uno stile unico e leggero. Con l’introduzione poi dell’iconico “Wayfarer” dalla forma squadrata si diede il via ad un movimento volto a scontrarsi con il design più tradizionale, catturando l’attenzione delle nuove generazioni. I Ray-Ban si resero testimoni di movimenti culturali, riflettendo e influenzando le tendenze della società. Numerosi artisti, musicisti e attori li adottarono come simbolo di espressione personale: da Bob Dylan a Madonna, gli occhiali Ray-Ban divennero parte integrante dell’immaginario degli artisti, trasformandosi in veri e propri messaggi e dichiarazione di stile.

Il trionfo al cinema

La forma dei Ray-Ban subì ancora nel tempo varie trasformazioni ispirate da influenze inaspettate. In particolare, durante gli anni ’70, il design del modello “Balorama” fu il prodotto della richiesta di attori come Peter Fonda, noto per il film “Easy Rider”. Ma furono gli anni ’80 a consacrare definitivamente gli occhiali al grande pubblico grazie alla loro comparsa sempre più trionfale sul grande schermo, diventando così accessorio indispensabile  delle star cinematografiche. Tom Cruise in “Top Gun” e “Risky Business”rese gli Aviator sinonimo di coolness e determinazione. Anche in “The Blues Brothers” John Belushi e Dan Aykoyd indossarono il modello Wayfarer contribuendo ulteriormente a consolidare la presenza degli occhiali Ray-Ban nella cultura popolare cinematografica di quell’epoca.

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La rivoluzione tecnologica

Nel corso degli anni, Ray-Ban ha attraversato diverse fasi di trasformazione. Cambiamenti di proprietà e strategie di marketing hanno plasmato il marchio, ma la sua essenza di classe e stile è rimasta invariata. L’acquisizione da parte di Luxottica nel 1999 portò una nuova prospettiva, ma la filosofia del brand è rimasta intatta nel tempo. A seguito dell’evolversi della tecnologia, Ray-Ban ha abbracciato innovazioni come l’integrazione di tecnologie smart nei loro occhiali, senza perdere il suo fascino vintage.

storia origini occhiali ray ban | Life&People MagazineGrazie all’avanguardista collaborazione con Google che ha portato alla creazione di occhiali intelligenti si è creato un connubio perfetto tra stile e funzionalità avanzate. Oltre a tale unica collaborazione per la creazione di occhiali intelligenti, recentemente si sperimentano sempre più materiali avanzati. Un esempio sono gli occhiali in fibra di carbonio, introdotti nel 2013, creati a seguito della stessa tecnologia utilizzata nell’industria aerospaziale, attraverso la quale si garantisce non solo uno stile distintivo ma anche una leggerezza sorprendente.

Curiosità inaspettate

Risulta doveroso evidenziare ancor più le peculiarità relative alla nascita di alcuni modelli cult che hanno impreziosito la storia del marchio. Infatti, pochi sanno che il modello “Outdoorsman” degli Aviator fu originariamente progettato per i cacciatori e presenta caratteristiche uniche come i cappucci in plastica sui terminali delle astine, che possono essere utilizzati per fissare un laccio al collo e mantenere così gli occhiali al sicuro durante l’attività all’aperto. Inoltre, il celebre logo a sette tacche sulle aste degli occhiali fu ispirato dalle alette laterali di un caccia bombardiere. Questi dettagli apparentemente insignificanti rappresentarono invece per il marchio l’aggiunta di un ulteriore tocco di fascino e ruggedness alla storia del famoso marchio di occhiali.

L’influenza culturale oggi

Ray-Ban nel tempo ha sempre dimostrato la sua resilienza nel mondo della moda eyeware. Questa capacità di evolversi ha contribuito a mantenere il marchio in cima alle preferenze di chi cerca uno stile senza tempo. Pertanto, anche la pubblicità degli occhiali hanno subito l’evoluzione della cultura e della comunicazione. Dagli spot televisivi degli anni ’50 che enfatizzavano il fascino dell’Aviator alla campagna “Never Hide” del 2007, incentrata sulla diversità e sull’autenticità, le strategie pubblicitarie di Ray-Ban sono cambiate nel tempo.

Life&People MagazineLa capacità del marchio di adattarsi e reinterpretare la sua immagine ha contribuito al suo successo duraturo. Oggi la gamma di forme offerte è ampia e le montature si adattano ad una varietà di stili, permettendo a chiunque di esprimere la propria personalità attraverso gli occhiali. Da questo si evince che la storia di questi occhiali è un viaggio avvincente ricco di dettagli affascinanti e spesso poco noti. Fusione tra design classico e innovazione tecnologica che li rende unici desiderabili, confermando il loro status intramontabile. Non solo un marchio, un’icona che continua a ispirare e ridefinire gli standard di eleganza senza tempo con un tocco di modernità.

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