Come affermava la lungimirante Virginia Woolf, <<sono gli abiti a portare noi, e non noi a portare gli abiti; possiamo far sì che modellino bene un braccio, o il seno, ma essi ci modellano a piacer loro il cuore, il cervello, la lingua>>. Un pensiero certamente condiviso da chi, per mestiere, forgia animo e personalità dei personaggi di una storia. E questo non avviene solo in campo letterario se si considera che in un film l’impatto che l’immagine e l’aspetto dei protagonisti ha sugli spettatori è determinante. Lo sa bene Quentin Tarantino che da sempre affida ai costumi un ruolo fondamentale nella definizione delle forti personalità che popolano le sue pellicole. Outfit divenuti iconici nel tempo sono stati pensati dal regista, e creati dalle sue costumiste, con lo scopo di trasmettere precise suggestioni. Costumi che definiscono l’identità di chi li indossa sul set, hanno reso, così, celebri, film come “Kill Bill”. Un capolavoro cinematografico che festeggia proprio questo mese i suoi vent’anni.
Costumi che parlano al pubblico
Tarantino non potrebbe desiderare, per questa ricorrenza, regalo migliore del successo che i look dei suoi protagonisti hanno riscosso fino ad oggi divenendo trend di stile soprattutto per la generazione Z. Uscito nelle sale nell’ottobre 2003, arrivando in Italia il 24 di quel mese, “Kill Bill” mostrava sin dalle prime scene un appeal contemporaneo. Un’indimenticabile Uma Turman viene picchiata mentre indossa un abito da sposa restando in fin di vita mentre Bill uccide tutti gli invitati della sua festa nuziale. È questa l’inquadratura di apertura del film di Tarantino, in cui si evince subito quanto l’abbigliamento dei personaggi volesse parlare al pubblico in modo diretto.
I look veri protagonisti
Catherine Marie Thomas
e Kumiko Ogawa, questi i nomi delle due costumiste che vent’anni fa hanno cucito addosso ai protagonisti della pellicola interpretata dalla Turman, non semplici indumenti di scena, ma una ‘doppia pelle’ che ne raccontasse indole, pensieri e sentimenti. Ogni costume di Kill Bill, infatti, rappresentava una chiave di lettura dei personaggi a tal punto da essere considerato esso stesso un protagonista tanto quanto chi lo avrebbe indossato. Così, dal dopamine dressing della celebre tuta gialla e nera, ispirata a Bruce Lee, al Motorcore della giacca biker, indossata sempre dalla Thurman, passando per i suoi stivali da cowgirl in pieno stile Western, gli outfit proposti dal celebre film di Tarantino sono sempre più ripresi dalla moda giovanile degli ultimi anni.
L’iconica tuta gialla e nera
In primis, ad incontrare i gusti della generazione Z è proprio l’iconica tuta indossata dalla Turman che, lungi dal voler esibire il corpo della protagonista, mirava ad integrarsi perfettamente nel percorso del personaggio: una donna fiera e pronta a tutto per raggiungere il suo scopo. Era la prima volta che il cinema sfoggiava un look colorato per un’eroina d’azione, personaggio a cui solitamente era riservato il colore nero. Il merito più grande riconosciuto a quel capo così rivoluzionario nel mondo della Settima Arte, risiede nell’aver elevato un indumento di sportswear, come la tuta, grazie all’uso del color blocking, con l’intento di creare un look che rimanesse impresso nella mente degli spettatori.
Un risultato pienamente raggiunto vent’anni fa e confermato ancora oggi dall’intramontabilità dei quei costumi. Quella a cui ha dato volto Uma Turman non era una sposa sensuale e seduttrice, bensì una donna che sceglieva la praticità; un aspetto che la rende, in questa società, quanto mai contemporanea e modello per le nuove generazioni.
Le sneaker indossate dalla sposa
D’altra parte, sotto la tuta gialla resa celebre da “Kill Bill” non spuntano certo vertiginosi tacchi a spillo, bensì le famose Onitsuka Tiger Mexico 66 indossate dalla sposa. Divenute simbolo senza tempo, oggi continuano ad essere sfoggiate da influencer e modelle come Bella Hadid e Kaia Gerber occupando un posto d’onore nello sneaker game. Non c’è molto da stupirsi considerando che quelle che appaiono nel film sono sneaker customizzate ed è ben visibile, durante la scena del combattimento, la scritta “Fuck U” incisa sulla suola della scarpa.
I look degli altri personaggi
Oltre a quello della protagonista, a chi non si è perso “Kill Bill” sarà rimasto impresso senza ombra di dubbio anche il look della killer Gogo Yubari, interpretata da Chiaki Kuriyama. Nello scontro all’ultimo sangue con la sposa, indossa la tipica uniforme delle liceali giapponesi. Giacca, camicia bianca, un fiocco rosso al colletto, una gonna a quadri e un paio di Nike Blazer Low in suede, sono gli elementi del suo outift, ispirato alla sottocultura anni ’60 delle sukeban. Note per essere parte di baby gang criminali, queste ultime erano solite modificaare le proprie uniformi scolastiche ispirandosi ai fuorilegge dei film. Non passano in secondo piano, poi, ad un occhio attento all’estetica di un film, i kimono ideati magistralmente da Kumiko Ogawa, nonché i completi maschili creati per il personaggio dell’assassina Elle Driver.
Un ventennale dunque, quello che ricorre, che celebra non solo l’uscita nelle sale del capolavoro cinematografico di Tarantino, ma anche e soprattutto, la sua visionaria concezione del guardaroba di uomini e donne contemporanei. Un guardaroba in cui ogni capo è in grado di parlare, un guardaroba in cui, è proprio il caso di dirlo, l’abito fa il monaco.