La stagione di Formula 1 sta avendo un unico protagonista: il fenomeno Max Verstappen, pilota che in occasione del GP del Qatar ha ottenuto matematicamente il terzo titolo consecutivo. Eppure, nell’annata sportiva in corso si è rilevato anche la rinascita di uno dei team più gloriosi della storia, la McLaren: scuderia che grazie a un certosino investimento su due piloti molto giovani come Lando Norris ed Oscar Piastri ha ottenuto successi molto importanti, faticando nella prima parte di Campionato e salendo in cattedra gara dopo gara, riportando in modo graduale la casa automobilistica brittanica ai fasti di un tempo.

L’esordio in salita

Tutto ebbe inizio nel 1963, su inventiva di un pilota neozelandese con una grande mente imprenditoriale. Il suo nome era quello di Bruce McLaren che, dopo aver ottenuto alcune vittorie sulle Cooper, decise di fondare la Bruce McLaren Motor Racing LTD, scegliendo come centro una delle zone periferiche della metropoli di Londra, precisamente New Malden. L’idea era semplice: il neo team manager pensò infatti di presentarsi all’inizio della Coppa Tasmania con le stesse auto di sempre, schierando due Cooper a motore Climax da 2700 mc.

Storia McLaren scuderia - Life&People MagazineLa competizione però terminò con un epilogo tragico: se da una parte Bruce vinse il campionato, dall’altro il giovane Timmy Mayer rimase vittima di un incidente, perdendo la vita. La morte del pilota spinse immediatamente Bruce a ripensare completamente al suo progetto, chiamando a rapporto Teddy Mayer, fratello di Timmy, il quale approdò in scuderia insieme al capomeccanico Tyler Alexander: la necessità era quella di diventare in breve tempo costruttori, dunque, fabbricare in autonomia auto da mandare in pista per cercare di non incorrere più in incidenti dipendenti da eventuali difetti altrui.

Il primo prototipo e la morte di Bruce

Ma diventare costruttori è tutto fuorché semplice. Per riuscire ad arrivare ad una tipologia di auto affidabile e competitiva non bastano mesi, ci vogliono anni. Non tutti sanno infatti che il primissimo prototipo della storia della McLaren non andò mai in pista. Stiamo parlando del M1A, ottima base che portò poi allo sviluppo della M1B, macchina che approdò in pista nel 1964 al Motorsport Park di Bowmanville, in Canada, piazzandosi in testa alla classifica. Successivamente l’auto fu presentata al pubblico nel 1965 all’interno del Salone di Londra, ottenendo immediatamente un successo così ampio che portarono l’azienda alla commercializzazione.

Storia McLaren Life&People Magazine

La McLaren era finalmente sulla bocca di tutti e i tempi erano maturi per raggiungere il massimo Campionato, quello di Formula 1. L’esordio avvenne nel 1966 grazie alla sorprendente M2B, vettura molto performante grazie ad una struttura d’avanguardia sotto il profilo dei materiali, complice l’utilizzo del mallite. I motori però erano ancora poco incisivi e con un’affidabilità scarsa; per questo motivo McLaren scelse di montare un propulsore di una casa italiana, la Serenissima, elemento che però non aiutò a raggiungere i risultati sperati.

La prima vittoria arriva infatti solo nel 1968 con la M7A,

auto spinta dal motore Ford Cosworth. Il brand inglese aveva quindi spiccato il volo, ma non sapeva di dover fare i conti con una perdita improvvisa. Appena due anni dopo infatti, nel 1970, Bruce McLaren perde la vita durante il collaudo della M8D, tragedia che porta a un ripensamento ed assetto dell’organigramma: a prendere le redini del team fu infatti Teddy Mayer, colui che avrà l ‘estro di spedire la scuderia sul tetto del mondo. Sarà infatti grazie a lui che la macchina inizierà a incasellare piazzamenti sempre più incoraggianti, aumentando contemporaneamente il fatturato vendite. Il primo titolo targato McLaren è quello del 1976, anno del trionfo di Emerson Fittipaldi.

Il 1992, l’anno della rivoluzione

Il successo in F1 prosegue in modo scintillante in tutto il decennio degli anni Ottanta, dove arrivano cinque titoli, con Niki Lauda, ​​Alain Prost e l’immortale Ayrton Senna. Sarà però agli inizi degli anni Novanta che la scuderia entrerà di diritto nella storia: nel 1992 la McLaren infatti presenta un’auto rivoluzionaria, chiamata semplicemente McLaren F1, la cui particolarità risiede nell’impiego di carbonio della scocca. Un vero e proprio gioiello di ingegneria progettato da un team di esperti che comprende il pilota Gordon Murray.

Storia McLaren scuderia - Life&People Magazine

L’idea era quella di porre il pilota al centro con due sedili ai suoi lati, espediente per garantire un equilibrio e una stabilità senza precedenti. Roboante anche il motore, all’epoca di marca BMW, modello V12. Alla fine del secolo scorso la McLaren torna nuovamente in auge anche nel Mondiale, grazie soprattutto al grande impatto del pilota finlandese Mika Hakkinen, il quale vince per due edizioni nel 1998 e nel 1999 inscenando una meravigliosa sfida con un’altra leggenda del motorsport , il tedesco della Ferrari Michael Shumacher.

La voglia di rientrare nella storia da parte di McLaren

Il modello del 1992 citato, – la McLaren F1 -, rimane sul mercato fino al 1998. Successivamente per un periodo molto lungo la casa automobilistica decide di dedicarsi esclusivamente alle auto da corsa. Per trovare una nuova auto lanciata sul mercato si deve infatti attendere fino al 2011 con l’iconica MP4-12C, vettura costruita in carbonio su direzione britannica Ricardo. Successivamente la stessa macchina viene poi mutata con la 650s, proposta in una doppia versione spider e coupé, preludio di un’altra vettura di estremo successo, la P1 da 900 cv.

Rivista Life&People

Parallelamente il marchio McLaren continua a sfavillare puro nei circuiti automobilistici di tutto il mondo, complice anche un’oculatissima campagna acquisti. Nel 2008 infatti il ​​team inglese riesce a conquistare il titolo con un talento purissimo, Lewis Hamilton (che poi scriverà pagine di storia con la Mercedes). Sarà l’ultimo successo in Formula 1 di una scuderia che, anche quest’anno, è salita vertiginosamente dimostrando grande competitività reggendo il confronto con la concorrenza agguerrita di Ferrari, Red Bull, Mercedes, Aston Martin, facendo presagire di avere in mente grandi cose per il futuro con Oscar Piastri e Lando Norris. Sarà il 2024 l’anno del trionfo ed il ritorno al titolo mondiale?

Leggi anche: Jorge Martin trionfa al MotoGP di Misano: ma il vero eroe è Bagnaia

Condividi sui social