Re Giorgio accoglie nei suoi spazi la mostra di Guy Bourdin. All’interno degli Armani Silos di Milano – cuore pulsante della fotografia contemporanea – il designer italiano più famoso di sempre ha omaggiato la retrospettiva del celeberrimo artista novecentesco: cento scatti tra libertà espressiva, evocativa e potente erotismo accuratamente selezionate dal Re della moda. Un vero e proprio concentrato di bellezza tutto da ammirare.
Bourdin: lo storyteller
Si tratta di un vera e propria celebrazione, volta a sottolineare l’enorme impatto dell’artista nel mondo come storyteller. Bourdin infatti, più di altri ha saputo leggere la contemporaneità in modo dirompente, utilizzando il mezzo fotografico con grande efficacia e sfruttando la grande potenza comunicativa dell’obiettivo.
Il lavoro di Armani in tal senso non ha avuto alcun intento di tipo cronologico. Nella sale è infatti possibile ammirare la bellezza degli scatti – sempre in equilibrio tra cinema, pittura e surrealismo – grazie a un audace accostamento di sensazioni. Molto presenti le tonalità violacee, verdi e rossastre, ma anche ocra e blu, nuance perfette per descrivere un linguaggio provocatorio e controcorrente in cui spicca tutto il fascino, il mistero, la sensualità e lo shock della fotografia.
«Questa mostra – ha detto Armani – conferma la mia volontà di fare di Armani/Silos un centro di cultura fotografica contemporanea. A prima vista, Guy Bourdin non è un autore a me vicino: il suo era un linguaggio netto, grafico, forte. Nella sua opera quel che si percepisce subito, in superficie, è la provocazione, ma quello che mi colpisce, e che ho voluto mettere in risalto, sono la sua libertà creativa, la sua capacità narrativa e il suo grande amore per il cinema. Bourdin non seguiva la corrente e non scendeva a compromessi: un tratto nel quale mi riconosco io stesso, credo non ci sia un altro modo per lasciare un segno nell’immaginario collettivo».
Un tripudio di fascino ed erotismo
La sensazione che si stia assistendo a una mostra-omaggio la si avverte fin da subito: l’esposizione è inaugurata da un video che riprende Bourdin all’opera in una serie di scatti che riassumono i suoi grandi spunti d’interesse, tra cui spicca più di altri l’amore per il dark e per il noir. Tra le grandi passioni del protagonista impossibile non citare anche il cinema, presente in ogni singolo frammento e ben individubile anche nelle foto usate come campagne pubblicitarie, spiccatamente legate all’universo di Alfred Hitchcock. Proprio la donna, anzi, il fascino erotico della donna, contrassegnerà poi anche altre campagne di grande successo come quella per Charles Jourdan, uno dei primi brand a credere concretamente nel fotografo. Pensiamo ad esempio a “Caught in the Act”, diventata famosissima per quella gamba femminile in calze rosse e slingback verdi dal tacco quadrato che ferma una mano maschile intenta ad afferrare una pistola.
La retrospettiva inoltre cade a fagiolo:
proprio quest’anno infatti si celebrano i settant’anni dalla prima mostra fotografica dell’artista, allestita all’epoca ancora con lo pseudonimo Edwin Hallan nel periodo in cui il francese aveva già conquistato tutta la fashion industry; prima collaborando con i magazine più prestigiosi del mondo per poi sancire diverse partnership con le aziende più influenti del movimento. Ma se c’è un aspetto che salta all’occhio osservando l’arte di Bourdin, quello non può davvero che essere la modernità. Anche oggi, a distanza di più di 30 anni, alcune campagne come quelle realizzate per Chanel, Issey Miyake, Versace, Pentax o Loewe risultano essere contemporanee e attuali, con un tipo di approccio talmente tanto impattante da ispirare registi e fotografi dei nostri tempi, come solo i grandi artisti riescono veramente a fare. La mostra è stata presa d’assalto da un boom di visitatori e chiuderà i battenti il prossimo 19 novembre.
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