Ha scalato le classifiche europee tra gli anni Novanta e Duemila portando in alto il nome dell’Italia attraverso hits che l’hanno consacrata come la regina della musica dance internazionale di quel periodo, con brani in lingua inglese che ancora oggi fanno sognare. Summer Is Crazy, Uh la la la, The Music I Like, Happy e Goodbye. Lei è Alexia e non ha bisogno di molte presentazioni; una voce potente e grintosa racchiusa in un corpo minuto che ha collezionato decine e decine di successi discografici; oltre 6 milioni di dischi venduti, partecipazioni al Festivalbar, quattro presenze a Sanremo, con la vittoria nel 2003 con “Per dire di no”, una svolta artistica che l’ha condotta sulle linee del pop e del soul cantando in italiano. Dopo alcuni anni di assenza dalle scene musicali, oggi possiamo parlare di Alexia e del suo atteso ritorno.
L’artista italiana tra le più famose a livello mondiale ha ripreso a cantare proponedo un nuovo brano, “Proiettili e Diamanti”. Con noi si è raccontata a cuore aperto parlando della sua rinascita artistica svelandoci anche alcuni retroscena del passato.
Un grande ritorno in musica, il tuo, con “Proiettili e Diamanti”, che i fan aspettavano da tempo. Come stai vivendo questo momento?
Con serenità, senza grandi ansie o false aspettative.
C’è stato qualcosa in particolare che ti ha fatto capire che era il momento giusto per tornare in pista?
Lo scorso settembre ho registrato il mio primo progetto natalizio per fare un regalo a me ed ai miei fans. Il risultato è stato inaspettatamente apprezzato, ha generato un tour altrettanto felice; ecco il motivo che mi ha spinto a riprendermi il mio spazio.
Nel brano racconti un rapporto di amore e odio che da sempre vivi con il mondo della musica, tuo grande amore. Ora in che fase sei?
Il mio rapporto con la musica è molto complesso, sarà sempre irrisolto, forse è il solo modo che conosco per renderlo sempre vivo.
Riguardando al passato, rifaresti tutto del tuo percorso artistico? C’è qualcosa che cambieresti?
Con la maturità e l’esperienza si cambia atteggiamento. Sicuramente oggi qualche dettaglio lo aggiusterei, ma non artisticamente, piuttosto cambierei l’approccio alla vita artistica in conflitto con quella personale. Non amo guardare indietro se non per migliorarmi.
La canzone che ti rappresenta di più?
È difficile, molto difficile…ma quella che mi rappresenta di più è: “Dimmi come”.
Nell’album dei ricordi c’è il Festivalbar e anche Sanremo: ci racconti due aneddoti?
Nel mio primo Festivalbar 1996 ero già in testa alle classifiche in Italia, Finlandia, Spagna e Brasile. In Italia conoscevano in pochissimi il mio aspetto: in una tappa del tour, ricordo che dovevo far stirare i miei pantaloni. In assenza dell’incaricata, visto che era molto tardi (ero di rientro dall’estero) avevo deciso di stirarli da sola (lo so fare). Un manager di un artista mi avvicinò convinto che fossi lì a fare solo quello … declinai cortesemente. Per Sanremo 2002, invece, tanti bei ricordi. La mia grande soddisfazione fu quella di scoprire come il barman del mio albergo cambiò atteggiamento nei miei confronti. Il primo giorno durante la prima colazione, alla richiesta di avere del latte di soia mi guardò con aria scocciatissima. Dopo la mia performance si presentò con una fornitura mensile di latte di soia e gli occhi a cuoricino.
Quanto hai dovuto lottare per arrivare ai risultati che hai raggiunto negli anni, dominando le classifiche europee?
Ho lavorato durissimo da sempre, prima musicalmente, con disciplina e serietà. Ho suonato con molte cover band, l’ultima gestita da me interamente. Ho fatto esperienza su palcoscenici e divorato spartiti, concerti in dvd (non ci potevo andare ero sempre in giro per lavoro). Poi grazie al mio primo produttore ho imparato la professione di turnista in sala di registrazione e solo dopo tre anni di duro lavoro sono riuscita a convincerlo che doveva puntare su di me. Così abbiamo ripreso a lavorare insieme chiusi in studio e abbiamo ottenuto dopo un anno il grande successo mondiale.
Oggi con che mood ripensi agli anni del tuo grande successo?
Non amo guardare indietro ma le cose belle rimangono addosso per fortuna e adesso le vivo come grande scuola di innumerevoli esperienze che oggi mi concede un vantaggio enorme rispetto a molti miei illustri colleghi.
E per il futuro cosa ti aspetta?
Il futuro per me oggi è più breve e quindi deve essere investito bene. Affronto tutto con più serenità, consapevole di ciò che sono e so fare. Sono sempre piena di energia e di grinta, ma l’età è un tema che non va sottovalutato e che ti mette di fronte a scelte (per fortuna). Ho una bella famiglia che voglio godermi, quindi devo far coesistere questi due mondi e non è cosa facile. Lavoro su un nuovo progetto, sviluppo con nuovi collaboratori idee che nascono dalle mie potenzialità artistiche ed umane, affrontiamo insieme tutti i possibili scenari e studiamo il panorama musicale che ci circonda per rimanere contemporanei ma senza scimmiottare nessuno.
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