Uno dei musei più importanti del mondo si arricchisce, aggiungendo al suo archivio anche la cosiddetta nona arte. Proprio così: inaugurata infatti la sala (anzi le sale) dedicata alla mostra degli autoritratti presenti agli Uffizi di Firenze. Un’esposizione di ampio respiro con 255 opere, dal Quattrocento fino ad oggi, tra cui spicca anche l’introduzione del fumetto rappresentata da cinquantaquattro artisti come Milo Manara e Altan. Una prima volta storica che certifica, finalmente, il valore artistico della cultura fumettistica all’interno del patrimonio culturale.
Un percorso unico nel proprio genere
Si tratta di un percorso unico dove vengono raccontati seicento anni di storia attraverso la forza, sempre fascinosa, dell’autoritratto. Si va dal dipinto più antico, quello dei pittori Gaddo, Agnolo e Taddeo Gaddi fino a quelli più recenti del genio Michelangelo Pistoletto o dei tanto contestati “mattoncini” del cinese Ai Weiwei.
L’obiettivo è quello di perseguire una tradizione mai interrotta, cominciata con le collezioni del Cardinale Leopoldo Dei Medici nel Seicento e adesso esaltata al massimo nel celeberrimo Museo, il quale ha appena inaugurato proprio dodici nuove sale grazie al preziosissimo apporto della famiglia Pritzker, la quale ha donato per la causa un milione e mezzo di euro, indispensabili per avviare le operazioni di restauro. Tra le tantissime opere (dove figurano tra i tantissimi Rubens, Andrea Del Sarto e Rembrandt) non è coinvolta l’arte fotografica, proprio per rimarcare l’importanza del ritratto come mezzo per trasmettere a pieno la forza dell’immagine.
Un allestimento storico per più motivi
L’allestimento segue, come normale che sia in questi casi, uno storytelling meramente cronologico basandosi non soltanto su dipinti ma anche su sculture, installazioni ed arti grafiche; è la prima volta che autoritratti di artisti celebri vengono esposti all’interno di un percorso di visita canonico, anche se non mancano comunque precedenti. In molti infatti ricordano che, dal 1973 al 2016, parte delle opere erano esposte nel Corridoio Vasariano, uno spazio aperto al pubblico soltanto saltuariamente. Erik Schmidt, ha più volte sottolineato quanto indispensabile il coinvolgimento dei massimi esperti del settore, al fine di identificare le attribuzioni corrette ed individuare eventuali falsi, particolarmente fiorenti nel periodo del Seicento, dove sembra che il Cardinal Leopoldo sia rimasto vittima di truffa.
L’aspetto più interessante di tutto l’allestimento risiede anche nell’approccio stilistico degli autoritratti che non solo mutano da secolo a secolo, ma anche da Paese d’appartenenza. Impossibile per esempio non captare una differenza netta tra i nordici, sempre fieri del loro status, e gli italiani, generalmente più raccolti e intimisti. Spicca poi l’opulenza francese, con tante opere contrassegnate da parrucche e pizzi. Tra le proposte più contemporanee si potrà inoltre ammirare la video arte concettuale di Bill Viola, immerso tra flutti di un’installazione acquatica, così come l’autoritratto dello street artist Endless, esposto per la prima volta insieme al famoso duo Gilbert & George.
I fumetti agli Uffizi: la festa della nona arte
Tra le 255 opere esposte figurano poi alcuni autoritratti di fumettisti famosi, arrivati nel tempio dell’arte fiorentina grazie all’apporto di Mattia Morandi e Chiara Palmieri, noti per essere i curatori della mostra coeva del Lucca Comics.
«È una giornata storica per la nona arte – hanno detto i due all’inaugurazione della mostra – Se qualcuno nutriva ancora qualche dubbio questo nuovo allestimento conferma che il fumetto è a tutti gli effetti una parte fondamentale del patrimonio culturale italiano. E’ veramente un’emozione vedere gli autoritratti di alcuni tra i più importanti fumettisti italiani alternarsi agli autoritratti dei grandi maestri della storia dell’arte custoditi nelle prestigiose sale degli Uffizi».
Gli Uffizi sposano dunque il fumetto, in attesa di vedere la stessa operazione anche in altri centri culturali italiani.
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