Un’esperienza estrema concessa a pochi ed un viaggio pericoloso che si è concluso in una “catastrofica implosione” e la morte istantanea di tutti e cinque i passeggeri. Si chiude così la triste storia di Titan, il sommergibile ideato per condurre i turisti più facoltosi ad osservare da vicino il relitto del Titanic. Dopo alcuni giorni in cui tutto il mondo è rimasto con il fiato sospeso, è arrivata la conferma dell’epilogo. Una vicenda, quella del sommergibile esploso nelle acque dell’Atlantico, che fa riflettere e che pone l’accento su una tendenza travel che, negli ultimi tempi, è in larga ascesa. Sempre più persone, infatti, vogliono provare a sfidare la sorte sperimentando viaggi pericolosi.
Il viaggio su Titan e la possibilità di morire
Arrivare a circa 4 mila metri di profondità non era una novità per il Titan. Il sommergibile aveva già affrontato altri viaggi della durata di 8 giorni e 7 notti, al costo di circa 250mila dollari a persona, per scendere nei fondali dell’Atlantico, muovendosi nei dintorni del famoso relitto. Oggi però dopo la tragedia, arrivano a galla alcuni inquietanti dettagli sul viaggio. I passeggeri che in passato hanno scelto di andare a vedere da vicino il Titanic prima di salire a bordo erano tenuti a firmare un documento in cui l’azienda veniva esclusa da ogni responsabilità in caso di imprevisti, parlando chiaramente della possibilità di pericolo mortale.
Lo ha raccontato Mike Reiss, scrittore e celebre produttore dei Simpson che nel luglio dello scorso anno ha affrontato l’esplorazione sottomarina.
“Il disastro faceva parte del pacchetto” ha detto senza peli sulla lingua alla CNN.
Chiunque è salito su quel sottomarino sapeva che la possibilità di morire era alta. Lui stesso ha salutato la moglie con un bacio prima di partire consapevole che avrebbe potuto non rivederla più.
Il turismo estremo come nuova tendenza
L’esperienza del Titan non è la sola che racconta una passione sempre più sfrenata per i viaggi pericolosi; un turismo non per tutti, ma adatto solo a persone facoltose e anche molto coraggiose. Non si tratta di avventure che si possono vivere tutti i giorni, sia per la particolarità dei “percorsi” e le cifre richieste. A bordo del sommergibile esploso era presente anche il miliardario britannico Hamish Harding, 58enne amante del turismo estremo. Un esploratore navigato lo definisce la famiglia, che aveva sperimentato altri viaggi al limite. Proprio lui, infatti, era stato al Polo Sud e aveva lavorato per la realizzazione della prima linea di voli privati verso l’Antartide e lo scorso anno era stato nello spazio a bordo della famosa navicella di Jeff Bezos. Queste sono solo alcune delle esperienze più estreme e dunque con un’alta percentuale di pericolo, che si sono sperimentate negli ultimi tempi.
Il viaggio più pericoloso di sempre
resta la scalata dell’Everest, la montagna dei sogni che nasconde molti lati oscuri e nel corso della storia ha visto morire più di 300 alpinisti. Un viaggio non per tutti come lo è, del resto, anche la scalata del Monte Hua Shan, in Cina. In cima alla vetta, si dice, che si possa gustare il the più buono della terra. Peccato che per partecipare alla cerimonia bisogna affrontare quello che è considerato uno dei trekking più pericolosi al mondo, aggrappandosi alla roccia, tra qualche catena e grosso chiodo, camminando su tavole di legno degradate da tempo e dagli agenti atmosferici.
Come affrontare i viaggi pericolosi?
Sicuramente ci vuole una grande dose di coraggio e la voglia di provare esperienze che sono al limite tra il viaggio, l’avventura ed il rischio. Chi affronta questi itinerari è consapevole che l’ebrezza e l’adrenalina dell’esperienza possono valere la vita. Alcune, poi, come quella del Titan o della navicella di Jeff Bezos richiedono anche una disponibilità economica non indifferente, discriminante che non permette a tutti di poter provare questo tipo di viaggi. Per affrontare qualcosa del genere bisogna essere disposti a tutto, anche a perdere la propria vita per il gusto del brivido.
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