Una mostra itinerante e immersiva in uno dei momenti più delicati della storia recente della maison: la bellezza di Gucci è attualmente in esposizione a Shangai, città della Cina che ospita da aprile scorso “Cosmos“, retrospettiva che celebra i 102 anni della casa di moda toscana, prossima ad accogliere tra le sue braccia Sabato De Sarno, il nuovo direttore creativo pronto a fare il suo esordio a Settembre durante la Milano Fashion Week.
In Cina i modelli e gli accessori d’archivio più iconici del marchio
Un percorso oscillante tra alti e bassi quello della griffe di Firenze che, fin dal 1921, ha sempre alternato una straordinaria capacità creativa (con tante intuizioni che hanno cambiato anche il modo di intendere la moda) a degli equilibri interni difficili e instabili, specie nel passato meno recente.
Ed è proprio su questa dicotomia che si è basata la teorica e critica di moda Maria Luisa Frisa, la quale ha curato la retrospettiva esposta al West Bund Art Center di Shanghai recuperando i migliori modelli tratti dall’archivio Gucci realizzati dai tanti Direttori Creativi che si sono susseguiti negli anni, tra cui spiccano ovviamente il fondatore Guccio Gucci, Tom Ford, Frida Giannini e Alessandro Michele, il designer che è riuscito in sette anni a portare il brand al massimo dello splendore, con campagne e sfilate entrate nella memoria collettiva e capaci di attrarre un pubblico molto ampio, anche estraneo al fashion system. Non si tratta tuttavia di una mostra fredda o classica. L’exhibition infatti è pensata con un approccio immersivo, complice anche il contributo della britannica Es Delvin, artista, scenografa e costumista contemporanea che, in tandem con Frisa, ha allestito otto sezioni mescolando abilmente esperienze video, audio e cinetiche.
I modelli selezionati
Ogni sezione della mostra lascia emergere una diversa sfumatura dell’universo di Gucci: si passa infatti dagli inizi pregni d’ambizione di Guccio fino alla gestione dei suoi figli Aldo e Rodolfo, passando poi per le intuizioni dei Direttori Creativi che si sono alternati dagli anni Ottanta in poi. La prima sezione nello specifico racconta proprio la storia del fondatore, portando all’attenzione anche i bozzetti delle prime valigie disegnate da Guccio alla fine degli anni Venti. La seconda invece abbraccia la storia di Flora con molte immagini naturalistiche datate 1966.
Ampio spazio poi al percorso che esplora i look unisex più impattanti, valorizzati grazie all’ausilio di statue alte dieci metri, oltre alle borse che più hanno trovato fortuna. Immancabile poi la speciale sezione dedicata ai capi più iconici mai progettati dalla casa di moda italiana, esposti su un cubo rosso dall’altezza di tre metri. Il segmento “Carousel” è invece quello più dinamico e caratterizzato da una serie di trentadue manichini che ripercorrono l’evoluzione del brand dagli anni Settanta fino ai giorni nostri, ricreando una passerella in continuo movimento. Non manca poi anche un omaggio a Firenze, città da dove è partita la storia della griffe, presente in una parte specifica dell’allestimento intitolata “Duomo”, dove spiccano riproduzioni su scala della cupola del meraviglioso monumento fiorentino progettato da Filippo Brunelleschi.
Un allestimento itinerante
Ma la Cina sarà soltanto la prima tappa di una mostra destinata a girare in lungo e in largo in tutti i continenti. Dopo il 24 giugno infatti, ultimo giorno utile per visionare la retrospettiva nella Capitale asiatica, la mostra “Gucci Cosmos” verrà allestita anche nelle città più influenti del mondo in attesa della scrittura del nuovo, stimolante, capitolo firmato Sabato De Sarno, chiamato dal gruppo del lusso Kering per portare il brand in una dimensione ancor più contemporanea e accattivante.
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