Le t-shirt acquistate ai concerti potrebbero diventare le grandi protagoniste dell’estate 2023; questa volta non per ragioni strettamente legate a un personaggio o a un trend maker, bensì per motivazioni sociali connesse alla necessità di sfoggiare un lato della propria personalità utilizzando un item esclusivo acquistato in occasione di un evento non replicabile, caratteristica che segna un cambio di passo notevole rispetto all’indie sleaze. 

La musica racconta qualcosa di noi

“Dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei” vecchio detto popolare molto veritiero. Basta infatti sfoggiare una maglia raffigurante una creazione di un determinato artista per far trasparire le principali passioni di chi la indossa. Mostrare ad esempio una t-shirt dei Metallica svela un particolare apprezzamento per una branca del rock come il metal, così come invece una maglietta dei Blink 182 racconta l’amore per il punk. Semplici gusti musicali che, solitamente, influenzano anche altri lati del proprio carattere offrendo uno spettro descrittivo molto più ampio rispetto a quanto si possa immaginare.

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Lo stesso esempio vale anche per gli oggetti merchandising delle popstar:

spesso infatti chi decide di indossare t-shirt delle grandi dive supporta anche le battaglie sociali e personali: pensiamo banalmente a Lady Gaga, Madonna o Miley Cyrus, artiste che nel corso della loro carriera hanno sempre invitato i propri fan ad esprimersi liberamente, a costo di risultare stravaganti o curiosi agli occhi degli altri. Utilizzare la t-shirt di un cantante non significa quindi attestare di esserne un ammiratore bensì sposarne anche il pensiero e condividerne, per quanto possibile, la sua poetica.

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Ma il merchandising – arrivato così come lo conosciamo noi grazie alle intuizioni della mitica Vivienne Westwood con i Sex Pistols – come sappiamo non si limita soltanto ai grandi artisti o alle grandi dive immortali del pop. Adesso, soprattutto nel periodo post pandemico, le t-shirt si trovano anche in concerti molto piccoli, indipendenti o di nicchia, trovando particolare fortuna per mostrare in pubblico la maglia di un musicista poco conosciuto diventando un’arma vincente per far capire agli altri di essere un cultore dell’underground ma anche per rendersi riconoscibile agli occhi di chi riconosce il nome dell’artista stampato, creando così empatia e potenziali nuove conoscenze.

Esserci dopo la pandemia: la differenza con l’indie sleaze

Il settore della musica dal vivo è uno di quelli che ha subito più danni dalle restrizioni imposte dovute all’avvento dell’emergenza sanitaria, con uno stop durato praticamente due anni. Fortunatamente però dal periodo della cosiddetta ripartenza il movimento ha subito una impennata considerevole raddoppiando (a volte anche triplicando) i numeri precedenti grazie anche a una fittissima strategia di marketing da parte delle agenzie specializzate, in grado di creare hype e soprattutto di organizzare eventi speciali ed esclusivi. Con vendite di biglietti record che si esauriscono in pochi secondi, e con una rivendita che spesso raggiunge delle cifre astronomiche, ecco che la t-shirt acquistata al concerto o al Festival di turno si trasforma in un vero e proprio attestato di partecipazione, un modo per dire “Io c’ero” traslato in moda e in codici stilistici ben predefiniti.

T Shirt Concerti Life&People MagazineD’altronde, mai come in questo periodo, esiste uno stile che accoglie proprio le maglie del merch tra i propri item, ovvero l’indie-sleaze, sub-cultura esplosa soprattutto dal 2006 al 2008 in cui le principali it-girl del periodo, pensiamo a Kate Moss ed Alexa Chung, venivano spesso ritratte con una maglietta di un musicista o di un gruppo rock. In quel caso l’intenzione era quella di avvicinarsi a uno stile. Capitava infatti di indossare capi legati a musicisti che potevano anche non rientrare nei propri ascolti. Oggi invece è tutto diverso e le maglie tra l’altro non più economiche come un tempo, sono mutate da cimelio da conservare gelosamente nel proprio armadio a status symbol da indossare con orgoglio per collocarsi socialmente e concettualmente in una determinata area di interesse. I capi rimangono, il senso cambia, la moda insegna.

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