Trovare l’amore, si sa, è un traguardo non per tutti anche se negli ultimi tempi sembra essere diventato quasi una chimera. Quando la storia dei sogni tarda ad arrivare e le domeniche diventano solo momenti da dedicare a sé e agli amici, si pensa di essere rimasti indietro, di essere in svantaggio rispetto agli step canonici ai quali siamo stati abituati fino ad ora. Ma siamo sicuri che è davvero così? Oggi essere single a 30 anni è una condizione che accomuna molti giovani, vissuta da alcuni come qualcosa di cui vantarsi, per altri come esperienza frustrante e solitaria, soprattutto quando le domande sulla situazione sentimentale sono sempre le stesse e pressanti.
Da soli a 30 anni: un fenomeno globale
Essere single a 30 anni può essere un problema? Non proprio. Guardando i dati statistici, infatti, sono sempre più i giovani che arrivati agli “enta” si ritrovano ad essere soli e a non avere una relazione stabile, scelta voluta da un lato, condizione “imposta” dall’altro. Un’istantanea che racconta quello che accade un po’ in tutto il mondo.
Essere da soli rappresenta oggi un fenomeno globale e interessa anche quelle zone del mondo che un tempo erano la patria per eccellenza del matrimonio e della famiglia come i Paesi asiatici. Basta pensare che in Indonesia i matrimoni sono sempre meno, soprattutto tra le persone che hanno superato i 30 anni. Sono le donne che mettono in secondo piano il matrimonio per dedicarsi ad altro, in primis la professione.
Anni Duemila e situazione sentimentale: quanto conta la società
Trovare un partner prima dei 30 anni oggi sembra essere molto difficile, ma perché? È l’esito di una attitudine più che attuale che tende a ritardare tutti i ritmi della vita. Dal completamento degli studi, all’ingresso nel mondo del lavoro, da avere una stabilità economica fino alla creazione di una relazione seria. I tempi si sono dilatati ed i giovani si concentrano in primis sulla realizzazione personale per poi dare spazio anche all’amore.
Così la voglia di una relazione stabile, di formare una famiglia e creare un progetto comune di vita arriva sempre più tardi, in ritardo rispetto al passato ed i tanto amati 20 anni restano solo un lontano ricordo. È dunque l’impostazione della società odierna che “genera” tanti single ma dall’altra li condanna. Proprio la comunità della perfezione vorrebbe, infatti, giovani lavoratori, economicamente stabili da potersi permettere l’acquisto di una casa dove vivere con la propria famiglia. È un cane che si morde la coda ed un circolo vizioso che fa sentire inadeguato chi non è riuscito a realizzare il tanto ambito sogno d’amore.
E se la ricerca fosse estenuante?
Ostinarsi a cercare il partner perfetto non è una buona strategia per poter creare una famiglia. È provato, infatti, che più si invecchia anagraficamente e più si va alla ricerca di un compagno ideale che spesso non esiste. Si diventa così tanto esigenti e puntigliosi che trovare l’esatta metà della medaglia diventa un’impresa e l’alchimia con l’altro tarda ad arrivare. Restare a lungo da soli, inoltre, significa ricreare abitudini, pensieri, modi di fare legati solo al sé e ai quali spesso non si è disposti più a rinunciare per andare incontro al partner. Un cortocircuito che richiede impegno e voglia di scendere a compromessi, lasciandosi prendere per mano nell’affrontare la vita in modo diverso, non più su un unico binario ma su uno doppio, camminando uno a fianco all’altro.
Proprio per questo la strada da seguire è una sola:
quella dell’arricchimento. Trovare una persona con la quale condividere la vita non è facile ma bisogna anche essere ben disposti ad accettarla, senza ovviamente accontentarsi di appagare le aspettative degli altri. Dedicare tempo ad altre persone per questioni di lavoro, di sport e di hobby permette di essere coinvolti in nuove relazioni, di conoscere nuova gente, di arricchirsi e chissà… trovare qualcuno di speciale pronto a cambiare la vita: questo non sempre accade. Un mantra che la nostra società dovrebbe imparare e ricordare perché una persona single non deve sentirsi sbagliata e obbligata a giustificarsi per la sua condizione sentimentale legata all’età.
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