Terminato il Met Gala 2023 “Karl Lagerfeld: A Line of Beauty” al Metropolitan Museum of Art, a rimanere non è la solita lista di outfits iconici, quanto un archetipo di eleganza e bellezza declinato da ogni artista in modalità differenti, tutte con lo scopo di rendere onore a Karl Lagerfeld, e non solo. In filosofia si definisce “archètipo” l’essenza sostanziale delle cose sensibili, e a questo Met Gala si è visto proprio questo: la messa in scena di un grande simbolo. Non parliamo delle solite rappresentazioni ispirate al genio creativo KL, quanto più di quella che è senza dubbio la sua declinazione più azzeccata: la sua gatta Choupette. Ecco la sua storia.
Choupette: la gatta di Karl Lagerfeld divenuta icona
Si chiama Choupette ed è una splendida gatta birmana con cui il designer tedesco ha condiviso simbioticamente oltre 8 anni della sua vita. La storia d’amore, perché di questo si tratta, tra Lagerfeld e Choupette nasce nel 2011 quando Baptiste Giabiconi, modello e amico dello stilista, dovendo recarsi a Marsiglia per le vacanze natalizie affidò a Lagerfeld la sua gatta di sole 10 settimane. Choupette, razza Sacro di Birmania in color Tortie-Points, non ci mise molto ad affezionarsi all’algido designer, e per stessa ammissione di Lagerfeld, quei giorni passati in sua compagnia furono quasi mistici. Al ritorno di Baptiste, Lagerfeld aveva instaurato con la gatta un rapporto unico, che Giabiconi fu immediatamente in grado di cogliere, regalandola a Karl. «Caro mio, la tua Choupette da oggi sarà la mia Choupette», dichiarò di aver detto serissimo Lagerfeld all’amico.
Pacifica, divertente, aggraziata e con un’andatura fantastica, KL ha fatto di questa gatta la sua musa suprema.
Choupette infatti è un appellativo francese attribuito solitamente a ragazze di aspetto piacevole, grazioso; e KL ha colto in lei l’archetipo assoluto. Il simbolo ultimo di quello che lui ha sempre definito bellezza. Choupette è nata il 15 agosto, ed il fatto che sia del segno del Leone, come Coco Chanel non, può certo essere un caso.
«Non saprei dire esattamente in che modo Choupette ha cambiato la mia vita. Semplificherei dicendo che mi ha reso una persona migliore. È magnetica, ha una sua personalità ed è bellissima. Ora capisco perché gli egizi veneravano i gatti. Quando sono con lei sento le mie batterie ricaricarsi, è una fonte di energia pulita e infinita, la adoro».
Una bag dedicata, vari libri, ed un life-style
Nella vita dell’Ex Direttore Creativo di Chanel, Choupette ha rivestito un ruolo che si spinge ben oltre quello del pet da compagnia. Non si esagera nel dire che la gatta sia di fatto un’azienda: copertine di magazine famosi e patinati in cui la si vede in braccio alla supermodella Gisele Bündchen, svariati libri tra cui: Choupette: The Private Life of a High-Flying Fashion Cat, un profilo Instagram autentificato da oltre 231mila followers (Choupetteofficiel), ed infine una bag da viaggio, ideata personalmente da Bernard Arnault, presidente e CEO di Lvmh. Nella vita opulenta della gatta di Karl Lagerfeld, oltre a cibo di primissima qualità e viaggi in jet privati c’è di più: c’è il lascito di Lagerfeld, che è riuscito nell’impresa di veicolare la sua potenza in un nuovo symbolum.
Gli outfit del MetGala 2023 dedicati a Choupette
Kim Kardashian, per sfilare al Met Gala con una creazione couture di Schiaparelli rifinita con 50.000 perle di acqua dolce, ha dovuto consultarsi privatamente con Choupette. A dedicare per intero alla gatta l’abito per il red carpet, anche la rapper Doja Cat che, nomen omen, in un abito total white di Oscar de la Renta e guarnita da protesi facciali in silicone si è trasformata proprio in Choupette. Molto più immeditato invece, il travestimento del cantante Jared Leto, che con un costume da gatto si è letteralmente trasformato in Choupette. A dedicare l’outfit alla gatta, anche il rapper Lil Nas che in Dior Homme e ricoperto di perle e glitter, grazie ad un lavoro immenso della make-up artist Path Mc Grath, ha portato l’amore per i gatti ad un livello superiore.
Cosa si cela dietro il simbolo?
A chi è pronto a tacciare di superficialità questa storia, è bene ricordare che la potenza del simbolo, dell’icona, non possa in alcun modo essere discutibile. Karl Lagerfeld è stato icona e genio di una moda che porta la sua impronta, fino al punto che avrebbe determinato per sempre l’immagine e la carriera delle modelle che identificava come sue muse. Non a caso si riferiva a loro chiamandole “my choupettes” e tra queste hanno figurato donne come Vanessa Paradis, la figlia Lily-Rose Depp, Kate Moss, Linda Evangelista e Cara Delevigne. Il passo quindi tra identificazione col simbolo è presto detta, e oggi se ne vedono a pieno gli effetti.