Mangiare sano, seguendo una dieta rigorosa ed equilibrata, è il primo passo per preservare il benessere fisico e mentale e dunque tenersi in forma. Una mood salutista che se esasperato ed estremizzato può diventare una vera e propria ossessione e dunque un disturbo. Oggi accade anche questo. Maniacalità e controllo ossessivo sul cibo per mangiare a tutti i costi sano, distruggono i buoni propositi dai quali si è partiti creando un effetto negativo, e a tratti patrologico, che può portare a complicazioni anche gravi. In questi casi si parla, infatti, di ortoressia, un problema che in Italia viene riscontrato sempre più spesso dagli specialisti e che viene inserito, al pari di bulimia e anoressia, tra i disturbi del comportamento alimentare.

Ortoressia, quando l’attenzione alimentare diventa un problema

L’ossessione per il cibo può avere manifestazioni diverse. C’è chi lo evita, considerandolo il mostro per eccellenza, chi lo venera fino all’eccesso e chi lo seleziona in modo così minuzioso e attento da privarsi anche dei nutrienti più essenziali per la propria salute. Seguire un regime alimentare controllato fa bene, ma senza cadere in esasperazioni. Ricercare la qualità a tutti i costi, evitare tutto ciò che potrebbe compromettere la salute e dunque eliminare gradualmente quel cibo ritenuto pericoloso, significa seguire una sorta di integralismo alimentare alla ricerca di uno stato di salute perfetto. Un circolo vizioso nel quale l’ossessione per il controllo e la qualità vanno curati. Ammalarsi per l’estrema attenzione verso il mangiare sano è possibile. Oggi gli specialisti definiscono questa patologia ortoressia.

Alimentazione ortoressia | Life&People MagazineÈ un processo che inizia con gradualità, dalla pianificazione della dieta e dei pasti all’organizzazione della spesa, analizzando in modo rigoroso le etichette di ogni alimento per selezionare e mettere in carrello solo quelli ritenuti sani. Si passa poi a rinunciare a cene, pranzi ed uscite fuori, dicendo no anche ad un aperitivo con gli amici. Il motivo? Non si conoscono alla perfezione gli ingredienti che vengono usati fino ad arrivare ad eliminare tutti gli alimenti sospetti per la salute, anche quelli utili. Sono scelte costrittive che riducono al minimo la vita sociale ed impongono un controllo maniacale su ogni aspetto dell’alimentazione. Il risultato? Problemi di carattere diverso: fisici, psicologici e sociali.

Alimentazione e ortoressia: i numeri in Italia

Se ne parla ancora troppo poco. L’ortoressia resta indietro nel dibattito sulla salute. In Italia però il numero delle persone che soffrono di questo disturbo alimentare è in crescita. Il Ministero della Salute ha attestato che sono circa 3 milioni e 200 mila le persone in Italia, che sono affette da questo disturbo, ovvero il 5% della popolazione. Si tratta per lo più di uomini. Una patologia che spesso è anche difficile da riconoscere e dunque curare. Oggi la promozione di uno stile di vista sano è in forte tendenza. Proprio per questo manifestazioni eccessive ed ossessive che si rivelano per nulla salutari non vengono riconosciute.

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Come riconoscere e curare il disturbo

Non tutte le persone che si prendono cura con attenzione della propria alimentazione sono ortoressici ma i campanelli d’allarme devono nascere quando la cura per il cibo diventa iper-controllata. Cosa succede? Si rinuncia alle uscite, con gli amici ma anche per un appuntamento galante, preferendo restare a casa per prepara i pasti per il resto della settimana, pianificando tutto con estrema cura. Chi è ortoressico, inoltre, elimina dalla dieta gli alimenti più calorici e grassi e considerati pericolosi per la salute. Un disturbo alimentare, questo, che vede alcune personalità più predisposte di altri. Da un alto chi cura molto il corpo, sia per questioni sportive come gli atleti, o per fini estetici, come i modelli. Dall’altro anche chi tende ad avere manie di perfezionismo con comportamenti ossessivi, ripetitivi e ansiogeni. Curare l’ortoressia è possibile. Il primo passo, come accade per gli altri disturbi alimentari, è ammettere la patologia. Affidarsi nelle mani di professionisti, nutrizionisti e psicologi, permette di ristabilire una consapevolezza alimentare ed un rapporto sano con il cibo.

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