Avventura, emozione e continua scoperta, ma in modo più leggero. È così che potremmo definire il nuovissimo trend per il settore travel che in modo timido ma molto interessante, si sta facendo spazio tra i viaggi con lo zaino in spalla all’aria aperta. È lo slackpacking, una modalità tutta da sperimentare, adatta soprattutto per chi ha sempre desiderato fare un viaggio a contatto con la natura ma che per vari motivi non se l’è mai potuto permettere proprio per il peso e la fatica da affrontare. Oggi le logiche cambiano ed i paesaggi diventano più accessibili.
Dal backpacking allo slackpacking: la svolta
Forse in pochi conoscono la parola backpacking, ovvero il termine inglese che indica il più comune viaggio con lo zaino in spalla, l’avventura da fare con poche spese e tanta energia a contatto con la natura. Un’esperienza emozionante, unica, che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita. Non è certo il massimo del comfort e del relax, tutt’altro, ma è attraverso la voglia di camminare, esplorare e di adattarsi che si scoprono gli angoli più belli del mondo.
Un percorso impegnativo quello del backpacking che non è adatto a tutti. Occorre in primis un buon allenamento che permette di affrontare percorsi impegnativi, maestria nel muoversi e coraggio. Percorsi che non si possono affrontare con famiglia a seguito e se si hanno difficoltà di salute. Motivi che per diverso tempo hanno relegato le avventure all’aria aperta ad un pubblico ristretto, quasi di nicchia. Oggi però per allargare gli orizzonti e dare la possibilità a più persone di provare un percorso di trekking con lo zaino in spalla è nato lo slackpacking, un nuovo modo di viaggiare, sempre con la sacca sulle spalle ma con più leggerezza grazie all’aiuto di un collaboratore.
Che cos’è e come funziona lo slackpacking?
Mettersi in cammino, anche per diversi giorni, non è più un ostacolo grazie al viaggio “leggero”. È questa l’anima dello slackpacking che è pronto a rivoluzionare le escursioni all’aria aperta. Come? Grazie a qualcuno che aiuta l’escursioni portando il peso del suo zaino. Che sia un amico desideroso di avventura o anche un collaboratore che viene pagato appositamente per trasportare lo zaino, poco importa. Grazie al supporto altrui il trekking si alleggerisce e diventa più accessibile. L’escursionista che si mette in gioco porta con sé solo un piccolo zaino con l’occorrente per una giornata, a portare il resto ci penserà il suo compagno di viaggio.
Nello zaino leggero solo l’indispensabile: l’acqua ed il cibo per il giorno, un cambio d’abito, una torcia, un coltellino da campeggio, cappellino per il sole, kit di primo soccorso, qualche altro utensile che potrebbe tornare utile in base alle esigenze e i medicinali di base. Tenda, sacco a pelo, scorte di cibo, ricambi di abbigliamento, e tutto l’occorrente per il campeggio vengono “ceduti” e affidati alle spalle del collaboratore.
Il viaggio avventuro diventa così alla portata di tutti
ed il trekking abbatte alcune delle barriere che fino ad ora ha tenuto lontani gli amanti delle camminate. Ogni giorno un tragitto fatto con le proprie gambe e tutto l’occorrete per la notte da ritrovare sul posto concordato con chi in questo percorso decide di fare da spalla. Dopo l’avventura della giornata arriva anche la bellezza del relax all’aria aperta, del dormire in tenda, del preparare la cena con essenzialità e degustarla insieme agli altri del gruppo sotto il chiarore delle stelle.
Si apre davvero un mondo per chi non ha mai provato un percorso del genere, adatto ora anche alle famiglie e ai ragazzi che fin da piccoli imparano l’importanza dell’essenzialità, della fatica e della soddisfazione nel raggiungere la meta prefissata a fine giornata. Un trend davvero interessante che profuma non solo di adrenalina ma anche di inclusione e nuove esperienze tutte da provare.
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