È tra gli alimenti più costosi e pregiati, sinonimo di sfarzo e sontuosità: il caviale non ha bisogno di molte presentazioni. Eppure ce n’è una specialità veramente particolare, unica al mondo che porta in alto la bandiera tricolore. Si tratta del caviale ferrarese, un prodotto 100% Made in Italy, diverso da tutti gli altri, preparato secondo una ricetta antichissima di origine rinascimentale, risalente alla corte dei Duchi d’Este, ed in particolare ad Alfonso I d’Este, marito della nota Lucrezia Borgia.

Storia caviale ferrarese | Life&People MagazineCotto al forno e conservato sott’olio, si distingue per il suo gusto delicato che grazie alla cottura lenta e a una leggera salatura, esalta le caratteristiche organolettiche della pietanza. Per secoli il caviale ferrarese ha rappresentato uno degli emblemi della città emiliana ed una vera delizia culinaria tricolore. Per quasi mezzo secolo, poi, è del tutto scomparso. Oggi, invece, è tornato ad arricchire le tavole grazie alla riscoperta della ricetta originale e ad un lungo e importante lavoro di recupero di una tradizione centenaria.

Storia caviale ferrarese | Life&People Magazine

La origini del caviale ferrarese: dal Rinascimento al Novecento

Il forno, l’olio, la parsimonia nell’impiego del sale rendono particolare e delicato il gusto del caviale cotto Made in Italy. Il procedimento di preparazione viene descritto per la prima volta, anche se in modo piuttosto sommario, da Cristoforo di Messisbugo, letterato e cuoco, autore dei primissimi libri di cucina pubblicati al mondo. Proprio lui che lavorava alla corte degli Estensi ne ha parlato per la prima volta. Seguendo queste linee guida, il caviale al forno è preparato, in città, fino ai primi decenni del Novecento, da un’unica e rinomata gastronomia, quella di Benvenuta Ascoli che utilizzava un procedimento segreto, molto simile a quello usato proprio nel periodo rinascimentale, a base di uova degli storioni che allora erano abbondanti nel Po. Un successo unico ed un secondo splendore per il caviale ferrarese che veniva spedito in tutta Italia e all’estero, richiesto ovunque per la sua essenza particolare.

La ricetta del caviale cotto va perduta

Le sorti del caviale Made in Italy non sono però ancora salve. Gli eventi storici e gli intrecci del destino portano l’antica ricetta ad affrontare rocamboleschi giri. Prima l’apparente eclissi in quel di Ferrara con la rapida scomparsa degli storioni dal Po e quella di Benvenuta Ascoli e della sua bottega a seguito delle leggi razziali e lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Poi la riscoperta Oltreoceano, a New York nella comunità ebraica grazie alla caparbietà di un notaio e gastronomo ferrarese, Roberto Brighenti. Ma i tempi per la totale riproposta del caviale ferrarese non erano ancora maturi. La specialità torna nell’oblio ma non la sua ricetta, lasciata in eredità dal notaio alla sua cuoca, Giuseppina Bottoni.

Storia caviale ferrarese | Life&People Magazine

Il sogno del caviale ferrarese torna in auge

Bisogna attendere il 2009 per poter sentirne ancora parlare. Merito di un fortunato incontro tra la cuoca e proprietaria di un agriturismo della provincia di Ferrara, lo scrittore Michele Marziani autore del romanzo “La signora del caviale”, dedicato proprio alla rocambolesca storia del caviale cotto italiano, e Giuseppina Bottoni che custodiva l’originaria ricetta. In loro nasce il sogno di poter far rivivere, ancora una volta, questa prestigiosa e sublime preparazione. Gli ostacoli sono diversi e non facili da superare: gli storioni nel Po non ci sono più e la pesca è proibita, la passione è però più forte e alla fine ha la meglio. Da diversi anni ormai la storia del caviale ferrarese si è arricchita di un nuovo e sfavillante capitolo. Oggi è rinato, può essere degustato in agriturismo, acquistato nei punti vendita locali e anche online.

Guarda anche – La dipendenza dal cibo grasso e dagli zuccheri: le conseguenze

Condividi sui social