Dopo l’esordio del 10 marzo, è andato in onda il secondo appuntamento di Benedetta Primavera, il varietà di Rai1 condotto da Loretta Goggi Tra gli ospiti chiamati dall’artista come accompagnatori per la nuova tappa del suo viaggio all’interno del mondo dello spettacolo, vi sono questa volta Morgan, Ambra Angiolini, Amanda Lear, Fiorella Mannoia, Giorgio Panariello, Bianca Guaccero e Flavio Insinna. La regina del piccolo schermo, affiancata dalla coppia comica formata da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, torna dopo 30 anni alla guida di uno show televisivo tutto suo, in quegli studi che l’hanno letteralmente vista sbocciare, dapprima come attrice e poi come cantante e presentatrice.Arrivata seconda al Festival di Sanremo del 1981, con “Maledetta Primavera”, canzone da cui il nome del nuovo programma prende spunto, Loretta Goggi detiene il primato di prima donna alla conduzione della kermesse musicale nel 1986, nonché la prima a condurre un quiz in prima serata, il “Loretta Goggi in quiz”. Benedetta Primavera è articolato in piccoli spettacoli tematici attraverso i quali, assieme agli ospiti, ci si tuffa nella memoria di momenti iconici della cultura pop e della musica d’autore italiana grazie anche ai materiali forniti da Teche Rai, il più grande archivio audiovisivo nazionale.
In ogni puntata si intrecciano passato e presente,
riportando in vita mediante performance musicali, gag, monologhi, e addirittura duetti virtuali con artisti iconici tristemente scomparsi, la televisione che tanto piace al pubblico italiano. C’è chi l’ha chiamata vera e propria “televisione nostalgia”, riferendosi ad un palinsesto che nelle reti generaliste, sia pubbliche che private, è caratterizzato da uno spiccato ritorno di format che tra gli anni ‘90 e l’inizio del nuovo secolo hanno ottenuto innegabile successo sul piccolo schermo. Lo stesso vale per i varietà, abbondantemente riproposti e, anche se riletti in chiave contemporanea, molto più inclini ad uno sguardo agli anni lontani, più che a quelli a venire. Gigi Panariello, nel suo sketch in Benedetta Primavera, conferma proprio questo pensiero:
“Passano gli anni, arrivano nuovi programmi, nuovi personaggi, ma noi siamo ancora qui. Il mondo è cambiato, ci sono le piattaforme, c’è Netflix, ma noi eccoci ancora qui a fare lo show come una volta. Ci sono nuove forme di espressione, il web, i podcast, addirittura il metaverso, eppure per fare lo show c’è ancora bisogno di questo, di uno studio con delle telecamere e un pubblico fisico, presente e caloroso. Lo show ha bisogno ancora di Loretta Goggi”.
Ma è davvero così naturale e spontanea questa continua celebrazione del passato,
periodo indiscutibilmente aureo per la radiotelevisione italiana? Oppure si tratta di una strategia per colmare una difficoltà nello svecchiare la programmazione offerta attraverso idee nuove e più fresche? La risposta esatta alla domanda chiaramente non la conosciamo, certo è che programmi come “Boomerissima” di Alessia Marcuzzi, o Techetechete’, i cui ingredienti principali sono proprio i ricordi nostalgici dei tempi (e della musica) che furono, hanno scoperto una ricetta che si è rivelata vincente. Se la trasmissione della conduttrice e modella crea un dialogo fra camei passati e trend presenti, Techetechete’, amatissima dal pubblico di tutte le età, è una trasmissione ideata dal giornalista Michele Bovi e in onda a partire dal 2012 che ripropone, esattamente come lo fa ora Loretta Goggi con Benedetta Primavera, spezzoni e immagini di repertorio Rai connessi tra loro in base ad un determinato filo conduttore, che cambia ogni serata.Così tra le note accarezzate dalla voce di Mina, una performance del camaleontico Renato Zero e l’irriverente “24000 baci” di Adriano Celentano, la televisione italiana strizza l’occhio allo spettatore medio, colui che tali performance le ricorda in diretta e che si lascia volentieri trasportare nel passato. Tanto è vero che, come rivelano i dati misurati da Auditel,
l’età media dei consumatori della tv in modo tradizionale è di 60 anni, altrettanto lo è che il pubblico che utilizza il televisore come device per fruire dello streaming è terreno di utenti di venti anni più giovani. Chi lo sa, dunque, magari è proprio una questione di modalità di fruizione: le trasmissioni nostalgiche piacciono, e piace molto anche rivederle in streaming.