Ha un solo post all’attivo, eppure The Fake Birkin Slayer è l‘account Instagram più chiacchierato del momento. Con 135 mila follower e numerosi articoli di giornale, ha attirato l’attenzione di incuriositi esperti di moda e di preoccupate fashion addicted; quello che fa il misterioso vendicatore del web è smascherare chi ostenta una Birkin falsa. Sì, la famosa borsa di Hèrmes oggetto di culto per ogni donna. La più difficile da avere, ma anche tra le più facili da trovare nel mercato della contraffazione.
È il sogno di ogni donna: elegante, intramontabile, misteriosa
La Birkin di Hèrmes è sul podio delle it bag più desiderate al mondo, sui social è comune vederla indosso, nelle sue varie versioni, colori e dimensioni a influencer, celeb e sedicenti fashion addicted. Ma ai più esperti non sarà sfuggito un account Instagram che sta spargendo terrore proprio tra chi ostenta l’osannata borsa. Parliamo di The Fake Birkin Slayer, il castigatore della contraffazione.
Un misterioso “omicida” che condivide nelle sue storie le foto di chi si fa bella grazie alla bag di Hèrmes, con sempre il solito commento: “Where is this bag from?” (da dove viene questa borsa?). Il mercato della contraffazione trema ed è inutile dire che c’è chi sta correndo ai ripari, cancellando dai social le tracce di uscite, red carpet e ospitate con la Birkin in bella vista. Ma in una vita costantemente in mondovisione, scomparire non è facile e per molte icone di Instagram la lettera scarlatta di The Fake Birkin è già in consegna.
Fake Birkin: chi c’è dietro l’account Instagram?
La prima domanda che ci è venuta in mente pensando a The Fake Birkin Slayer è: chi si nasconde dietro questo account Instagram? La riposta potrebbe essere proprio nella bio della pagina social, che rimanda a un intervento TED (le famose conferenze della Silicon Valley) di Alastair Gray, un investigatore inglese che si occupa di contraffazione. Lo racconta lui stesso nel suo speech al talk:
“Ho risposto a un annuncio di lavoro criptico di 20 parole, nel quale si diceva solo formazione completa e viaggi internazionali”, ha spiegato. In una settimana sono diventato un investigatore della proprietà intellettuale. Tra le indagini non solo moda e accessori ma anche ricambi auto contraffatti e parti di biciclette“.
Il mercato del fake è florido e serve in molti casi ad alimentare riciclaggio di denaro, sfruttamento di minori e finanche organizzazioni terroristiche. Lo avreste mai detto comprando una borsa non originale?
La storia della it bag di Hèrmes
Per gli addetti ai lavori moda le borse fanno status symbol. C’è una costante ricerca da parte delle maison di moda perché un solo modello azzeccato, che diventi virale (per dirla col linguaggio dei social) può rappresentare un punto di svolta. Ma come sempre nella vita le cose migliori nascono per caso. È il caso della Birkin di Hèrmes, borsa creata a metà degli anni ’80 da un’intuizione, uno sguardo su un volo Parigi Londra. Da una parte l’attrice Jane Birkin, neo mamma della piccola Lou Doillon, e dall’altra l’allora amministratore delegato di Hèrmes, Jean Louis Dumas. L’esigenza era quella di una borsa capiente ma elegante, adatta al necessaire delle giovani madri che non volevano rinunciare allo stile.
Tutto ciò è diventata la Birkin bag, una tote che rimane sempre aperta, adatta alla quotidianità di chi lavora, viaggia, cambia contesto, look, occasione d’uso. La Birkin è tutto questo e anche di più. Perché non basta andare in negozio ed esser pronti a investire decine di migliaia di euro (a tanto arrivano i modelli custom): la Birkin non si compra, si ordina. E poi, con pazienza, si aspetta in lista di attesa, ed è così che si inseriscono il mercato second hand e soprattutto la contraffazione. Se la domanda cresce, l’offerta si ingegna, fino, almeno, alla censura di The Fake Birkin Slayer.
Come si riconosce una Birkin fake?
Non è da tutti, e di certo The Fake Birkin Slayer le sa individuare al primo sguardo, ma ci sono segnali che possono aiutarci a riconoscere una it bag versione fake. Innanzitutto il materiale: la Birkin di Hèrmes è in cuoio naturale, con una finitura trasparente che rende il pellame liscio o grainé. In entrambi i casi, la borsa non si rovina con il passare del tempo, quindi anche se di seconda mano deve mantenere omogeneità al tatto. Poi c’è l’inconfondibile forma trapeziode, la chiusura con lucchetto e i manici perfettamente centrali e simmetrici rispetto alla chiusura.
Dettagli, che insieme al codice alfanumerico cucito a mano sotto l’etichetta all’interno possono garantire l’autenticità della famosa borsa. Un investimento non per tutte, ma per tutta la vita. Il regalo più bello da fare, da ricevere e da sognare perché anche se la tentazione potrebbe essere forte, spendere per una Birkin fake non è la soluzione. Non è morale, non è etico e non fa certo aumentare i follower. Anzi, occhio a The Fake Birkin Slayer: lui non scherza.