Leggende e tradizioni colorano le nostre giornate e sono, decisamente, invidiati in tutto il mondo. Alcuni sono semplici e schietti, altri curiosi e divertenti, con radici che affondano nella storia, nella letteratura e nelle leggende con un’origine popolare che affascina ancora oggi. È quello che succede con i giorni della merla e della candelora. Si tratta di giornate che si legano al clima e che nonostante la tecnologia, le previsioni ultra-precise, ritornano ogni anno. I giorni della merla indicano gli ultimi tre giorni di gennaio (29-30-31) e solitamente vengono indicati come i più freddi dell’’anno. Ad essi si collega la candelora che ricorre, invece, domani 2 febbraio, celebrazione di origine pagana e cristiana.
I giorni della merla: tra storia e leggende
Attorno ai giorni della merla si rincorrono tantissime leggende che in un certo senso hanno fatto la storia di questo periodo. Ma perché si chiamano proprio così e cosa c’è di vero? Tra tutte la più accreditata è quella che narra che un tempo il freddo arrivava solo quando la femmina del merlo, bianca, usciva dal nido alla ricerca di cibo per i suoi piccoli. La merla fece grosse scorte per contrastare in modo astuto il freddo gelido. Giunti al 28 gennaio, però, le riserve di cibo finirono e così il giorno seguente l’uccello dovette uscire dal nido così l’inverno arrivò più pungente che mai con gelo, pioggia e neve costringendo la merla ed i suoi piccoli a rifugiarsi in un camino.
La famigliola uscì solo dopo tre giorni, quando il peggio era ormai passato, ma non era più la stessa. I merli avevano il piumaggio tutto scuro perché sporco di fuliggine. Secondo la leggenda, da quel giorno, non solo gli ultimi tre giorni di gennaio sono riconosciuti come i più freddi, ma anche i merli sono tutti neri. La versione decisamente più reale? Si tratta dei giorni che si trovano nel cuore dell’inverno e dunque definiti i più freddi solo per motivi “tecnici” di calendario.
L’inverno che “prevede” la primavera
La candelora è una ricorrenza che si pone, invece, a metà tra il cristiano ed il pagano. Da un lato la benedizione di candele e ceri in chiesa, nota come festa della presentazione di Gesù al Tempio a 40 giorni di distanza dal Natale; dall’altro le radici delle usanze delle civiltà rurali che il 2 febbraio festeggiavano la luce, pronti ad accogliere la primavera lasciandosi dietro il buio dell’inverno.
“Quando vien la candelora de l’inverno semo fora, ma se piove o tira vento ne l’inverno semo dentro”.
Così recita il famoso detto popolare che dà le indicazioni per capire cosa ci aspetta meteorologicamente per i prossimi mesi. Insomma, sia nella tradizione legata ai giorni della merla che in quella della candelora si parla di inverno e di primavera ed in particolare ci si riferisce agli ultimi giorni della stagione fredda in grado di “prevedere” quella bella. Se il 2 febbraio è bel tempo la fine dell’inverno è vicina, se invece c’è pioggia o vento, allora l’inverno sarà ancora lungo. Anche i giorni della merla sono legati alle previsioni del tempo ma la credenza popolare recita all’opposto: se negli ultimi tre giorni di gennaio le temperature sono miti, allora la primavera tarderà ad arrivare con un inverno ancora lungo. Se invece il freddo la fa da padrone, la bella stagione è dietro l’angolo.
Giorni della merla e candelora: la tradizione oltre l’evidenza
In questi giorni non si parla d’altro: i giorni della merla appena conclusi e quelli della candelora che stanno per arrivare. Una tradizione che si ripete in modo inevitabile, quasi scontato, nonostante le stagioni non siano più quelle di una volta. Questi detti invitano a riflettere: un tempo il clima e le stagioni erano ben definiti, con confini abbastanza delineati tra periodi caldi, freddi e intermedi. Oggi tutto questo non esiste più. A causa dei cambiamenti climatici parlare di stagioni diventa quasi idilliaco.
Gli equilibri di un tempo sono saltati: inverni super miti e temperature piacevoli, pressoché primaverili, come abbiamo visto a dicembre, riservandoci colpi di coda freddi e drastici. Le estati sono, invece, sempre più torride, con siccità ed eventi estremi. Senza contare i periodi primaverili con sferzate gelide che portano anche la neve. In questo scenario vale ancora parlare di Giorni della Merla e della Candelora? Forse non proprio ma noi italiani siamo molto legati alle nostre tradizioni e anche quando l’evidenza dice altro preferiamo lasciare invariate alcune cose. Senza dubbio le giornate legate al clima rientrano tra queste.
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