Gli anni Cinquanta avevano la brillantina, gli Ottanta l’eroina: oggi, la droga del XXVI secolo sono gli smartphone. TikTok, Instagram, SnapChat, BeReal, Facebook: con il loro caleidoscopio di likes, reaction, video e notifiche, sono le app e i social network il vero oppio delle nuove generazioni. I giovani – e giovanissimi – ne sono sempre più risucchiati, spesso contro la loro volontà. Ma come rimediare alla dipendenza da smartphone?
Scroll addiction e social mania: le ricadute delle app “perditempo” sugli adolescenti sono sempre più gravi
Fino a qualche anno fa, i social avevano uno scopo ben preciso: mettere in contatto persone diverse, lontane, o magari troppo timide per conoscersi di persona. I primi utenti di Facebook facevano proprio questo: recuperavano vecchi contatti, raccoglievano il coraggio per scrivere alla loro crush, o al limite messaggiavano con gli amici per il gusto di farlo. Oggi, con l’iper-differenziazione delle funzionalità social, le cose sono molto diverse. Comunicare è diventato scontato: in un mondo dove tutti siamo connessi h 24, le novità viaggiano insieme ai messaggi di Whatsapp e una nuova relazione è a portata di match su Tinder, stiamo vivendo una vera e propria inflazione dei poteri dei social.
In parole povere: non si sa più cosa inventare. Così, mentre l’ultimo trend in fatto di app – BeReal – impone paletti per spingere i propri utenti a una spontaneità che ormai si è persa, gli altri social cavalcano l’onda di quello che hanno creato: assuefazione e dipendenza. Perciò grazie a reels, TikTok, stories, video e challenge non abbiamo più contenuti che puntino a connettere, ma piuttosto a intrattenere a tempo perso; e a cervello spento.
Gli esperti le chiamano “app perditempo”, cioè appositamente pensate per ipnotizzare gli utenti e risucchiarli in un loop infinito di azioni preimpostate. Una su tutte? Il fantomatico scroll (passare il dito sullo schermo del telefono, per far scorrere post e video), un gesto che oggi molti bambini fanno proprio ancora prima di imparare a camminare. Ma quali sono le conseguenze della dipendenza da smartphone sugli adolescenti?
Disturbi dell’attenzione, stanchezza, iperattività: i disagi sociali (e non social) della dipendenza da app
Video di cucina, animali buffi, cadute spettacolari, sketch comici, sport, spezzoni di film. La varietà dei contenuti che finisce tra i feed di Instagram, nella sessione reels o sull’homepage di TikTok è potenzialmente infinita, oltre che soggetta a vere e proprie mode stagionali. La caratteristica che li accumuna tutti, però, è la loro incredibile leggerezza. Niente personaggi, niente trama, a volte nemmeno la necessità di vederli davvero fino in fondo: la quasi totalità dei ragazzi li lascia scorrere sullo schermo in loop, scrollando velocemente e lasciando il cervello spento, o altrove. Un atteggiamento dannosissimo per l’attenzione dei più giovani, già di per sé precaria: permettere che immagini e video scorrano sotto gli occhi senza nemmeno tentare di comprenderne il significato, solo come sottofondo o passatempo “svuota-mente”, rischia di compromettere seriamente le capacità di concentrazione e problem solving.
L’approccio promosso da queste app è deleterio per la produttività dei ragazzi: invitandoli a essere semplici spettatori passivi, disinteressanti e stregati dal puro movimento di sagome sullo schermo, non li sprona a coltivare davvero i loro interessi. Al contrario, li isola e li “intrappola” in una routine fine a sé stessa, che non fa altro che allontanarli dalle loro vere passioni, dai loro amici e dalle loro responsabilità. Senza contare che, occupando (spesso senza nemmeno accorgersene) tutto il loro tempo libero con smartphone alla mano, finiscono per non assorbirne benefici, accumulando stanchezza e spossatezza.
Uscirne è possibile?
Diversi adolescenti, interrogati sul tema, si sono detti consapevoli delle derive sterili della social addiction. Chi di loro guarda moltissimi video di ricette non lo fa per imparare a cucinare, e non prova nemmeno a mettere in pratica ciò che vede. Chi segue video di TikTok dedicati a fitness o palestra difficilmente pratica davvero sport, e così via. Lo definiscono “effetto imbambolante”: un’attitudine passiva e demotivante, che porta a credere di non poter mai essere altezza delle aspettative e che, quindi, non serve nemmeno provarci.
Molti giovani vittima della scroll addiction stanno cercando di correre ai ripari. Tra chi non supera gli esami perché non riesce a studiare e chi vede compromessa la propria vita sociale a causa dell’assuefazione da app, c’è chi ha deciso di porre un punto alla situazione. Nella maggior parte dei casi ci si impone limiti di tempo: sveglie, timer e quant’altro per evitare di lasciar scorrere le lancette con lo sguardo fisso sullo schermo. Tra i più drastici, invece, c’è persino chi ha deciso di eliminare il problema alla radice, disinstallando le app più dannose. Al primo posto tra le più eliminate perché troppo assuefacenti, c’è proprio TikTok, riconosciuta come l’app più “risucchiante” in assoluto.