Coniato nel 2017, il termine gorpcore indica una moda funzionale, comoda e a tratti brutta che dalle montagne arriva in città e si impone come tendenza di stile per la stagione.
Dalle montagne alla città: storia dell’estetica gorpcore
Negli ultimi anni la moda, complice anche la pandemia, è stata travolta da una serie di cambiamenti. Tra questi sicuramente il mutamento del fenomeno delle tendenze le quali, se una volta venivano studiate e ricercate dai forecasting, ora proliferano e trovano terreno fertile sui social. Una foto o un tik tok che racconta un outfit particolarmente apprezzato, possono infatti dar vita ad una tendenza moda, solitamente definita dal suffisso “core”. Barbiecore, Kidcore, clowcore e bikecore. Sono solo alcune delle micro-tendenze dall’esistenza effimera, che in alcuni casi riescono tuttavia a radicarsi fino a diventare delle vere e proprie subculture.
Frammentate e estremamente veloci, tutte partono dalla consapevolezza che i vestiti sono espressione di interiorità. Strumenti attraverso i quali diventare un giorno Barbie, un giorno un motociclista, un giorno un bambino spensierato. Ma come mai ultimamente tutti sembrano voler essere degli esperti alpinisti?
Gli elementi per un outfit dello stile gorp
Il fenomeno nasce dalla costola del normcore, tendenza che a partire dal 2013, viene seguita da coloro che non perseguono il desiderio di distinzione. Look basico composto da jeans e t-shirt, che un articolo di quegli anni descrive come “la moda per coloro che sono consapevoli di essere uno su sette miliardi”. L’evoluzione, e l’incontro con lo streetwear sopratutto quello di cultura giapponese, ha portato alla nascita dello stile gorpcore e la moda outdoor è diventata in un istante cool.
Giacche a vento e piumini imbottiti, pantaloni cargo e parachute pants. Berretti in lana, marsupi e zaini con zip, e infine gli immancabili scarponcini da trekking, vero elemento distintivo dell’estetica. In poche parole utility wear, abbigliamento concepito per lo sport all’aria aperta come anche il nome suggerisce. Gorp sta infatti per “Good old raisins an peanuts”, il caro vecchio snack a base di uvetta e arachidi, perfetto da portare come spuntino durante le passeggiate all’aria aperta.
La stratificazione è il fulcro visivo di questi outfit. Capi comodi dai volumi over e dal fit relaxed, realizzati in tessuti tecnici e concepiti per essere duraturi e confortevoli. Per questo dominano, nella selezione dei materiali, tessuti come il gore-tex e il pile. Il bello non è il fine di questi look, che con un sapore ugly diventano anche esponenti di una moda genderless. La funzionalità diventa desiderabile e la comodità dettaglio appetibile. Spopolano, quindi, linee guida che spiegano come ottenere un perfetto look Gorp combinando pochi ed essenziali elementi. Tik tok diventa piattaforma in cui studiare i moodboard per un look perfetto.
Cosa comporta questo?
Come reso noto da una piattaforma leader nel settore del resell, quello del Gorpcore (insieme al fairycore e al cottegecore) è uno tra i core più digitati al momento delle ricerche. Ma cos’è questo fenomeno? Se da una parte l’esplosione di questa estetica ha creato nuove opportunità per marchi che della funzionalità hanno fatto il loro spirito di esistenza, dall’altra parte ci sono le case di moda di lusso che spingono per collaborare con questi brand e sfruttare a loro favore il successo di questo stile. E la collabo The North Face x Gucci è stato un chiaro esempio. Allo stesso modo realtà come Patagonia, Columbia, Salomon e Arc’Teryx si sono dovute adattare ad un modus operandi ben diverso da quello a cui erano abituati. Costretti quindi per restare al passo, a velocizzare e aumentare il numero delle collezioni solitamente composte da pochi pezzi e rilasciate senza una calendarizzazione così strutturata.
É interessante notare come quindi una tendenza apparentemente fugace, legata perlopiù agli appartenenti alla Gen Z, possa in realtà avere degli effetti che si ripercuotono anche nel sistema e nella struttura dei brand. D’altronde la moda vive anche di questo, creare un bisogno che fino a prima non avevamo che dona nuovo impulso e stimoli al settore.
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