Non lavarsi, non avere rapporti e non innaffiare i fiori. Questi divieti, che sembrano quasi dei paradigmi biblici, non sono altro che le convinzioni diffuse e talvolta ancora praticate durante le mestruazioni di una donna. Sono ancora molte le donne che provano imbarazzo a parlare di questo argomento e non sanno cosa fare durante il ciclo mestruale. Il sangue viene infatti considerato qualcosa di sporco che crea disgusto e vergogna; così si perpetua una spirale che frena o impedisce una serena convivenza con il proprio corpo.
Le mestruazioni sono infatti ancora un tabù culturale ampiamente radicato e per questo non abbastanza messo in luce. Da una parte sono in corso molte battaglie su questa tematica, come la tampon tax e l’ipotetica introduzione di un congedo mestruale. Dall’altra lo stigma creato da questa condizione biologica è un argomento non ancora adeguatamente preso in considerazione. Fra le poche voci che se ne sono occupate spicca Judy Grahn con il suo libro “Il sangue, il pane e le rose” (ed.Effigi, ristampa del 2020); l’autrice è una poetessa e scrittrice che ha dedicato gran parte della propria vita all’analisi delle mitologie comparate, concentrandosi sul tema femminile.
Il sangue, il pane e le rose: come le mestruazioni hanno creato il mondo
In questo saggio del 1993 la studiosa ha voluto indagare le ragioni antropologiche di queste credenze. Risalirebbero infatti alla preistoria, momento in cui l’odore del sangue poteva attirare i predatori e mettere in pericolo gli uomini. Per questo motivo sono nati i cosiddetti “riti di separazione”, ovvero dei momenti di clausura e riposo dove vigevano alcune proibizioni cerimoniali: fra queste interdizioni c’erano dei precetti simili a quelli che si sentono oggi, ovvero evitare di contaminare le acque e di comunicare con il mondo esterno.
Il loro fine ultimo era quello di arginare il potere mortifero uterino e mantenerlo nascosto, mimando il novilunio. La specie umana infatti è l’unica che vanta un ciclo mestruale di 28 giorni e mezzo diviso in quattro fasi, lo stesso che caratterizza il nostro satellite. Per gli antichi, quindi, occultare le donne durante il sanguinamento era anche una precauzione per non sovvertire l’ordine naturale, evitando cataclismi ed intemperie. Secondo Grahn però le mestruazioni sarebbero state un prezioso alleato per la scienza e per la tecnica. I primi calendari lunari, e parallelamente il concetto di tempo, potrebbero essere frutto dell’osservazione di questo fenomeno.
Che cosa fare durante il ciclo mestruale
Nell’attualità sono rimasti solo residui di questi riti che risultano però parziali e snaturati, dato che è andato a perdersi il loro contenuto simbolico. Il risultato è quindi una insensata limitazione delle libertà femminili e una crescente sensazione di inadeguatezza. Per superare il disagio e avere un rapporto più equilibrato con sé stesse potrebbe bastare informarsi ed osservarsi senza pregiudizi. Risulta quindi essenziale prestare attenzione ai segnali dell’organismo e prenderne nota per comprendere al meglio il proprio funzionamento; oggi esistono moltissime app che possono aiutare a tenere traccia di possibili cambiamenti e potenziali irregolarità.
Per l’igiene intima invece basta tenere a mente poche semplici regole. La prima consiste nell’utilizzo di un detergente specifico, da utilizzare a cadenza giornaliera. Non deve risultare troppo aggressivo: è meglio sceglierne uno che non presenti delle profumazioni e che abbia un pH tendenzialmente acido. La seconda invece verte sull’utilizzo di un asciugamano personale con cui tamponarsi delicatamente: questo non deve essere condiviso e deve essere cambiato frequentemente. Allo stesso modo è meglio indossare mutandine con tessuti traspiranti e dei dispositivi mestruali adatti alle proprie esigenze. Non tutti i cicli sono uguali e le loro caratteristiche possono variare sensibilmente a seconda dell’età, dello stato e della salute dell’individuo. Per comprendere al meglio i propri bisogni è quindi imprescindibile confrontarsi periodicamente con un ginecologo, anche solo per visite di controllo.
Le quattro fasi
Come accade nelle lunazioni, anche il ciclo femminile si distingue in quattro momenti: quello mestruale, quello follicolare, quello ovulatorio e infine il luteale. Durante il flusso è meglio intensificare l’igiene e quindi optare per un prodotto antibatterico, con un pH 3.5. Nei giorni di follicolazione, con il progressivo aumento degli estrogeni, si può arrivare ad un valore massimo pH 4.5. Questo può essere anche usato nel periodo di ovulazione, mentre in quello luteale risulta più adatto un sapone con pH 5.5. Con questi pochi accorgimenti prendersi cura della propria igiene intima e femminilità non sarà più un problema.
Leggi anche: Gli ingredienti per la cura della pelle: i saponi naturali personalizzati