Dopo una lotta durata oltre tre anni e mezzo contro una malattia terrificante come la leucemia, si è spento oggi all’età di 53 anni una delle personalità più impattanti del calcio italiano e internazionale. Un vero esempio di coraggio, forza e umiltà. Il nostro ricordo di Sinisa Mihajlovic, il campione dal cuore grande. 

L’amore per il pallone

Sinisa nasce a Vukovar il 20 febbraio 1969. Tutta la sua giovinezza avviene in quel Borovo, territorio facente parte dell’antica Jugoslavia governata da Tito; è proprio in questa città che il Mihajlovic si innamora del pallone, facendosi notare prima tra le fila delle categorie giovanili fino a debuttare in prima squadra. Sarà l’inizio di un cammino a dir poco trionfale. Dopo le soddisfazioni con il Vovjodina infatti Mihajlovic approda nel primo, grande, club della sua carriera, lo Stella Rossa di Belgrado, aiutando in prima persona la squadra a conquistare dei risultati eccezionali: nel ruolo di centrocampista infatti il giocatore ha vinto due Campionati jugoslavi (a cui si aggiunge quello vinto con il Vojvodina), una Coppa dei Campioni e una Coppa internazionale.

ricordo addio sinisa mihajlovic | Life&People MagazineMa quel sinistro (talmente speciale da divenire oggetto di studio all’Università di Belgrado) è troppo forte e richiesto per rimanere ancorato in Serbia. Dopo due stagioni incredibili non per caso Sinisa viene inaggiato dalla Roma, dove resta per due stagioni prima di trasferirsi più a nord, alla Sampdoria. Nella città della lanterna avviene un cambio tecnico non indifferente. Mister Eriksson infatti, studiando attentamente le peculiarità tecniche del suo calciatore, trasforma il giocatore da centrocampista a difensore centrale. Intuizione geniale che lo porterà all’esplosione definitiva.

Sinisa Mihajlovic: i trionfi e la carriera da allenatore

Proprio come difensore infatti il serbo compie il suo exploit a partire dal 1998 con la Lazio, dove vivrà ben sei stagioni ad altissimo livello, caratterizzate da uno scudetto, due Coppa Italia, due Supercoppe Nazionali, una europea e una Coppa delle Coppe. Una bacheca che si arricchirà ulteriormente anche con l’ultima esperienza in un club, ovvero l’inter. Tra i nerazzurri non a caso Sinisa si cuce un altro scudetto nel petto e mette a referto l’ennesimo successo in Supercoppa, chiudendo dunque una carriera da giocatore con i fiocchi, impreziosita dalle bellezza di più cento reti complessiva tra club e Nazionale.

nonno sinisa mihajlovic | Life&People MagazineProprio tra le fila nerazzurre comincerà il percorso di Mihajlovic in qualità di allenatore. Il primo a credere il lui sarà l’attuale CT della Nazionale Italiana Roberto Mancini. Ma il vero percorso in solitaria su una panchina avverrà nel 2008 da Bologna, città che ritroverà praticamente dieci anni dopo aver fatto benissimo in piazze calde come Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino. Proprio all’ombra delle Due Torri si apprende della malattia che lui stesso rende pubblica: Sinisa è affetto da leucemia mieloide acuta, continuando a combattere però ogni giorno sia all’interno degli stadi che all’esterno, da lontano, guidando i suoi uomini dal reparto dell’ospedale.

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Un carattere straordinario

Oltre alle spiccate doti calcistiche e manageriali, Mihajlovic è stato un personaggio amatissimo dal pubblico per via del suo carattere, da una parte prepotentemente irruento e dall’altro ironico, genuino e spontaneo. Non per nulla le sue conferenze stampa si sono sempre rilevate one-man-show in cui il coach, come un presentatore dalla grandissima esperienza, si prende bonariamente gioco dei giornalisti, dei suoi giocatori ma anche del suo ruolo stesso. Incapace di mezze misure è riuscito a trasformare in amicizie anche i rapporti più tempestosi, prendendo talvolta anche delle posizioni oltremodo controverse.

| Life&People MagazineLa caratteristica migliore? La sua personalità, travolgente e totalizzante, pungente e generosa, sempre a servizio del calcio e dei propri giocatori. In tal senso, l’immagine più bella rimane quella degli ultimi anni, proprio quelli in cui il mister segue direttamente dall’ospedale i propri allievi, cercando in tutti i modi di fornire le giuste direttive buttando ripetutamente il cuore oltre l’ostacolo dimostrando la passione e la dedizione più pura. Caratteristiche che lo accomunano anche a Gianluca Vialli, grande amico che in questo momento ha dovuto abbondonare i suoi principali impegni per combattere un’altra battaglia non semplice: quella con il cancro.

 Life&People MagazineForse oggi coach Mihajlovic ha perso la partita con la vita terrena. Ma quella con la vita eterna, anzi con la gratitudine eterna, l’ha già vinta. Quanto fatto fuori e dentro il campo da gioco resterà infatti per sempre impresso nella memoria di tutti. E questa è la vittoria più bella che un uomo possa desiderare. Ci mancherai, tanto. Anzi, sarai sempre con noi. Ciao, Sinisa.

Il commovente messaggio delle figlie

Le due figlie di Sinisa, Virginia e Viktorija tramite i canali social, ricordano il papà con parole pregne di emozione, significato e commozione:

«È dura papà. È dura. In questo momento di immensa sofferenza avrei solo bisogno di un tuo abbraccio. Non un abbraccio qualsiasi, il tuo. Mischiato al tuo profumo, che, come la tua anima, rimaneva addosso. E chi ti conosce sa a cosa mi riferisco. Impossibile accettare tutto questo ma trovo la forza nell’amore immenso che mi hai donato in questi anni di vita insieme, talmente forte che mi accompagnerà per il resto dei miei giorni. Dopo aver scoperto il tuo destino, ringrazio di averti avuto con me per questi anni, in cui mi hai donato tutto, tutto quello che un padre avrebbe potuto donare ad una figlia, anzi molto di più. Mi hai amata immensamente, con tutte le forze che avevi. Mi hai protetta da ogni cosa, da tutti e tutto. Tu sei stato troppo. Troppo per me. Troppo per noi. Troppo per tutti. Il mio cuore oggi è spezzato, in frantumi. La mia anima peggio, e non riesco a continuare a parlare del mio super eroe, per me papà, per voi Siniša Mihajlovic. Fa troppo, troppo male. Ti amo papà, per sempre, sempre, sempre, sempre. Te lo griderò ogni giorno, convinta che il mio grido arriverà fin lì. Non saremo mai distanti. Ciao papà, mio grande ed Immenso amore. Promettimi che ti farai sentire, io ho ancora tanto bisogno di te».

Le parole di dolore nel comunicato della famiglia

«La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato».

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