Fashion week e le stime di vendita parlano chiaro: è il caban il grande protagonista della moda maschile per l’Autunno Inverno. L’iconico cappotto maschile sta infatti dominando la scena, come ampiamente anticipato dalla maison Prada che ha utilizzato il capo elargendolo a grande protagonista della sua collezione, lasciando che una parata di attori di età differente ne mostrassero il taglio evergreen. Ma qual è la storia del caban, l’abito-must da uomo? E come si indossa?
Un cappotto di origini militari
Il caban, o peacot
(stando alla tradizione olandese) è essenzialmente un tipo di cappotto sportivo ampio, realizzato in panno e generalmente di colore blu, proprio per le sue origini militari europee. Non a caso il capo affonda le sue radici nel campo navale, apparendo secondo diversi studi la prima volta tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo grazie ai marinai olandesi.
Il nome Pea Cot deriva da Pijjakker, un termine usato nella lingua olandese per descrivere genericamente un cappotto in lana grossolana. Caban, invece, proviene dal britannico Cab, ovvero carrozza; questo perché alcuni esperti attribuiscono l’uso del cappotto anche ai cocchieri della Famiglia Reale. Il Regno Unito dunque ha contribuito in modo decisivo alla diffusione dell’abito, grazie al contributo della Royal Navy intorno alla fine de XIX secolo: progettato per scopi navali, precisamente come uniforme di sottoufficiali, il Caban nel secolo successivo ha trovato spazio nella Marina statunitense, mutando il suo nome in Colani o Kulani, per poi propagarsi in tutto il mondo.
La struttura del Caban
Da un punto di vista tecnico il Caban è composto da un tessuto in lana pesante, oppure nella sua versione statunitense da lana e nylon: il suo taglio è corto, una scelta dettata all’epoca per rendere più agevoli i movimenti dei marinai, con una chiusura a doppiopetto impreziosita da otto o sei grandi bottoni in nero e blu, talvolta anche di color oro, come ad esempio quello della marina tedesca.
Immancabili poi le due tasche anteriori all’altezza della vita, perfette per riscaldare le mani o per conservare oggetti. Come spesso accade nella moda, a dare una spallata significativa allo sviluppo del Pea Cot è stato il cinema, complice l’apporto di divi come Spencer Tracy, che lo indossa in “Capitani coraggiosi”, di Gregory Peck in “Moby Dick”, di Steve McQueen in “Queli di San Pablo” o di Jack Nicholson in “L’ultima corvè”, tramandando il mito del capo di generazione in generazione.
Caban come si indossa? Harry Styles lo usa con audacia, Malek con eleganza
La silhouette rigorosa del peacoat non deve ingannare; sarebbe infatti sbagliato relegare il capo al solo guardaroba maschile in quanto il cappotto può risultare più versatile di quanto si possa immaginare. E, a dimostrarlo, prima ancora delle passerelle e delle campagne moda, sono gli artisti del cinema e della musica che hanno iniziato a sfoggiarlo con l’arrivo dell’autunno in occasione di kermesse ed eventi. Primo fra tutti – e non è proprio sorprendente – il cantante e attore Harry Styles che, alla prima di “Don’t worry Darling” a New York ha indossato un caban elegante blu doppiopetto con bottoni dorati firmato Gucci, in vero english style, abbinando un pantalone gessato blu scuro e una camicia celeste a contrasto. Le scarpe lucide nere hanno poi completato il look dandogli un tocco vintage e glamour.
Dalla proposta più elegante non si può non passare per quella office style Prada che, per l’ultima campagna autunno-inverno 2022, sceglie Ramy Malek: l’attore indossa negli scatti un caban uomo nero avvolgente e dal taglio classico. Anche in questo caso è la camicia ad essere la prediletta da abbinare al cappotto, meglio ancora se in nuance vivaci come il verde o il fucsia per un look da sera di grande impatto. Nelle proposte look di Prada il peacoat si abbina anche ai classici pantaloni sartoriali neri: un’efficace alternativa al blazer, scelta pratica e comoda soprattutto nella stagione autunnale.
L’intuizione di Ermenegildo Zegna e quella di Alexander McQueen
Importante rilevare anche l’uso del caban di Ermenegildo Zegna, abule a creare un incontro casual e sportivo, più lungo del modello originale che, rubando la tendenza alla moda femminile, aggiunge una sottile cintura grigia a contrasto su nero, accessorio con cui personalizzare l’abito e conferirgli uno stile contemporaneo. Alcuni, in modo audace, abbinano il peacot anche allo streetwear, dunque alla tuta, vedesi ad esempio la lezione di Justin Bieber o Kanye West, completando il look con sneakers o stivaletti.
Un po’ “Ufficiale Gentiluomo” e un po’ “Gioventù bruciata” è infine il caban in lana nera e blu navy di Alexander McQueen che rivisita le maniche del modello classico in pelle lucida a contrasto. L’altra particolarità sta nei polsini elasticizzati in lana che richiamano la linea di un’altra giacca iconica maschile, il bomber: un dettaglio che punta ancora di più sulla versatilità del modello, privilegiando un’allure sportiva. Insomma, ripercorrendo la storia del caban è davvero incredibile come un cappotto da uomo nato per motivi specifici sia in grado di essere così tanto versatile e adatto a ogni contesto: la magia della moda è anche questa.
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